Harmont&Blaine, il bassotto continua a incantare

Incontro con Paolo Montefusco, CEO del brand napoletano che ha creato il casual di alta gamma.

Pubblicato: 12 Novembre 2024 10:39

Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

Era il lontano 1986 quando a Napoli Domenico Menniti insieme ai soci Enzo Menniti, Paolo e Massimo Montefusco fondano la loro azienda, questa inizialmente produrrà guanti in pelle, ma il mercato sempre in forte evoluzione porterà la società ad ampliare la tipologia di produzione sino ad arrivare al 1995 dove l’azienda registrerà il marchio di Harmont&Blaine e presenterà al mercato la sua prima collezione total look, dove il brand dimostrerà immediatamente il proprio stile identificativo “sportswear e casual di alta gamma”, in pochi anni le sue collezioni di capi d’abbigliamento, maglieria e accessori prodotti rigorosamente in Campania conquisteranno il mercato nazionale ed internazionale.

Questo marchio rappresenta da sempre un perfetto equilibrio tra tradizione e modernità, portando nel mondo della moda un approccio distintivo e coinvolgente, la filosofia del brand si basa su un’idea di “eleganza informale” accessibile, raffinata e pratica, il suo iconico bassotto simbolo riconosciuto in tutto il mondo non vuole essere solo un elemento grafico, ma rappresenta uno stile di vita dettato dalla gioia di vivere e un legame profondo con la natura.

Ogni capo Harmont&Blaine viene realizzato con materiali di alta qualità che vengono accuratamente selezionati, un attenzione spasmodica ai dettagli è parte del DNA del brand, ogni pezzo creato racconta una storia di artigianalità e passione, le collezioni sono caratterizzate da palette di colori vivaci e da modelli versatili, dalle camicie in cotone leggero ai pullover in cashmere, ogni stagione porta con sé nuove interpretazioni che spaziano in uno stile classico con una revisione contemporanea, tante le strategie di marketing del brand in questi anni, tra queste citiamo quella del 2011, un operazione di cobranding con Honda Automobili Italia S.P.A. che vedrà la nascita della Honda CR-V Harmont&Blaine.
Nel 2014 entrerà nel capitale sociale il fondo d’investimento italiano “Clessidra” con il 40% del capitale sociale, ma nel luglio 2022 questa lo cederà interamente a Bassotto 2.0, un fondo d’investimento costituito e guidato da Riccardo Bruno, il restante 60% rimarrà nelle mani dei soci fondatori. In questi anni Harmont&Blaine è stata capace di conquistare mercati e consumatori crescendo sempre in modo organico, rimanendo fedele alla propria filosofia, mantenendo intatti i propri valori e caratteri distintivi di raffinatezza e alta qualità.

Per l’occasione QF Lifestyle ha incontrato Paolo Montefusco, Ceo di Harmont&Blaine spa, per farsi raccontare qualche dettaglio in più sul futuro del bassotto.

Quant’è importante il legame del brand con la sartorialità napoletana?
Harmont & Blaine nasce da una famiglia di artigiani della pelletteria, poi abbiamo scelto di investire sull’abbigliamento, rompendo gli schemi e puntando su uno stile di vita colorato e fortemente ispirato all’estetica mediterranea. Abbiamo introdotto lo sportswear in una Napoli complessa, che non era ancora abituata a questo stile, declinandolo però all’italiana.

La vostra ispirazione è ancora uno stile di vita “mediterraneo”?
Certamente, le nostre origini e i nostri valori impregnano le nostre collezioni, veicolando lo stile di vita colorato, allegro e spensierato tipico di Harmont & Blaine.

Chi disegna le vostre collezioni?
Mi occupo personalmente della Direzione Creativa del brand, ma da soli non si va lontano. Ho il supporto di un team di professionisti che segue lo sviluppo delle singole linee di prodotto e un Head of Style che coordina lo stile.

Eleganza, sportività e raffinatezza quali sono gli elementi che più vi contraddistinguono?
Harmont & Blaine è un perfetto mix dei tre valori, portando a quella che ci piace definire quiet elegance, ovvero una moda pratica e versatile, adatta al lavoro quanto al tempo libero il tutto arricchito da tocchi di colore immancabili nelle collezioni sia estive che invernali.

