Dove resta l’obbligo di mascherine dopo il 15 giugno e dove scompare

L'obbligo di mascherina è ancora valido fino al 15 giugno. E dopo, cosa succede? Rimarrà ancora obbligatoria in alcuni contesti: ecco quali

Pubblicato: 30 Maggio 2022 13:49

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Dal 1° maggio 2022 la mascherina non è più obbligatoria, ma è raccomandata in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico. Rimane obbligatoria fino a mercoledì 15 giugno per mezzi di trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza, eventi e competizioni sportive al chiuso, spettacoli al chiuso, strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali e scuola, fino alla fine dell’anno scolastico.

Dove sono ancora obbligatorie le mascherine FFP2 fino al 15 giugno

Inoltre, resta l’obbligo di utilizzare le mascherine di tipo FFP2 per:

Mascherine, cosa cambia dopo il 15 giugno: dove resta l’obbligo e dove no

In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Salute Roberto Speranza ha anticipato le prossime mosse del Governo. Mentre la Germania ha prorogato l’obbligo di mascherine fino a settembre, e il Regno Unito invece lo ha tolto, secondo quanto annunciato dal ministro, anche dopo il 15 giugno continueremo a tenere le mascherine in alcuni contesti.

Prima di tutto, a scuola resta l’obbligo di mascherine fino al termine dell’anno scolastico e quindi anche per gli studenti che dovranno affrontare l’esame di maturità. “Il decreto prevede l’obbligo fino al termine dell’anno scolastico” precisa Speranza.

Intanto, “è un bel risultato” aver azzerato la Dad negli ultimi mesi, “questo era il primo obiettivo del governo. Come ha detto il presidente Draghi, l’auspicio di tutti noi è che l’anno prossimo ci siano condizioni epidemiologiche favorevoli, che ci facciano superare anche quest’obbligo”.

Inoltre, la mascherina continuerà ad essere obbligatoria nei presidi sanitari, mentre “sicuramente” la toglieremo nei cinema e nei teatri. Quanto ai mezzi di trasporto il Governo valuterà nelle prossime settimane sulla base dei dati epidemiologici.

Quale scenario Covid in autunno: quarta dose per tutti?

Per quanto riguarda l’autunno, Speranza ha evidenziato come gli scienziati ritengono possibile una ripresa della circolazione del virus, con una possibile sesta ondata Covid, ma, dice, “l’Italia ha uno scudo forte: oltre il 90% dei cittadini sopra i 12 anni ha completato il ciclo primario di vaccinazione. Guardiamo con fiducia alla ripresa in autunno, però sarebbe un errore pensare che il Covid sia sconfitto. I documenti dell’ultimo G7 parlano di una partita ancora aperta”.

Infine, su una possibile quarta dose estesa a tutta la popolazione, l’auspicio del ministro è che a ottobre avremo vaccini aggiornati a Omicron e, a quel punto, “valuteremo se sottoporre al richiamo altre categorie”.

Al Consiglio dei ministri europei della Salute Speranza alcuni giorni fa aveva ricordato come “siamo in una fase nuova grazie ai vaccini. Abbiamo messo alle spalle le misure restrittive degli anni precedenti proprio grazie a questo altissimo livello di vaccinazione. Penso che sia arrivato il momento – ha detto – di discutere insieme, a livello europeo, su come affrontare le prossime settimane e, in modo particolare, lavorare per avere una posizione univoca su tempi e fasce generazionali a cui somministrare la quarta dose“.

Una richiesta formale quella di Speranza, che invoca una posizione unitaria, dei Paesi europei, delle agenzie, della Commissione sulla quarta dose, perché scelte non omogenee nei diversi Paesi europei “finiscono solo per disorientare e non aiutano le campagne vaccinali”. Per questo il ministro ha chiesto che venga dato mandato alla Commissione, d’intesa con la presidenza di turno, di fare in tempi stretti una proposta in tal senso basata esclusivamente sull’evidenza scientifica.

Vaiolo delle scimmie: dobbiamo preoccuparci?

Sull’altro tema caldo di queste settimane Speranza tranquillizza: “Il vaiolo delle scimmie non è il Covid due, è un’altra partita. È comprensibile che l’opinione pubblica sia spaventata, ma questo virus lo conosciamo da molti anni, abbiamo sia i vaccini che i farmaci antivirali e abbiamo attivato tutte le reti di sorveglianza”.

Va detto infatti che la letalità è molto bassa, la trasmissione è più difficile rispetto al Covid e la comunità scientifica non si aspetta contagi di massa. “Nel nostro Paese i contagi sono una decina o poco più, stiamo seguendo l’evoluzione con la massima attenzione e sarebbe sbagliato suscitare un allarmismo che oggi non ha fondamento”.

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