Resto al Sud 2.0, incentivi fino a 40mila euro per gli under 35 che vogliono aprire nel Mezzogiorno

Il DL Coesione prevede l’istituzione di una misura specifica con lo scopo di promuovere la costituzione di nuove attività nel Sud

Pubblicato: 10 Maggio 2024 09:48

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il Decreto Legge Coesione presentato nei giorni scorsi ha introdotto diverse norme, tra cui una misura agevolativa specificamente destinata ai professionisti e alle imprese del sud Italia, denominata Resto al Sud 2.0.

Resto al Sud 2.0 è un incentivo dedicato ai giovani sotto i 35 anni che desiderano avviare un’impresa nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia. Conosciuto anche come “Investire al Sud”, questa iniziativa supporta il lancio di nuove attività imprenditoriali fornendo voucher e contributi a fondo perduto.

Di cosa si tratta

Questa iniziativa, all’interno del nuovo Dl Coesione, mira a favorire la creazione di nuove attività economiche nel Mezzogiorno d’Italia. Nella versione precedente del bonus Resto al Sud, le regioni interessate includevano Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, le aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria) e le isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. Le nuove aree che potranno beneficiare dei nuovi incentivi saranno determinate dal prossimo decreto interministeriale, anche se visto il nome è probabile che a essere interessate saranno le regioni del Mezzogiorno, mentre quelle del Centro e Nord varrà l’incentivo Autoimpiego Centro-Nord Italia.

La misura riconosce, per l’avvio di nuove attività, voucher da 40 o 50mila euro per l’acquisto di beni e servizi o, in alternativa, contributi a fondo perduto che possono coprire dal 70% al 75% degli investimenti, fino a 200mila euro.

L’agevolazione prevede l’accesso al finanziamento per iniziative economiche volte all’avvio di attività di lavoro autonomo, libero professionale e imprenditoriale. Tali attività possono essere svolte sia individualmente che collettivamente. I contributi saranno anche destinati alle iniziative che richiedono l’iscrizione a ordini o collegi professionali.

Durante il primo periodo, le attività che possono beneficiare dei contributi possono essere avviate tramite l’apertura di una partita Iva, utilizzabile per costituire un’impresa individuale o esercitare un’attività da libero professionista. Inoltre, le attività possono essere svolte attraverso la costituzione di società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, cooperative o tra professionisti.

A chi si rivolge Resto al Sud 2.0

Resto al Sud 2.0 offre agevolazioni ai giovani di età inferiore a 35 anni che soddisfano i seguenti requisiti:

Questo programma finanzia iniziative quali l’erogazione di servizi per la formazione e l’accompagnamento nella fase di progettazione preliminare per avviare un’attività, come previsto dal Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027 e dal programma Gol, un tutoraggio finalizzato all’incremento delle competenze necessarie per sostenere i destinatari nelle varie fasi del loro progetto imprenditoriale e interventi volti a sostenere gli investimenti necessari per avviare l’attività imprenditoriale.

Quali sono gli incentivi e come richiederli

Resto al Sud opera attraverso l’erogazione di aiuti economici a fondo perduto per coloro che desiderano avviare una nuova attività nelle regioni del Mezzogiorno e soddisfano i requisiti della misura. Gli incentivi prevedono:

La misura è finanziata con importi pari a 49,5 milioni di euro per l’anno 2024 e 445,5 milioni di euro per l’anno 2025.

Le istruzioni per richiedere gli aiuti della misura Resto al Sud 2.0 non sono ancora uscite e le modalità precise per accedere ai finanziamenti saranno probabilmente definite attraverso un Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, nonché con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Una volta pubblicate le linee guida e le procedure operative, i potenziali beneficiari potranno presentare le loro domande secondo le indicazioni fornite. Resto al Sud 2.0 dovrebbe essere operativo entro fine 2024.

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