Quali sono i tessuti con cui vi piace lavorare particolarmente?
Nelle nostre proposte di collezione ha sempre grande risalto la camiceria; il mercato ci ha conosciuto circa 30 anni fa per la Camicia Piazzetta; un capo che abbiamo voluto slegare dal suo formalismo per poter essere utilizzato in qualsiasi occasione, un capo con cui “giocare”, attraverso l’utilizzo di un mix di tessuti e fantasie. Da lì, poi abbiamo ricercato la sperimentazione stilistica anche attraverso altre categorie di prodotto, come ad esempio la maglieria. Numerose, infatti, sono le lavorazioni e le tecniche, anche artigianali che prediligiamo, dalle lavorazioni di mischia con tessuti sostenibili, con l’obiettivo di raggiungere un prodotto di qualità, ricco di dettagli e attento alla sostenibilità.

Dal 1995 ad oggi come è cambiato il brand?
Dalla nascita della nuova società nel 1995, Harmont & Blaine è cresciuto notevolmente, con l’entrata del fondo Clessidra nel 2014, poi nel 2022 con Riccardo Bruno e un gruppo di investitori privati – con la Bassotto 2.0 – che hanno sostituito il 40% del fondo. Nel 2023 abbiamo raggiunto la quota di 100 milioni di euro di fatturato e continuiamo la nostra crescita.

Quali sono le caratteristiche della collezione uomo per questo inverno?
Stile, Intelligenza Artificiale ed evoluzione estetica si incontrano nella nuova collezione Harmont & Blaine Autunno/Inverno 2024-25, formata da tre guardaroba principali che esplorano il design dell’essenza, il lato artistico del colore e il comfort accogliente delle pause nella natura. Tra Quiet Elegance, che pone l’accento sul comfort, sulla leggerezza e sulla praticità dei capi work&leisure, passando per Retro Future, che immagina la creatività del futuro utilizzando la tecnologia di ultima generazione per elaborare nuovi pattern e nuove grafiche ad alto tasso di innovazione e sperimentazione, concludendo con Alta Quota, dove l’approccio stilistico considera un’evoluzione di prodotto più tecnica e performante, prediligendo fibre innovative e alternative con proprietà elevate di isolamento e termoregolazione, anche sulle camicie e sulla maglie dalla mano elastica.

Chi sono gli uomini che indossano il vostro brand?
Il nostro target è composto da uomini e donne con grandi aspirazioni e un’attitudine positiva e propositiva verso la vita, che ama sentirsi unica e speciale.

Il vostro logo con il bassotto è tra quelli più riconoscibili e riconosciuto, a cosa si deve questo successo?
L’idea del bassotto quale logo è stata un’idea senza dubbio vincente, nato da un’intuizione familiare. Io e i miei fratelli, fondatori del brand, abbiamo scelto questo logo per due motivi principali: il primo, di natura estetica, il secondo perché il bassotto stesso riporta in sé le principali caratteristiche che hanno contraddistinto il brand in questi anni, dalla sua nascita: la caparbietà, la passione e la determinazione.

In tema di sostenibilità come si sta muovendo la vostra azienda?
Per noi la sostenibilità è un elemento chiave, investire oggi in questa direzione significa apportare degli svantaggi in termini economici d’azienda, ma così facendo potremo garantirci un futuro. Penso che chi non creda in questo, venga spazzato via. Tanti sono gli aspetti, dai prodotti riciclabili alla riduzione degli sprechi, senza dimenticare la responsabilità sociale d’impresa.

Quali sono i vostri mercati di riferimento?
Al momento il mercato principale è quello italiano, che copre il 70% del fatturato, seguito da Spagna, Mexico Est Europa fino all’America Centrale e al Medio Oriente.

Come si immagina il vostro brand tra dieci anni?
Tra dieci anni gli obiettivi di business mirano sicuramente ad un’importante espansione di brand a livello internazionale, crescendo ancora in Spagna, e varcando i confini oltreoceano. Lato prodotto ritengo che sia doveroso dirigerci verso una produzione sempre maggiore, se non completamente, sostenibile, modalità che stiamo già mettendo in atto e che ci garantirà un futuro, oltre a partecipare alla salvaguardia del nostro pianeta a cui tutti siamo chiamati a contribuire.

C’è un capo d’abbigliamento che più di altri vi rappresenta?
Sicuramente la camicia a righe, declinata in vari tessuti, colori e lavorazioni. In questa collezione Autunno/Inverno 2024-25 ad esempio, abbiamo lanciato una proposta di 5 camicie realizzate nel cotonificio di Albini con pattern a righe realizzati con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale, fondendo la tecnologia del futuro con la storia del brand.

Come chiuderete il 2024?
Chiuderemo il 2024 in crescita rispetto al precedente anno e questo in un contesto attuale di grande difficolta dei mercati.

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