Il brand italiano Napapijri è stato fondato nel 1987 ai piedi del Monte Bianco, questo brand inizialmente produceva zaini, famosissimo è il suo borsone chiamato “Bering” ispirato ad un famoso esploratore, questo accessorio contribuirà in breve tempo a rendere questo marchio noto al grande pubblico insieme al suo pioneristico stile casual e outdoor. Il nome Napapijri lo si deve alla lingua finlandese e significa “circolo polare artico”, il brand ha avuto la grandissima capacità di contaminarsi tra ispirazioni delle regioni nordiche con lo stile italiano.
Dalla produzione di abbigliamento e accessori dedicati agli alpinisti, alla creazione di collezioni lifestyle che ampliano la sua offerta il passo sarà breve, grazie alla capacità di mixare aspetti tecnici con dettagli stilistici, iconica rimarrà la giacca “Rainforest” che ha conquistato rapidamente i consumatori decretandone un successo straordinario, non soltanto del singolo capo d’abbigliamento ma del brand in generale, che in pochi anni riuscirà a conquistare il mercato italiano ed europeo diventando un marchio di tendenza non solo per gli appassionati degli sport montani, ma per tutti i viaggiatori in genere e gli amanti dello streetwear.
Nel 2004 Napapijri sarà acquistato dal gruppo VF Corporation cha al suo interno ha brand come Timberland, JanSport, Eastpak, The North Face e molti altri, sarà questo importante e fortissimo gruppo statunitense che contribuirà in modo netto a decretarne un successo globale, attraverso lo sviluppo di uno stile fortemente innovativo.
In questa occasione QF Lifestyle ha incontrato il neo-Presidente del brand, Silvia Onofri, per farsi raccontare le novità del marchio e in primis la scelta innovativa di nominare un Direttore creativo.
Cosa significa per lei essere entrata in un gruppo così importante come VF Corporation in qualità di Presidente del brand Napapijri?
È senza dubbio un grande onore e privilegio per me essere parte di una grande corporation leader nel business così come nella cultura aziendale con un enorme attenzione alle persone e alla filosofia dei brand. All’interno dell’ecosistema VF, Napapijri è un tesoro prezioso che negli ultimi anni è stato un po’ silenzioso ma che oggi è pronto per essere rilanciato ripartendo dalla sua storia e dal suo archivio con una nuova interpretazione contaminata da innovazione e sostenibilità.
Napapijri ha una storia che parte dagli zaini super tecnici e colorati per arrivare negli anni ad un total look tecnico e urbano, vede ulteriori variazioni per conquistare nuovi mercati?
È vero. Napapijri nasce con le borse e gli zaini. Il primo prodotto del marchio, la borsa Bering, fu una scommessa nata dall’uso di un materiale outdoor come la tela pronto intervento per creare una duffle iconica dal gusto estremamente urbano. Sono seguiti gli anorak come Skidoo e Rainforest, che a loro volta hanno sviluppato lo stesso concetto nell’outerwear. Il DNA di Napapijri si basa su elementi di design molto distintivi che costituiscono il suo nucleo estetico. Si tratta di un marchio iconico che si basa su un’interpretazione unica del colore, di dettagli artigianali, di forme, tagli e materiali che sono senza tempo, ma che si prestano a essere costantemente reinventati per adattarsi a nuovi mercati e consumatori.
La ricerca dei tessuti e l’innovazione sono dei vostri valori fondamentali e punti fermi, come sviluppate questa metodologia di ricerca?
I nostri team di prodotto e di design lavorano fianco a fianco per essere sempre all’avanguardia e ricettivi nei confronti delle nuove possibilità presenti nel mondo tessile. In primis, per elevare la performance e il comfort, ma anche per portare avanti un approccio consapevole al fashion. Il nostro impegno per la circolarità come forma più radicale di creatività, ad esempio, ci ha portato a ripensare il modo in cui progettiamo e scegliamo i tessuti per incorporare questa filosofia nei nostri prodotti.
I vostri tessuti oltre ad essere tecnici dallo stile nordico sono anche molto contemporanei ed ergonomici, come si equilibrano questi 3 elementi?
La nostra filosofia di design si basa sull’equilibrio armonico tra stile nordico, funzionalità tecnica e comfort ergonomico nei tessuti che utilizziamo. Cerchiamo di fondere l’ispirazione presa in prestito dalle grandi esplorazioni nordiche con le ultime innovazioni tecniche e il design contemporaneo per creare capi che siano non solo visivamente accattivanti ma anche pratici e confortevoli. Per raggiungere questo equilibrio, collaboriamo strettamente con designer ed esperti del settore tessile, integrando materiali tecnici di alta qualità nel nostro look iconico. I tessuti sono attentamente selezionati per garantire prestazioni tecniche superiori, come resistenza all’acqua, traspirabilità e isolamento termico, senza compromettere lo stile.
Il viaggio e i viaggiatori sono cambiati dal 1987, quello che ha sempre contato per voi è l’elemento della protezione dagli agenti atmosferici, oltre a questo ce ne sono altri che con il passare del tempo non hanno subito variazioni?
La protezione dagli agenti atmosferici parla all’aspetto piu’ tecnico dei nostri capi e si mantiene come una grande direttrice del modo in cui creiamo outerwear. Allo stesso tempo, il significato assunto dal viaggio come scoperta di sé informa sempre di più il modo in cui parlare al consumatore attraverso un’interpretazione più elevata e creativa dell’abbigliamento da viaggio. Comfort e originalità sono alla base di questa consapevolezza.
Invece come sono cambiati i viaggiatori e il viaggio negli ultimi anni?
