La pandemia di Covid-19 ha decisamente dato un netto contributo a una differente visione del mondo del lavoro. Riuscire a svolgere i propri compiti da casa, invece di recarsi in ufficio, ha spinto tantissimi a realizzare di poter gestire diversamente il proprio tempo.
Si è così tornati a parlare in maniera concreta e attiva di smart working, o per meglio dire di lavoro da remoto. Molti Millennial e anche svariati rappresentanti della Gen X hanno capito effettivamente quale sia il fascino di questa modalità e non solo, guardando come un sogno alla vita da nomadi digitali, che però rientra in ben altra categoria.
Restando sul fronte del lavoro da ufficio casalingo, proviamo a dare uno sguardo a quelle che sono le società più all’avanguardia in tal senso. Ciò vuol dire lasciare più liberi i propri dipendenti, senza la necessità di operare un controllo asfissiante, costringendoli a ore gettate vie tra mezzi pubblici e traffico, soldi investiti in trasporto e stress accumulato.
Smart working: dove lavorare
Flexjobs e Glassdoor hanno portato avanti delle ricerche a tema smart working e i risultati incrociati sono particolarmente interessanti. Ne emergono in totale 30 aziende, che offrono la possibilità di lavorare da remoto, ovunque ci si trovi.
Con le barriere geografiche che vengono a cadere, stiamo assistendo a una globalizzazione dell’impiego. Ciò non riguarda la contrattualizzazione, quando l’area del mondo nella quale si preferisce spendere o investire il proprio denaro, ma soprattutto condurre la propria quotidianità. Ecco alcuni esempi particolarmente interessanti di aziende che consentono unicamente di lavorare da remoto:
- Toptal: piattaforma che pone in collegamento differenti professionisti nell’ambito dell’ingegneria;
- ModSquad: azienda che offre differenti servizi digitali;
- Airbnb: azienda che si occupa della gestione e sviluppo dell’app per individuare alloggi in tutto il mondo o porre i propri in affitto;
- Automattic: compagnia che sviluppa differenti tipologie di plugin e strumenti vari per contribuire alla crescita di siti internet che adoperano WordPress;
- Modern Tribe: società di software e design che garantisce soluzioni personalizzate per le più importanti compagnie al mondo, organizzazioni di vario genere e anche istituzioni governative.
Nomade digitale: i lavori più richiesti
Come detto in precedenza, c’è differenza tra il lavorare in smart working come lo intendiamo in Italia e l’essere un nomade digitale. Nel primo caso infatti si fa generalmente riferimento a un dipendente che svolge una mansione che non richiede necessariamente l’essere in ufficio.
Viene così garantita la possibilità di scelta tra l’essere fisicamente in azienda o altrove. Si percepisce però un chiaro legame con la struttura centrale, nella quale di tanto in tanto sarà il caso di tornare, sia per necessità oggettive legate a parti del lavoro in corso, quanto perché le ore in smart working sono limitate in alcuni ambienti aziendali.
Essere un nomade digitale, invece, è generalmente inteso in Italia come uno status riservato ai liberi professionisti. Si pensa infatti immediatamente ai content creator. È però un discorso limitato a una visione nostrana.
Riportando i dati di Flexjobs, ecco i mestieri più ricercati, che possono garantire una vita da nomade digitale, che è un soggetto libero di spostarsi dove desidera nel mondo, lavorando via web:
- Copywriter;
- Executive Assistant;
- Front-End Developer;
- Marketing Manager;
- Product Manager;
- Recruiter;
- Social Media Manager;
- Web Designer.