Secondo dei dati resi noti da Coldiretti il 22 febbraio 2025, il 2024 è stato un anno che ha segnato un record storico per le importazioni di pesce straniero, con ben 1,1 miliardi di chili arrivati sul mercato italiano.
Il fenomeno è stato alimentato da un’etichettatura poco chiara ma anche dalla scarsa conoscenza del pescato locale da parte dei consumatori, due fattori questi che hanno messo all’angolo il prodotto nazionale.
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L’aumento delle importazioni di pesce straniero
Per quanto riguarda i prodotti presenti sui banchi dei supermercati e delle pescherie, negli ultimi quarant’anni la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri è cresciuta vertiginosamente in Italia, passando dal 30% a ben il 90%.
Mentre nei nostri mari si pescano circa 130 milioni di kg di pesce ogni anno, dall’estero arrivano oltre 840 milioni di kg tra prodotto fresco e congelato, a cui si aggiunge il pesce trasformato – come gamberetti o cozze sgusciate.
Il risultato è un mercato saturo, dove è spesso difficile distinguere il pesce estero da quello italiano a causa di un’etichettatura che, seppur obbligatoria, risulta poco trasparente.
Le criticità dell’etichettatura
Secondo gli esperti, quando si parla di etichettatura del pesce, il problema centrale è rappresentato dall’indicazione dell’origine.
In molti casi, anziché riportare Italia, viene indicata la zona di cattura, come ad esempio Fao 37 per il Mediterraneo, per cui è davvero difficile per il consumatore rendersi conto di quello che sta acquistando.
Nei ristoranti, inoltre, il pesce viene spesso servito senza alcuna etichetta, rendendo ancora più complicata l’identificazione del vero prodotto Made in Italy.
Per fare chiarezza e aiutare i consumatori a fare le giuste scelte, quindi, Coldiretti Pesca ha organizzato una giornata formativa al mercato di Campagna Amica, al Circo Massimo di Roma.
Durante l’evento, sono intervenuti i “tutor della spesa”, esperti che hanno illustrato come orientarsi tra le etichette del cibo e riconoscere il vero pescato locale, promuovendo specialità a miglio zero, stagionali, sane e sostenibili.
Questa iniziativa rientra nel progetto Pesca Amica, realizzato nell’ambito del programma Feampa 2021/2027.
Come riconoscere il vero pesce Made in Italy
Per aiutare i consumatori a comprare il vero pesce Made in Italy, Coldiretti Pesca ha stilato un piccolo vademecum con alcuni consigli utili.
Nel dettaglio, gli esperti consigliano di:
- acquistare pesce fresco tutte le volte che è possibile, per aumentare le probabilità di portare a casa un prodotto italiano, ricordando che i mari del nostro Paese offrono una vasta varietà di specie locali, tra cui alici, vongole, sardine, ma anche gambero, canocchie, seppie, polpi e una varietà di pesce azzurro come merluzzo/nasello, triglie, tonno rosso, pesce spada, sogliola e tonno alalunga;
- quando si tratta di prodotti d’acquacoltura e allevati, come cozze, trote, vongole veraci, orate, spigole e branzini, tenere a mente che questi sono facilmente identificabili, in quanto sull’etichetta è prevista l’indicazione del Paese di origine;
- ricordarsi che quando si tratta di pesce surgelato o lavorato, il rischio di acquistare prodotto straniero aumenta e tra le specie più importate ci sono seppie e calamari, gamberetti e salmone, polpi e filetti di tonno o palamita, orate, spigole/branzini, cozze e filetti di nasello.