Personale Ata e insegnanti esclusi dai buoni pasto, protestano i sindacati

I sindacati della scuola chiedono al Governo di elargire i buoni pasto anche agli insegnanti e al personale Ata

Pubblicato: 11 Gennaio 2025 17:11

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

I sindacati dei lavoratori della scuola hanno annunciato una nuova battaglia per ottenere l’erogazione dei buoni pasto anche per gli insegnanti e il personale Ata. La legge italiana infatti prevede che tutti i lavoratori subordinati abbiano diritto ad accedere a questo tipo di welfare aziendale, ma con alcune eccezioni.

A non avere diritto ai buoni pasto sono i cosiddetti lavoratori a turno unico, il cui orario di lavoro copre solo una parte della giornata lavorativa tradizionale. Circostanza in cui rientrano anche i lavoratori della scuola, anche se, secondo i sindacati, la situazione degli insegnanti e del personale Ata sarebbe diversa da quanto descritto nei loro contratti.

Perché personale Ata e insegnanti non ricevono i buoni pasto

I sindacati della scuola sono tornati a chiedere che, ai lavoratori del mondo dell’istruzione, siano riconosciuti i buoni pasto. Nella pubblica amministrazione infatti, personale Ata e insegnanti sono gli unici dipendenti che non ricevono questo tipo di welfare aziendale. Questo accade nonostante la legge italiana preveda il diritto a ottenere i buoni pasto per qualunque dipendente subordinato, sia part-time che full-time.

Il contratto nazionale della pubblica amministrazione, che è stato rinnovato l’ultima volta nel 2022 e al quale fa riferimento anche il contratto del personale scolastico, differisce leggermente dalla normativa nazionale. Preve infatti che chiunque lavori per lo Stato per più di 6 ore al giorno abbia diritto a 30 minuti di pausa pranzo. In caso la struttura per cui lavora non fornisca un servizio mensa, il dipendente ha diritto ai buoni pasto.

Le lezioni scolastiche, che occupano gli orari lavorativi ufficiali degli insegnanti e del personale Ata, raramente durano più di 6 ore. Quindi per la legge italiana il personale scolastico non ha diritto ai buoni pasto.

Le critiche dei sindacati

I sindacati criticano però questa interpretazione. I rappresentanti dei lavoratori fanno notare, ad esempio, che spesso gli insegnanti devono fermarsi a scuola dopo gli orari di lezione per i colloqui con i genitori, i consigli di classe e le riunioni. Di conseguenza di fatto il loro orario lavorativo spesso sfora le 6 ore. Da qui la richiesta di ottenere i buoni pasto come gli altri dipendenti della pubblica amministrazione.

Lo fa notare anche Marcello Pacifico, presidente dell’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori): “Il sindacato crede molto in questa battaglia e secondo noi sarebbe importante introdurre dei buoni pasto pari a circa 12-13 euro al giorno” ha dichiarato Pacifico.

“Gli stipendi dei lavoratori della scuola risultano decisamente bassi. Certo, da quando Anief ha conquistato la rappresentatività le cose sono leggermente migliorate: abbiamo ed esempio chiuso il nuovo contratto dopo che sono state stanziate risorse maggiori in più per il personale del comparto istruzione e ricerca” ha poi continuato il presidente dell’Anief.

Pacifico è anche tornato su un altro tema che tocca da vicino gli insegnanti: l’indennità di vacanza contrattuale. Si tratta di una retribuzione ulteriore che molti dipendenti ricevono quando il loro contratto nazionale scade e non viene rinnovato. Gli insegnanti ne hanno ricevuta in passato una molto ridotta rispetto ai colleghi e i sindacati stanno cercando di fare pressione in modo da ottenere una parificazione.

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