Il viaggio cambia insieme alla società e alla cultura. L’ondata di viaggi a prezzi accessibili che ha caratterizzato i primi 20 anni del nuovo millennio si è drammaticamente arrestata a causa del Covid19. Negli ultimi due anni si è assistito a un ritorno a un modo di viaggiare più consapevole e selettivo. Sembra che ci sia una nuova consapevolezza a dettare le scelte dei viaggiatori, che si estende a ciò che scelgono di indossare, e come. C’è una crescente consapevolezza dell’impatto ambientale e sociale dei viaggi. I viaggiatori sono sempre più alla ricerca di opzioni di viaggio sostenibili e responsabili, tra cui alloggi eco-compatibili, attività incentrate sulla conservazione e sforzi per ridurre l’impronta di carbonio. L’attenzione alle esperienze piuttosto che ai beni materiali ha portato a un aumento dei viaggi esperienziali. I viaggiatori cercano esperienze autentiche e locali, spesso immergendosi nella cultura, nella cucina e nelle tradizioni delle destinazioni che visitano.
Per la prima volta nella storia del brand avete scelto un direttore creativo: perché e con quale obbiettivo?
Christopher Raeburn si unisce a Napapijri proprio nel momento in cui il marchio si avventura nella prossima fase del suo viaggio verso un design più elevato. Christopher è un designer visionario la cui leadership creativa e la cui esperienza saranno fondamentali per elevare il marchio e per plasmarne la direzione futura. L’incontro tra il suo ethos unico e l’approccio originale di Napapijri alla moda lifestyle è destinato a parlare in modo autentico alla nostra community e a generare conversazioni culturalmente rilevanti.
Nel logo del brand super riconoscibile c’è la bandiera Norvegese, ma sappiamo che il brand nasce ai piedi del Monte Bianco, quanto dello stile italiano è ancora presente in Napapijri?
Sebbene il marchio tragga il suo nome dalla parola finlandese che indica il Circolo Polare Artico (“Napapiiri”) e il logo incorpori la bandiera norvegese, la sua eredità italiana è ancora significativa. Il design e lo stile dei prodotti Napapijri riflettono spesso la fusione della sensibilità della moda italiana con l’attenzione alla funzionalità e alle prestazioni in condizioni climatiche difficili. Il marchio è riuscito a fondere le sue radici italiane con un’estetica globale e outdoor. In sintesi, mentre Napapijri trae ispirazione dai paesaggi estremi dell’Artico e presenta la bandiera norvegese nel suo logo, le origini italiane del marchio continuano a influenzare la sua filosofia di design, enfatizzando una combinazione di stile e funzionalità nei suoi capi di abbigliamento.
Parlando di Napapijri e soprattutto del suo gruppo di appartenenza VF Corporation, quanto state facendo per l’ambiente e quanto è importante per voi il concetto di “green” e “sostenibilità “?
VF Corporation ha fissato obiettivi di sostenibilità ambiziosi come parte del suo impegno per la responsabilità ambientale e sociale. Alcuni aspetti chiave degli sforzi di sostenibilità di VF Corporation includono l’applicazione di modelli di business circolari, l’adozione di materiali sostenibili, la riduzione delle emissioni di carbonio, la gestione dell’acqua lungo tutta la filiera, la responsabilità’ sociale e l’approvvigionamento etico e responsabile. Napapijri è pienamente allineata a questi obiettivi e interpreta la sostenibilità come una nuova forma di creatività, un’ispirazione per nuove idee, percorsi e innovazione. Questa filosofia di design guida i nostri sforzi per raggiungere il 100% dei materiali da fonti rigenerative e responsabili, rinnovabili o riciclate entro il 2030 attraverso quattro pilastri strategici:
circolarità, durata, tracciabilità e materiali da fonti sostenibili.
Chi sono i vostri clienti e perché secondo lei hanno scelto di fidelizzarsi al brand?
I nostri clienti sono esploratori culturali dinamici. La fidelizzazione al brand dipende da un numero di fattori legati sia al prodotto che al valore e alla storia del marchio. I clienti apprezzano il mix di funzionalità outdoor, estetica iconica e la versalità di passare senza problemi dalle attività all’aperto agli ambienti urbani. Non bisogna però dimenticare che i consumatori di oggi tendono ad allinearsi con marchi che condividono i loro valori. L’impegno di Napapijri per la sostenibilità, come parte delle iniziative più ampie di VF Corporation, può risuonare con i consumatori attenti all’ambiente, mentre l’heritage outdoor inspirato alle grandi esplorazioni artiche e’ ancora molto rappresentativo del desiderio di scoperta insito in ognuno. Inoltre, lavoriamo molto per coltivare un senso di comunità e di stile di vita intorno al marchio attraverso eventi, campagne social, e collab selezionate per generare un senso di appartenenza e di legame con il marchio, oltre ad amplificare la nostra rilevanza culturale.
Ci sono dei mercati ancora inesplorati per voi?
Ad oggi, Napapijri è presente prevalentemente nel mercato Europeo. In questo senso tutto il mondo extra europeo rappresenta per noi un’opportunità: dal Middle e Far East alle Americhe.
Se dovesse individuare un capo che nella sua totale essenza rappresenta al meglio lo stile e la filosofia di Napapijri, quale potrebbe essere?
Sicuramente la giacca Rainforest ha fatto, e fa, la storia del Brand e ha segnato quella del costume esplorando le potenzialità urbane di un capo profondamente outdoor come l’anorak. Rainforest davvero distilla tutti gli elementi, estetici, funzionali, e identitari di Napapijri con il suo spirito sempre originale e contemporaneo. Il prossimo anno ne festeggeremo i 30 anni e sarà sicuramente l’occasione perfetta per interpretare con modernità questa icona che ha segnato la storia dell’abbigliamento outdoor e urbano.