Il Made in Italy ì diventa un motore industriale e strategico per il Paese. L’ultimo report Ismea sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP, IGP e STG racconta un settore in continua espansione, sempre più orientato all’export e capace di generare valore, occupazione e competitività internazionale. Secondo il rapporto presentato a Roma il 26 novembre 2025, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, la dop economy italiana ha raggiunto un valore complessivo di 20,7 miliardi di euro alla produzione nel 2024, con una crescita del +3,5% in un solo anno e addirittura del +25% rispetto al 2020.
Emerge il nuovo record assoluto dell’export, che per la prima volta supera i 12 miliardi di euro: +8,2% in un anno e doppio primato sia per il comparto cibo, che vola oltre i 5 miliardi, sia per il vino, che oltrepassa per la prima volta la quota dei 7 miliardi.
L’export dei prodotti DOP italiani sostiene economia e lavoro
La Dop Economy non è un settore di nicchia, ma un sistema strutturato che conta 328 Consorzi di tutela, 184 mila operatori e una occupazione in crescita del +1,6%. Parliamo quindi di una filiera ampia che coinvolge produttori agricoli, trasformatori, imprese familiari e industrie della trasformazione, con un impatto significativo su territori, comunità locali e turismo enogastronomico.
Non a caso, il valore generato dalle produzioni certificate rappresenta oggi il 19% dell’intero fatturato agroalimentare nazionale, confermando che la qualità è un asset economico fondamentale, non solo un elemento identitario. La cifra record di 12,3 miliardi di euro di esportazioni nel 2024 non è frutto del caso, ma del riconoscimento internazionale del valore del marchio DOP e IGP, sinonimo di origine controllata, filiera tutelata e sicurezza alimentare. In un mercato globale in cui il consumatore è sempre più attento alla provenienza, la certificazione europea rappresenta una garanzia.
Il ruolo dei territori: cresce l’Italia delle eccellenze diffuse
Il valore delle produzioni DOP e IGP aumenta in due province italiane su tre, con performance particolarmente significative nel Nord-Ovest (+7,1%) e in 14 regioni su 20.
Tra le migliori per crescita ci sono la Lombardia (+13%), la Puglia (+12%) e il Friuli Venezia Giulia (+8%). Mentre le regioni che guidano per valore assoluto sono Veneto ed Emilia-Romagna, che insieme valgono 8,9 miliardi di euro.
Cibo e vino: performance e leadership dei prodotti più forti
Il comparto cibo DOP e IGP supera i 9,6 miliardi di euro di valore alla produzione grazie a una crescita del +7,7% nel 2024.
Il vino imbottigliato DOP e IGP, pur con una dinamica più stabile, si conferma a 11 miliardi di euro, mantenendo una posizione centrale nella competitività italiana.
Sul podio dei prodotti più rilevanti nel comparto cibo troviamo il Grana Padano DOP (quasi 2,2 miliardi di euro nel 2024, +23,3% sul 2023), il Parmigiano Reggiano DOP (1,7 miliardi di euro, +10,1%), prosciutto di Parma DOP (860 milioni, pur in leggero calo).
Tra i vini DOP, il Prosecco DOP conferma il primo posto con 951 milioni di euro (+0,5%), Delle Venezie DOP cresce a 193 milioni (+9%) e il Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP scende, ma registra comunque 170 milioni.
La sfida del futuro: investire su sostenibilità e identità
Numeri così solidi confermano che il patrimonio delle DOP e IGP non è soltanto culturale, ma rappresenta un potenziale economico. Tuttavia, la crescita deve accompagnarsi ad alcune priorità, come la protezione internazionale dalle imitazioni, integrata necessariamente da politiche di sostegno per piccole produzioni e zone marginali. Servono anche investimenti in sostenibilità ambientale e benessere animale, ma anche in innovazione (dalla logistica al digitale per l’export) e formazione e comunicazione verso i consumatori più giovani.
Se l’Italia vuole continuare a guidare il mercato mondiale della qualità, dovrà rafforzare la capacità di fare sistema e valorizzare l’identità territoriale come vantaggio competitivo.