Hotel di lusso: l’Italia è il mercato più attrattivo d’Europa, la nuova capitale degli investimenti

Italia epicentro degli investimenti luxury. Il 59% degli operatori la preferisce a Grecia e Portogallo. Prezzi in crescita del 21%.

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

L’Italia è il nuovo epicentro europeo dell’ospitalità di alta gamma. Lo certifica lo studio “The italian luxury hospitality: time to elevate?” di Deloitte, che analizza le prospettive degli investimenti nel settore luxury hotel tra il 2025 e il 2027. Secondo il reporti, gli investimenti si stanno spostando sempre più verso il nostro Paese. Il 59% degli operatori e investitori internazionali identifica l’Italia come il mercato più attrattivo d’Europa nel triennio, contro appena l’11% della Grecia e il 10% del Portogallo. Uno scarto enorme, fino a pochi anni fa impensabile.

Questa crescita non è casuale. Nasce dall’incrocio di tre forze trainanti:

Tutto ciò sta trasformando l’Italia nel laboratorio europeo dell’hôtellerie di lusso.

Perché gli investitori puntano sull’Italia

Il 2025 si apre con un entusiasmo mai visto nel segmento luxury. Sette operatori su dieci prevedono una crescita annuale del settore compresa tra il 6% e il 20% nel triennio. Un dato che colloca l’hôtellerie di lusso tra i comparti più dinamici del real estate europeo. La spinta è doppia, da un lato una domanda internazionale in continua espansione, dall’altro un’offerta italiana ancora con ampi margini di riposizionamento e valorizzazione. Come osserva Deloitte, gli investitori non si limitano più a cercare asset iconici: vogliono trasformarli, ridefinire l’esperienza, portarla al livello degli standard globali.

Il 70% degli operatori dichiara l’intenzione di investire in Italia entro tre anni, solo il 5% esclude la possibilità di farlo e più della metà degli investitori (53%) prevede budget superiori ai 100 milioni di euro. Il 22%, invece, è pronto a superare i 200 milioni, cifra che evidenzia un capitale disponibile significativo e orientato a progetti complessi. Non si tratta quindi di un interesse episodico, ma di un trend strutturale.

Italia al 59% delle preferenze: un vantaggio competitivo senza rivali

A rendere l’Italia un unicum nel panorama europeo è la forza del suo patrimonio. Città d’arte, borghi iconici, coste e laghi celebrati in tutto il mondo, una cultura enogastronomica che continua ad aumentare il proprio appeal. Tutti fattori che si traducono in un’attrattività difficile da replicare.

Il fatto che la Grecia e il Portogallo, considerati per anni mercati al centro dell’espansione luxury, non superino complessivamente il 21% delle preferenze, mostra come l’Italia stia capitalizzando una reputazione storica che oggi incontra finalmente una fase di grande disponibilità finanziaria e rinnovamento degli asset. E gli investitori globali vogliono farne parte.

Dove e in cosa si investe

Il cuore della strategia futura non è la costruzione ex novo, ma il riposizionamento di hotel già esistenti, spesso da aggiornare agli standard internazionali oppure di edifici storici, un patrimonio immenso che solo in Italia può offrire location uniche. Questa scelta risponde alla doppia logica di preservare il capitale culturale del Paese e sfruttare un modello di sviluppo più sostenibile, anche in chiave ESG. Ma anche la ristorazione diventa un vero asset differenziante, in grado di aumentare la reputazione dell’hotel e aprire nuove linee di ricavi. In media, infatti, il 24% del capitale totale dei progetti di riposizionamento sarà dedicato a ristorazione, lounge bar, mixology, esperienze culinarie

Le città più attrattive invece sono Milano, Roma, Venezia e Firenze. Il loro fascino spinge l’intera crescita del settore, sia per quanto riguarda i visitatori con alta capacità di spesa, sia per l’organizzazione di congressi ed eventi di business di alto livello. Seguono poi le località più rinomate come Costa Smeralda, Costiera Amalfitana, Portofino e Lago di Como. Queste destinazioni, pur segnate da forti stagionalità, continuano a rappresentare un magnete mondiale, soprattutto per clienti americani, mediorientali e asiatici. Infine, anche le destinazioni montane (Alpi e Dolomiti) negli ultimi anni stanno emergendo come nuove capitali dell’ospitalità luxury invernale.

Prezzi in volata: tariffe +21% entro il 2027

Il turismo alberghiero di lusso cresce anche perché può sostenere tariffe crescenti. Secondo il report, infatti, nei prossimi tre anni (2025-2027), l’aumento medio dei prezzi per una notte è stimato al 21%. Nel dettaglio, chi gestisce gli alberghi prevede un incremento del 24% (arrivando a 970 euro medi a notte), mentre chi investe nel settore è più cauto, ma stima comunque un aumento del 17% sulle tariffe, che sono già più elevate (1.045 euro medi).

Visti questi ottimi risultati, non stupisce che quasi la metà degli investitori (il 49%) si aspetti un ritorno economico molto alto, tra il 16% e il 20%. Infatti in questo settore il tasso interno di rendimento è considerato tra i più elevati nel settore immobiliare alberghiero europeo.

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