Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha confermato l’intenzione del governo di procedere con una riforma del reddito di cittadinanza, annunciando però prima un maxi taglio al sussidio. Molte persone, quindi, rischiano già oggi di perdere subito il contributo economico dell’Inps.
Maurizio Leo sul reddito di cittadinanza: “Taglieremo di un miliardo di euro i sussidi”
Al via ai controlli: il viceministro dell’Economia ha così annunciato una collaborazione con i colleghi del ministero del Lavoro per procedere con i primi tagli al reddito di cittadinanza. L’obiettivo, come spiegato dallo stesso, è quello di individuare i casi (e i soggetti) che ricevono il sussidio dell’Inps pur essendo nella condizione di lavorare.
La verifica, già avviata, punta a “separare i casi in cui le persone non possono lavorare, che vanno sempre salvaguardati, e gli altri su cui si può intervenire con meccanismi di controllo – ha spiegato Leo – che possono generare questo flusso di 1 miliardo, che può essere utilizzato nella prossima legge di bilancio”.
Al momento, prima di una eventuale modifica strutturale auspicata e anticipata dal governo Meloni (ma per cui probabilmente si deve aspettare l’approvazione della legge di bilancio), questi accertamenti terranno conto ovviamente della normativa attuale. Per cui, ci sarà un riscontro sul possesso dei requisiti, ma così come sono stati approvati dal legislatore.
Reddito di cittadinanza: chi rischia di perderlo subito
Per ricevere il reddito di cittadinanza è necessario rispettare oggi alcune “condizionalità “ che riguardano:
- l’immediata disponibilità al lavoro (esiste una dichiarazione ad hoc)
- l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, che può prevedere attività di servizio alla comunità per la riqualificazione professionale o il completamento degli studi, nonché altri impegni finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale.
Al rispetto di queste condizioni sono tenuti i componenti del nucleo familiare maggiorenni, non occupati e che non frequentano un regolare corso di studi. Sono considerati disoccupati i lavoratori a basso reddito, ovvero i dipendenti con redditi da lavoro inferiori a 8.000 euro e i lavoratori autonomi con redditi inferiori 4.800 euro.
Sono esclusi invece i beneficiari della pensione di cittadinanza, i beneficiari del reddito di cittadinanza pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità (fatta salva la possibilità per i componenti del nucleo familiare disabili di richiedere la volontaria adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale).
Il beneficiario del sussidio, inoltre, una volta convocato dal Centro per l’Impiego (sostituiti dalle Agenzie private) deve collaborare con l’operatore addetto alla redazione del bilancio delle sue competenze e rispettare gli impegni previsti nel Patto per il lavoro, tra i quali rientra quello di accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue (una in caso di rinnovo).
La congruità dell’offerta di lavoro viene definita sulla base di tre principi (art. 25 del decreto legislativo 150/2015):
- coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
- distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
- durata dello stato di disoccupazione.
In particolare, nei primi dodici mesi di fruizione del reddito di cittadinanza è congrua un’offerta:
- entro cento chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, se si tratta di prima offerta;
- entro duecentocinquanta chilometri di distanza se si tratta di seconda offerta;
- ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta.
- decorsi dodici mesi di fruizione del beneficio è congrua un’offerta entro duecentocinquanta chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario nel caso si tratti di prima o seconda offerta, ovvero, ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta.
In caso di rinnovo del beneficio è congrua un’offerta ovunque sia collocata nel territorio italiano anche nel caso si tratti di prima offerta.
Se nel nucleo familiare sono presenti persone con disabilità, che peraltro possono sfruttare il cd. collocamento mirato, la distanza non può eccedere i 100 chilometri dalla residenza del beneficiario sia per la terza offerta di lavoro che nel caso di rinnovo del beneficio.
Inoltre, negli altri casi, con esclusivo riferimento alla terza offerta, l’offerta è congrua se non eccede la distanza di duecentocinquanta chilometri dalla residenza del beneficiario.
Sono queste, quindi, le condizioni oggetto delle verifiche che stanno portando avanti i tecnici del ministero. Venute meno, comporteranno la perdita del reddito di cittadinanza prima di qualsiasi riforma del Governo di Giorgia Meloni, in maniera immediata.