Senza i Daft Punk la scena musicale internazionale non sarà più la stessa. Il celebre duo “robot” francese stacca la spina e dice addio, forse per sempre, all’elettronica. E lo fa con un video pubblicato sul canale YouTube ufficiale, da 4,5 milioni di iscritti, dal titolo emblematico “Epilogue”, dove uno dei due “si fa esplodere”: in poche ore raggiunge 13 milioni di visualizzazioni.
Chi sono i Daft Punk
Fondato dai due parigini Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, compagni di liceo, il gruppo si chiama così per via di un’espressione usata in una recensione sulla rivista britannica Melody Maker del loro primo lavoro, quando ancora erano i Darlin’, in cui erano stati bollati come “a daft punky trash” (“un gruppetto di stupidi teppisti”). Che poi ha fatto la storia.
Tutto inizia nel settembre del 1993 quando consegnano una demo a Stuart Macmillan, co-fondatore dell’etichetta Soma Quality Recordings. Quella registrazione diventa la base del loro singolo di debutto, “The New Wave”, messo in commercio in edizione limitata nel 1994. Tornano in studio nel maggio del 1995 per registrare e prende vita “Da Funk”, un capolavoro.
Inizialmente non sembrano interessati a pubblicare un album, ma dopo una serie di accordi con la Virgin Records decidono di firmare il contratto, a condizione di mantenere una certa indipendenza nel controllo della propria immagine: è il settembre del 1996.
Gli album che hanno fatto la storia
Innovazione, sperimentazione, talento, attenzione spasmodica per i dettagli: tra influenze techno, house, acid house e electro nel 1997 partoriscono “Homework”, riconosciuto come uno dei più influenti album dance degli anni Novanta. “Around the World” (stupendo il video realizzato dal regista francese Michel Gondry) fa letteralmente il giro del mondo.
Poi la svolta synth-pop anni Ottanta nel 2001 con l’album “Discovery”, “Human After All” nel 2005, che non convince subito la critica, e “Alive 2007”. Nel 2010 vengono chiamati dalla Disney per produrre la colonna sonora del film “Tron: Legacy”, in cui gli viene affidato anche un piccolo cameo. Nell’ottobre del 2011, la rivista DJ Magazine li posiziona 28esimi nella classifica dei 100 migliori dj al mondo.
Nel 2013 lasciano la Virgin per la Columbia Records e pubblicano il loro quarto album, “Random Access Memories”. Il singolo “Get Lucky” raggiunge la top 10 nelle classifiche di 32 Paesi ed è il primo album a conquistare la chart di Billboard 200 negli Stati Uniti. Il disco – 300mila copie vendute solo nella prima settimana – si porta a casa cinque Grammy Awards nel 2014, tra cui Album of the Year e Record of the Year proprio per “Get Lucky”.
Quanto valgono i Daft Punk
28 anni di straordinario successo con la loro “french house”, i due “robot” (“Ci fu un incidente nel nostro studio, stavamo lavorando con il campionatore e questo, esattamente alle 9:09 del 9 settembre 1999, esplose. Quando riprendemmo conoscenza, ci accorgemmo che eravamo diventati dei robot”, dicevano per spiegare perché si vestivano sempre così), i Daft Punk hanno secondo Gazette Review un valore netto stimato attorno ai 140 milioni di dollari, cioè circa 115,2 milioni di euro al cambio attuale.
Per quanto sia pressoché impossibile fissare con certezza il loro valore, il reddito del duo parigino è stato stimato in circa 10 milioni di dollari l’anno (8,2 milioni di euro): secondo alcuni calcoli, i Daft Punk guadagnerebbero (o, almeno, guadagnavano) 193.307,69 dollari al mese (159.178,25 euro), e più precisamente 27.397,26 alla settimana (22.560,14 euro), 1.141,55 al giorno (940 euro), 19,03 al minuto (15,89 euro) e 0,32 al secondo (0,26 euro).