Pasquale Tridico non si dimette. Il presidente Inps è finito nella bufera dopo le accuse relative all’aumento di stipendio, persino retroattivo, che gli sono state mosse. Il primo giornale a darne notizia è stata Repubblica, e poi a ruota sono arrivati tutti gli altri media: Tridico avrebbe visto il suo compenso passare da 62mila a 150mila euro.
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La difesa dell’Inps dopo le accuse al presidente Tridico
Immediata la smentita ufficiale dell’Inps, che però a molti non è piaciuta affatto. In una nota ufficiale, il Direttore centrale Risorse Umane Maria Grazia Sampietro ha comunicato che l’Istituto non ha corrisposto al presidente Tridico compensi arretrati in seguito all’emanazione del decreto del 7 agosto 2020 e, in ogni caso, gli uffici Inps non gli hanno mai previsto l’erogazione di un compenso arretrato per il periodo che va da maggio 2019 al 15 aprile 2020.
L’Inps ha voluto anche precisare che è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze ad aver fissato, con decreto del 7 agosto 2020, a seguito della ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, la misura dei compensi nei confronti del presidente Tridico, del vicepresidente e dei consiglieri di amministrazione.
I compensi deliberati dalla ministra Catalfo
In particolare, i compensi annui al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali obbligatori sono i seguenti:
- presidente: 150mila euro
- vicepresidente: 40mila euro, elevabili a 60mila in caso di deleghe;
- consiglieri di amministrazione: 23mila euro.
Nel rispetto della normativa vigente, la decorrenza dei predetti compensi è fissata a partire dall’effettivo esercizio della funzione, ossia dal 15 aprile 2020, data di insediamento del Consiglio di Amministrazione. L’Inps ha spiegato che questa regola è stata applicata anche al presidente Tridico, anche se questi era in carica già da maggio 2019.
La vicepresidente, Maria Luisa Gnecchi, in quanto pensionata, svolge l’incarico a titolo gratuito. Idem il consigliere di amministrazione Rosario De Luca, cha ha rinunciato ai relativi compensi.
Anche Tridico, già travolto dallo scandalo dei “furbetti” del bonus Covid, si è immediatamente difeso, bollando l’operazione come un modo per “infangare me per colpire il Governo”. Lo fanno, secondo lui, perché “l’Inps è sempre stato un istituto molto politicizzato e vedo che si tende a sovrapporre la sua attività a quello dell’esecutivo”:
Nello Stato i dirigenti di seconda fascia prendono 150mila euro, quelli di prima fascia 200mila. Il Presidente dell’Inps, fino adesso, 60mila euro, “ma di cosa stiamo parlando?” continua. “Perché se il Presidente dell’Istat prende 240mila euro non si scandalizza nessuno?”.
Legittima decisione, a quanto pare, sancita da un decreto interministeriale firmato dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che però ha scatenato non poche polemiche. Soprattutto perché l’Inps avrebbe deciso il raddoppio del compenso proprio in un momento in cui moltissime persone attendevano da mesi la cassa integrazione Covid in piena pandemia.