Usa, nuova tassa per turisti e studenti da 250 dollari: gli italiani pagheranno solo in un caso

La visa integrity fee imposta agli stranieri in arrivo negli USA apre un fronte di polemiche e potrebbe disincentivare il turismo già in calo nel 2025

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La minaccia dei dazi colpisce anche i turisti. Un nuovo onere economico attende viaggiatori, studenti e professionisti che intendono recarsi negli Stati Uniti: la cosiddetta “visa integrity fee” da 250 dollari, prevista dalla recente Big Beautiful Bill di Donald Trump, alimenta incertezze sulla sua entrata in vigore, sulle modalità di rimborso e sull’impatto per il settore turistico.

Cosa succede a chi richiede il visto turistico negli Usa

Chi programma un viaggio negli Stati Uniti potrebbe trovarsi a fare i conti con un esborso aggiuntivo. La legge approvata a inizio luglio dal presidente Donald Trump, che contiene al suo interno misure fiscali, piani di spesa e modifiche alle regole migratorie, prevede infatti che il Dipartimento della Sicurezza Interna imponga un nuovo contributo a carico dei richiedenti visti.

Questa disposizione è inclusa nel cosiddetto Big Beautiful Bill firmato da Trump nelle scorse settimane e di cui ne va particolarmente fiero, visto quanto lo ha pubblicizzato su Truth. L’importo, definito come “visa integrity fee”, è fissato per ora a 250 dollari e riguarda i visti temporanei per ingressi di breve durata, come quelli turistici, per affari o per studio.

La misura non prevede esenzioni, ma potrebbe essere rimborsata al termine del soggiorno per chi rispetta le regole del visto. Sembra che questi 250 dollari vengano trattenuti come una sorta di cauzione.

A chi si applica la tassa di 250 dollari e quando entra in vigore

Il contributo aggiuntivo in teoria è previsto per l’anno fiscale 2025, iniziato il 1° ottobre 2024 e terminerà il 30 settembre 2025. Al momento non è chiaro se e quando entrerà effettivamente in vigore, ma c’è questa minaccia, un po’ come succede con i dazi verso l’Europa. Per gli anni successivi è prevista la possibilità di un adeguamento all’inflazione.

Truth Social
Trump parla della Big Beautiful Bill

Sono esentati dal pagare questa cifra i cittadini dei circa 40 Paesi che fanno parte del Visa Waiver Program, che permette di entrare negli Stati Uniti senza visto per soggiorni brevi. Tra questi paesi c’è anche l’Italia, quindi in linea teorica un turista, uno studente o un businessman italiano non dovrebbe pagare 250 dollari.

Ma quando allora è previsto che un italiano paghi 250 dollari? Solo se richiede un visto consolare per soggiorni che durano oltre i 90 giorni e per motivi di:

Non si paga nulla invece se si entra con l’ESTA per turismo o affari fino a 90 giorni.

Il nuovo costo si aggiunge alla tassa prevista per la compilazione della cosiddetta Form I-94, da poco aumentata da sei a 24 dollari, che serve a registrare l’ingresso e l’uscita dei visitatori.

Possibili effetti sul turismo

Erik Hansen, vicepresidente senior per gli affari governativi della US Travel, ha definito la decisione un ostacolo per chi valuta un viaggio negli Stati Uniti, osservando che “costi e tempi d’attesa per il visto” già oggi scoraggiano molti.

Ha poi rimarcato che la nuova tassa “aumenta del 144% i costi iniziali per visitare gli Stati Uniti, senza ridurre i tempi per ottenere un colloquio”, e che la sua natura rimborsabile non basta a compensare una burocrazia percepita come eccessiva, che rischia di ridurre ulteriormente i flussi di visitatori.

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Parla a ragione, perché se andiamo a controllare i dati sul turismo negli Usa, vediamo che gli arrivi a marzo 2025 sono in calo dell’11,6% rispetto all’anno precedente. I turisti, soprattutto quello proveniente da Canada ed Europa, sono diminuiti. Meno turismo vuol dire meno entrate.

Infatti, come fa notare US Travel, nonostante il settore domestico resti stabile, il calo dell’internazionale pesa sul bilancio: ogni punto percentuale di minor spesa internazionale equivale a circa 1,8 miliardi di dollari in minori introiti.

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