Bitcoin da record grazie a Trump, i piani del futuro presidente per una riserva nazionale

Dopo l'elezione di Trump i Bitcoin hanno raggiunti il valore record di 80mila dollari: presto la riserva nazionale

Pubblicato: 10 Novembre 2024 20:10

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Poche ore dopo la conferma della vittoria di Donald Trump in tutti e 7 gli Stati in bilico, le principali criptovalute hanno fatto registrare un ulteriore salto in avanti. Bitcoin, la più famosa e scambiata al mondo, ha superato il record di 80mila dollari e Ethereum il secondo token più importante in circolazione, dei 3.200.

In parte si tratta delle reazioni tipiche dei mercati speculativi a notizie probabilmente positive: Trump ha infatti annunciato tra l’altro una riserva nazionale di criptovalute, che farebbe ulteriormente alzare il prezzo dei token se implementata. Ma si tratta di una crescita che si basa anche su risultati reali, tra cui la situazione economica degli Stati Uniti e il taglio progressivo dei tassi di interesse da parte della Fed.

Criptovalute da record: Bitcoin corre grazie a Trump

Da quando è diventato palese che Donald Trump aveva vinto nuovamente le elezioni presidenziali negli Usa, il valore delle criptovalute ha cominciato ad aumentare. Bitcoin, la più diffusa e scambiata al mondo, è cresciuto del 14,75% nei 5 giorni passati dall’elezione del nuovo presidente americano in pectore. Soltanto nel fine settimana ha fatto un balzo del 4,5%, grazie alla conferma ufficiale che il candidato del partito Repubblicano aveva vinto in tutti e sette gli Stati in bilico.

I valore toccato da Bitcoin al picco di questa corsa è stato di 80mila dollari, un nuovo record storico che supera le vette del 2020. Anche più rapida l’ascesa di Ehtereum, la seconda criptovaluta più importante al mondo, che ha toccato nella giornata del 10 novembre i 3.200 dollari di valore. La sua crescita in percentuale da quando Donald Trump è stato eletto è del 32%, un balzo improvviso che però non rappresenta un nuovo record. Resiste ancora infatti per questo token il picco del 2022.

Già da diversi mesi però le criptovalute stanno facendo registrare ottimi risultati. Il loro andamento, che nei primi anni di vita di questa tecnologia era spesso legato a dinamiche difficilmente interpretabili da parte degli operatori finanziari tradizionali, è diventato moderatamente più prevedibile con il progressivo diffondersi della popolarità dei vari token. Le criptovalute si comportano sempre più spesso come un mercato speculativo. Reagiscono bene a tassi di interesse bassi e grandi disponibilità economiche, mentre tendono ad abbassarsi di valore in caso di crisi economiche o politiche monetarie restrittive.

Perché i Bitcoin stanno andando bene

Una parte della fiammata dei Bitcoin è sicuramente dovuta alle speranze sulle promesse fatte da Donald Trump in campagna elettorale. Non si può però ignorare che le condizioni economiche e finanziarie siano sempre più favorevoli a un aumento di valore di questi asset. Poche ore dopo la vittoria elettorale dei Repubblicani, la Federal Reserve ha annunciato un taglio ai tassi di interesse, atteso ma comunque positivo per un mercato che beneficia molto da una maggiore disponibilità di denaro liquido.

La Fed, che per diversi mesi è sembrata molto cauta nell’abbassare i tassi di interesse sul dollaro, sembra ora convinta che l’inflazione sia sotto controllo. Nel mese di settembre negli Stati Uniti, il dato sull’aumento dei prezzi si è mantenuto attorno al 2,4%, pochi decimi di punto sopra la soglia considerata salutare per un’economia in crescita.  Gli Usa continuano poi a registrare una crescita molto alta del Pil, con ritmi non paragonabili a quelli degli altri Paesi sviluppati.

Infine, il cambio di amministrazione garantirà che non ci saranno ulteriori regolamentazioni del mercato delle criptovalute. Una conferma dei democratici alla Casa Bianca avrebbe predisposto le basi per una nuova ondata regolatoria che avrebbe con ogni probabilità frenato la crescita dei token. Con Donald Trump invece, potrebbe anche verificarsi l’opposto, con una deregulation che accentuerebbe i tratti speculativi e i cambiamenti repentini, verso l’alto e verso il basso, del valore dei Bitcoin.

Le promesse di Donald Trump

Su queste solide fondamenta, che hanno permesso al mercato delle criptovalute di stabilizzarsi su un valore mediamente più alto di quello degli ultimi mesi, si instaura la vittoria di Donald Trump. Il futuro presidente non ha promesso soltanto il blocco delle nuove regolamentazioni sulle criptovalute, ma anche una serie di altri interventi che potrebbero far aumentare il valroe dei token a ritmi precedentemente sconosciuti.

La più importante è quella che ruota attorno alla creazione di una riserva nazionale di criptovalute come asset strategico. La legge esiste già ed è stata proposta dalla senatrice Cynthia Lummis. La creazione di una riserva nazionale di Bitcoin servirebbe a combattere l’aumento del debito. Gli Usa sono già la principale potenza statale tra i detentori di criptovalute, ma si tratta soprattuto del risultato di sequestri ad associazioni criminali che utilizzavano i token per riciclare denaro.

Il piano è ben più ambizioso. Si tratta dell’acquisto del 5% della riserva globale di Bitcoin. Nel 2024 ci sono circa 20 milioni di Bitcoin in circolazione. Questo significa che gli Usa punterebbero all’acquisto di circa 1 milione di token. Al valore attuale, si tratterebbe di una spesa di 80 miliardi di dollari. Una cifra quasi sicuramente sottostimata, dato che il solo annuncio di un’operazione di questo tipo farebbe aumentare rapidamente, con ogni probabilità, il valore della criptovaluta.

Tra le aziende ad attendere maggiormente sviluppi di questo tipo ci sono i maggiori crypto exchange, come Coinbase e Binance. Quest’ultima è stata colpita da una multa da 4,3 miliardi di dollari per aver permesso a imprenditori russi di utilizzare i propri servizi in modo da aggirare le sanzioni comminate loro dai Paesi occidentali a causa della guerra in Ucraina. Secondo le dirigenze di queste aziende però, la nuova amministrazione Trump segnerà l’inizio dell’età dell’oro delle criptovalute.

Non tutti sono però così positivi riguardo alla realizzazione dei piani di Donald Trump. Alcuni esperti hanno messo in guardia dalla mancanza di conoscenze tecniche riguardo al tema delle criptovalute da parte del futuro presidente degli Stati Uniti e dei membri più importanti del suo staff. In particolare David Yermack, professore di finanza alla New York University’s Stern School, ha dichiarato: “Trump ha fatto promesse molto estreme durante la campagna elettorale. Ma se ascoltate i suoi discorsi, vi renderete conto che non ha la minima idea di cosa sia un asset digitale.”

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