Rinnovo contratti statali 2025, aumenti e cosa prevede

Tutte le novità del nuovo Ccnl delle Funzioni centrali per i dipendenti statali: dagli aumenti allo smart working, ecco cosa cambia

Pubblicato: 8 Gennaio 2025 13:02

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Lo scorso 6 novembre 2024 è stato firmato il Contratto collettivo nazionale di lavoro per tutto il comparto dei dipendenti statali delle Funzioni centrali L’accordo, relativo al triennio 2022-2024, è stato poi approvato in Consiglio dei ministri dello scorso 23 dicembre. Ecco cosa prevede il documento, siglato dall’Aran e dalla quasi totalità delle organizzazioni sindacali (Cgil, Uil e Usb fanno eccezione).

Gli aumenti per gli statali

Il ministero per la Pubblica amministrazione, con sigla di Paolo Zangrillo, ha evidenziato in una nota l’introduzione di “numerose innovazioni che garantiscono miglioramenti economici significativi per i circa 195mila dipendenti di ministeri, enti pubblici economici e agenzie fiscali”.

Il contratto prevede 165 euro d’aumento mensile medio a regime, per un totale di 13 mensilità. Un incremento del 6%, cui si aggiunge anche una somma di 1.000 euro di arretrati medi mensili (calcolo fino a dicembre 2024). Ecco degli esempi specifici, al fine di capire a quanto ammonti l’incremento medio lordo:

Smart working

Il lavoro da remoto continua a rappresentare un tema caldissimo, in ambito di rinnovi contrattuali. Per quanto riguarda gli statali, il governo di Giorgia Meloni ha scelto di far saltare la regola che imponeva una prevalenza dell’impiego da ufficio sul cosiddetto smart working.

In alcuni casi il lavoro da remoto potrà superare i 50% del tempo d’impiego. Ciò che è di maggio rilevanza è però di certo l’attenzione rivolta ai dipendenti fragili e caregiver in assistenza di un familiare disabile. Per loro è previsto un lavoro da casa anche tutti i giorni della settimana.

Settimana corta

Importante la sperimentazione della settimana corta, che prevedrà quattro giorni d’impiego. Ciò a patto di mantenere inalterato il totale delle ore settimanali previste: 36. Di fatto i dipendenti andranno spalmare il tutto su quattro giorni e non cinque, senza inficiare sull’operatività degli uffici pubblici.

La giornata lavorativa, per gli ambiti che attueranno tale test organizzativo, sarà dunque di 9 ore (più pausa pranzo). In questa prospettiva, è il caso di sottolinearlo, sarà fondamentale garantire il “livello di servizi resi all’utenza”.

Buoni pasto

Parlare di smart working e buoni pasto è stato per anni motivo di lotte sindacali. In ambito pubblico e privato si riteneva, infatti, che la mancata presenza in ufficio escludesse automaticamente da tale forma di benefit (salvo rare eccezioni aziendali).

Fino a questo contratto, la gestione dei buoni pasto per i dipendenti da remoto è stata di fatto lasciata alle singole amministrazioni. Alcune hanno proseguito nella distribuzione e altre l’hanno falciata. L’accordo prevede ora l’erogazione per la giornata in lavoro agile, a patto che quest’ultima preveda le stesse ore pattuite in presenza.

Rinnovo contratto statali, altre novità

Il nuovo Ccnl consente anche ai soggetti neo assunti di lavorare da remoto. Non si tratterà di un automatismo, bensì della possibilità per le amministrazioni di offrire più giorni in smart working in fase di negoziazione. Uno strumento atto ad attirare nuovi dipendenti e, al tempo stesso, agevolare l’equilibrio vita-lavoro dei fuori sede. Anche in questi casi decade il vincolo della prevalenza dell’impiego in presenza.

Saranno organizzati dei programmi di mentoring e reverse mentoring. L’obiettivo è quello di formare al meglio i dipendenti più giovani, sfruttando le competenze accumulate negli anni dai colleghi più anziani. Il tutto in nome della collaborazione intergenerazionale.

Progressioni di carriera: la proposta di Zangrillo

Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha voluto sottolineare l’importanza della sigla sul nuovo contratto nazionale, “che riguarda 200mila persone e vale anche per i 430mila uomini e donne delle Forze di polizia e militari, che riceveranno 100 euro netti in busta paga”.

Il tutto dopo aver stanziato in Manovra i fondi per i rinnovi 2025-2027 e 2028-2030, spiega. L’ammontare previsto arriverà ai dipendenti tra gennaio e febbraio, al più tardi. Il tutto con l’intento d’essere efficienti nelle trattative per il rinnovo del triennio 2025-27.

Il ministro ha poi parlato di una proposta di legge, che mira a premiare il merito e migliorare le competenze. I dirigenti potranno dunque valutare comportamenti e risultati del personale, con premi rappresentati da progressioni di carriera.

“Il concorso non sarà superato ma affiancato da questa nuova strada per la dirigenza. Tutto avverrà garantendo imparzialità e oggettività della valutazione. Il dirigente non prenderà da solo la decisione”.

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