Videogiochi di trading online, Consob dà l’allarme contro i test di abilità acchiappa-utenti

Si parte giocando con un simulatore di trading online e si finisce per acquistare un costoso corso di formazione. Dopo le autorità spagnole e belghe, anche l'italiana Consob mette in guardia gli utenti

Pubblicato: 8 Luglio 2024 16:05

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Passi qualche minuto a improvvisarti investitore su un videogioco di trading online che (in teoria) dovrebbe fungere da simulatore e dopo qualche click ti ritrovi iscritto a un costoso corso di formazione. Dopo essere stata destinataria di un certo numero di lamentele, la Consob ha pubblicato una nota per mettere in guardia il pubblico dei risparmiatori contro i rischi connessi con le offerte, promosse sul web e sui social media, di esercitazioni che simulano un’attività di trading on line in una sorta di videogioco della finanza.

Consob contro i videogiochi di trading online

Tutti questi videogiochi, talvolta pubblicizzati su note piattaforme video o sui social, hanno uno schema più o meno simile: l’utente viene invitato a superare una serie di prove di abilità al fine di conseguire un profitto. Lo schema prevede l’induzione degli utenti a partecipare a una serie di sfide di trading on line, che nella maggior parte dei casi presuppongono l’iscrizione a corsi di formazione a pagamento.

Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) indica tre nomi per queste challenge online: “Shadow investment game, Funding trading e Financed trading accounts”. Ma nulla esclude che giorno dopo giorno nomi e tipologie di challenge possano moltiplicarsi in maniera esponenziale. Gli utenti vengono invitati a simulare la compravendita di tutta una serie di prodotti finanziari come azioni, obbligazioni, materie prime, criptovalute, Cfd e prodotti forex senza dover utilizzare il proprio denaro.

Dal virtuale al reale

“Prima che i consumatori possano commerciare in prodotti finanziari per una società di prop trading, devono superare una serie di sfide. Questi corsi non sono facili, né economici, e spesso i consumatori devono seguirne e pagarne diversi prima di riuscire a completarli con successo. È molto probabile che alcuni consumatori non riescano mai a superare i corsi. È così che le società di prop trading guadagnano soldi da loro”. Così scrive Fsma, l’equivalente belga della Consob.

In genere, avverte Consob, a chi supera il test viene prospettata la possibilità di passare da un’operatività simulata ad una presunta operatività vera con capitali apparentemente messi a disposizione da società che si definiscono “proprietary firms (prop firms)”. Per allettare i giocatori, viene fatta balenare loro l’opportunità di condividere parte degli eventuali profitti realizzati.

Le segnalazioni

La Consob ha ricevuto varie segnalazioni da parte di utenti che hanno aderito a questo tipo di offerte. Le lamentele riguardano sia il livello di difficoltà dei test, che sarebbero congegnati per spingere i giocatori a ritentare ancora e ancora, sia la mancata condivisione dei presunti profitti.

Consob non parla apertamente di “truffe”. Eventuali profili di illegalità dovranno essere valutati di volta in volta dalle autorità giudiziarie preposte. Tuttavia, dato l’alto numero di segnalazioni ricevute, la Commissione ha deciso di diramare un’allerta rivolta all’utenza.

Caso internazionale

Avvertenze analoghe sui rischi connessi con queste offerte, che possono portare alla perdita delle somme impegnate, oltre che dalla Consob e dalla già citata Fsma sono state diffuse anche dall’autorità nazionale di regolamentazione e di vigilanza sui mercati finanziari in Spagna (Cnmv).

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