Beko conferma 226 esuberi a Fabriano, protesta dei lavoratori: “Proposta inaccettabile”

I lavoratori di Beko a Fabriano scendono in piazza contro i 226 esuberi annunciati. Sindacati e istituzioni chiedono un piano industriale serio per salvare occupazione e territorio

Pubblicato: 4 Marzo 2025 11:09

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La crisi dell’industria degli elettrodomestici colpisce ancora Fabriano. Beko ha confermato il taglio di 226 posti di lavoro nella sede marchigiana, all’interno di un piano che prevede complessivamente 600 esuberi in tutta Italia. La notizia ha portato i lavoratori e le istituzioni locali di fronte alla sede per denunciare una strategia aziendale “inaccettabile”. Chiedono, uniti, un intervento urgente del Governo per salvaguardare l’occupazione.

Sindacati, amministratori locali e cittadini si uniscono così per contrastare la decisione della multinazionale turca, accusata di voler smantellare progressivamente la sede fabrianese a favore di investimenti all’estero. Il nodo principale riguarda non solo gli esuberi, ma anche la mancanza di un piano industriale credibile per il futuro dell’azienda in Italia.

Crisi lavoro alla Beko: il piano “inaccettabile”

I numeri raccontano la crisi del lavoro sul territorio: 226 esuberi solo a Fabriano, a cui si aggiungono 68 tagli tra gli operai dello stabilimento di Melano. Un colpo per la regione, storicamente legata alla produzione di elettrodomestici. Giampiero Santoni (Fim) ha espresso forte preoccupazione:

A Fabriano ci sono 530 impiegati Beko: tagliarne 226 significa svuotare completamente la sede. Così non rimarrà più nulla. Ci aspettiamo un cambio di rotta nell’incontro del 14 marzo.

A fare eco alle parole di Santoni, Pierpaolo Pullini (Fiom), che denuncia l’assenza di una visione strategica:

Bisogna allargare il perimetro delle funzioni strategiche, non solo per salvare l’azienda oggi, ma anche per garantirle un futuro. Senza un piano di sviluppo, rischiamo di perdere un intero settore.

Infine Valentino Mita (Uilm) critica la scelta dell’azienda che penalizza i lavoratori:

Gli impiegati sono la testa di un’azienda. È deprimente constatare che Beko voglia spostare il lavoro in Turchia, sottraendolo all’Italia.

Alla protesta contro gli esuberi: quali sono le richieste

Gli operai non sono soli. Con il richiamo all’unità, allo sciopero, davanti la sede Beko si sono ritrovati il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli, gli europarlamentari Carlo Ciccioli (FdI) e Matteo Ricci (Pd), ma anche gli onorevoli Antonio Baldelli (FdI) e Irene Manzi (Pd), l’assessore regionale Chiara Biondi, la consigliera regionale Mirella Battistoni, la sindaca di Fabriano Daniela Ghergo, il presidente e vicepresidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali e Giancarlo Sagramola. Partecipi anche il vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, monsignor Francesco Massara, i sindaci dell’Ambito 10, quello di Matelica e di alcuni Comuni dell’Umbria.

Così dalla giornata di protesta emergono un segnale di coesione del territorio e diverse richieste. La sindaca di Fabriano ha criticato come la multinazionale non abbia proposto soluzioni concrete di investimenti, ma solo esuberi. Situazione simile a Siena, dove sono a rischio 600 posti di lavoro. “Non vogliamo elemosine, ma un piano industriale vero”, ha aggiunto.

Nel frattempo, i sindacati proseguono la battaglia, con la prossima tappa fissata per il 14 marzo. “Al prossimo incontro ci aspettiamo che vengano prese in considerazione le nostre proposte. Alla politica tutta chiediamo, aldilà della solidarietà, atti concreti di politiche industriali a supporto della trattativa, adesso più che mai fondamentali”, scrivono. Non si esclude un viaggio in Turchia per avere un incontro faccia a faccia con la famiglia proprietaria di Beko. La speranza è che l’azienda riveda le sue posizioni e presenti un piano che garantisca un futuro per i lavoratori di Fabriano e per l’intero comparto degli elettrodomestici in Italia il prima possibile.

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