Scontro tra sindacati e Bosch per il rischio di chiusura dello stabilimento di Bari. Da tempo in crisi, la fabbrica è recentemente stata riconvertita dall’azienda tedesca alla produzione di parti per biciclette elettriche. Dopo che il boom degli scorsi anni ha saturato la domanda però, non sembrano esserci più le condizioni per giustificare il numero di operai impiegati.
I sindacati chiedono un dialogo con il governo e la diversificazione della produzione dell’impianto, per renderlo più resistente a questo tipo di cambiamenti del mercato. All’azienda invece, i rappresentanti dei lavoratori sottolineano di aver firmato degli accordi nel 2022 che prevedevano la ricerca di nuovi sbocchi per la fabbrica.
I comunicati dei sindacati per la Bosch di Bari
L’impianto Bosch di Bari potrebbe presto chiudere. I sindacati, in un comunicato, hanno spiegato la situazione della fabbrica che impiega oltre 1.600 persone e che è a rischio: “La transizione ecologica unitamente alla mancanza di un efficace piano industriale stanno portando alla chiusura dello stabilimento Bosch di Bari, in cui lavorano circa 1.600 persone, in maggioranza addetti alla produzione di componenti per motori” esordisce la nota di Fim, Fiom, Uilm e Uglm.
“Come parti sociali abbiamo fatto tutto ciò che potevamo, ma non basta: per questo chiediamo l’immediata convocazione da parte del Governo di un tavolo di confronto. La allocazione a Bari di produzioni di componenti per e-bike non solo non ha compensato i cali dei volumi del diesel, ma anzi si sta a sua volta riducendo del 50% rispetto alle aspettative” continuano poi le sigle sindacali.
“O Bosch avvia una seria diversificazione produttiva, oppure lo stabilimento di Bari chiuderà. Come parti sociali chiediamo a Bosch di rispettare gli impegni assunti nell’accordo del luglio 2022 e quindi di adoperarsi per la ricerca di nuovi prodotti, anche oltre il settore dell’automotive, con il giusto supporto di investimenti” conclude poi il comunicato.
Il crollo del mercato delle biciclette elettriche
Come sottolineato dai sindacati, la scelta di Bosch di puntare sul mercato delle biciclette elettriche a pedalata assistita non ha pagato per l’impianto barese. In un mercato in forte crisi come quello delle biciclette, che in Italia ha fatto segnare un -23% alla fine del 2023 rispetto ai 12 mesi precedenti, le e-bike all’apparenza sono ancora in una situazione piuttosto positiva.
Sul 2019, le vendite sono aumentate del 40%. Prima della pandemia però questi mezzi erano quasi del tutto marginali all’interno delle vendite di biciclette. Una crescita di 40 punti percentuali è positiva, ma non è sufficiente a sostenere la totale riconversione di un impianto che in precedenza produceva principalmente componentistica per motori diesel, secondo quanto riportato dai sindacati.
L’impianto Bosch di Bari ha subito il suo ultimo grande ridimensionamento soltanto due anni fa, nel 2022, quando alla fine della pandemia l’azienda tedesca aveva annunciato 700 esuberi, 100 in più di quanti erano stati previsti. Al contempo aveva firmato con i sindacati un accordo per la ricerca di nuovi prodotti per la fabbrica, in modo da aumentarne la diversificazione e la resilienza alle situazioni di crisi. Un’iniziativa che non sembra essere stata portata a termine con sufficiente rapidità. Un ritardo che ora rischia di costare alla città l’intera fabbrica.