Impennata di truffe, conti prosciugati: le operazioni a rischio e l’identikit dei clienti colpiti

Sempre più italiani vittime di truffe online, che, seppur in lieve diminuzione, crescono però per quanto riguarda gli importi sottratti. I dati dell'Osservatorio CRIF

Pubblicato: 3 Settembre 2024 17:18

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Sempre più italiani vittime di truffe online, che, seppur in lieve diminuzione, crescono però per quanto riguarda gli importi sottratti. La fotografia scattata dall’Osservatorio CRIF – Mister Credit sulle Frodi Creditizie relative all’intero 2023 non lascia scampo. Diminuiscono leggermente le frodi, scende l’interesse dei truffatori per le carte di credito, ma aumentano di parecchio le cifre rubate sui conti degli italiani. Vediamo nel dettaglio cosa dice il report.

Nel 2023 oltre 30mila truffe bancarie: rubati in media 4.666 euro

Italia patria del spoofing, ma non solo. Le frodi basate sul furto di identità rimangono una minaccia preoccupante per il settore del credito, in particolare per il credito al consumo. Stando ai dati riportati dall’Osservatorio CRIF – Mister Credit sulle Frodi Creditizie relative all’intero 2023, lo scorso anno sono stati registrati oltre 32.400 casi di truffe in Italia, con un importo medio per frode di 4.666 euro.

Sebbene il numero di casi sia in leggero calo rispetto all’anno precedente (-5,4%), il valore economico complessivo è in aumento del +14,5%, superando i 151 milioni di euro. Ancora più allarmante è l’aumento del +21,1% dell’importo medio frodato, con un impatto ovviamente più pesante per le vittime.

“I dati riportati dal nostro Osservatorio confermano la necessità di un impegno congiunto su più fronti per contrastare efficacemente le frodi creditizie basate sul furto di identità” spiega Beatrice Rubini, Executive Director della linea Mister Credit di CRIF. “Se i frodatori appaiono sempre più esperti, aiutati anche dalle nuove tecnologie che permettono attacchi sempre più sofisticati e credibili, gli utenti invece non appaiono in grado di difendersi”.

In linea con i risultati dello studio OECD/INFE del 2023, che evidenzia una correlazione tra la bassa conoscenza finanziaria e la maggiore vulnerabilità alle frodi, serve rafforzare l’educazione finanziaria. Oltre a strumenti di prevenzione sempre più sofisticati, è fondamentale dotare i cittadini di conoscenze e competenze adeguate a riconoscere e difendersi da tentativi di truffa (qui i consigli che ha fornito qualche mese fa Consob).

“I player finanziari devono continuare a investire per potenziare i sistemi di prevenzione e controllo, facendo leva su analytics e piattaforme digitali avanzate, ad esempio sfruttando le potenzialità offerte dall’AI, per rendere i processi di onboarding e origination del credito sempre più efficienti e sicuri”, commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Truffe in banca, quanti soldi vengono sottratti

L’importo medio delle truffe è in crescita. Se da un lato diminuiscono i casi di frode con importi inferiori ai 1.500 euro (-25,8%) attestandosi al 28,8% del totale, dall’altro assistiamo a una crescita delle frodi con importi più elevati.

In particolare, si registra un aumento del +12,9% delle frodi nella fascia tra i 1.500 e i 3.000 euro, segnale di un’evoluzione dei frodatori, sempre più capaci di colpire persone con maggiore capacità di spesa. Ancora più allarmante è l’impennata delle frodi con importi compresi tra i 5mila e i 10mila euro, che registrano un incremento del +46,7%, e di quelle con importo superiore ai 20mila euro, in crescita del +28,6%.

Ecco una sintesi qui di seguito delle fasce di importi più rubati:

  1. da 0 a 1.500: 28,8% (-25,8%)
  2. da 20.001 in su 17,1% (+28,6%)
  3. da 1.501 a 3.000: 16,6% (+12,9%)
  4. da 5.001 a 10.000: 11% (+46,7%)
  5. altro: 10,3%
  6. da 10.001 a 20.000: 8,3% (-5,7%)
  7. da 3.001 a 5.000: 7,9% (-21,8%).

Le categorie di finanziamento più oggetto di truffa

Dove colpiscono di più i truffatori? La categoria più esposta alle frodi è quella dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (45,3% del totale). Un dato che CRIF definisce “preoccupante” perché evidenzia un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, e “ancora più allarmante” è l’aumento del +18,2% dei casi di frode su prestiti finalizzati. In diminuzione invece l’importo medio, che subisce un calo del -19%, attestandosi a 5.968 euro.

Anche i prestiti personali vedono un aumento delle frodi, con un incremento del +14% dei casi nel 2023 rispetto al 2022. Questa tipologia di finanziamento raggiunge l’importo medio delle frodi maggiore tra le categorie analizzate dei prestiti personali, superando i 13.500 euro.

A differenza dello scorso anno, l’interesse dei truffatori sembra diminuire invece nei confronti delle carte di credito, incluse le revolving: -32% il dato, anche se resta alto l’importo medio rubato che si aggira intorno ai 7.500 euro.

Diverso invece il discorso per chi fa acquisti online. Crescono infatti le truffe nell’e-commerce. In particolare, su quelle piattaforme che offrono soluzioni di pagamento “Buy now, pay later” (BNPL) quasi triplicate nel 2023, anche se rappresentano ancora una quota marginale (3,6%) del totale delle frodi.

Ecco una sintesi delle categorie bancarie in cui ci sono più truffe:

  1. prestiti finalizzati: 45,3%
  2. carte di credito: 17,7%
  3. prestiti personali: 15,2%
  4. altro: 7,3%
  5. fidi: 5,8%
  6. mutui: 4,3%
  7. compra ora e paga domani: 3,6%
  8. leasing auto: 0,7%.

La buona notizia, almeno, è che, in controtendenza rispetto al 2022, lo scorso anno le vittime ci hanno un po’ meno ad accorgersi della truffa (anche se il 16,3% viene scoperto addirittura dopo oltre 5 anni). Il 39,1% delle frodi è stato scoperto nei primi 6 mesi e il 17,7% entro l’anno. Questo probabilmente sia per la maggiore attenzione degli italiani sia perché sono sempre di più i casi in cui i truffatori forniscono i recapiti reali della vittima, che al primo sollecito di pagamento del prestito si rende conto del raggiro.

Con quali acquisti si rischiano più frodi

Da sottolineare, per quanto riguarda gli acquisiti degli italiani in cui si rischiano più truffe, l’attenzione sempre più alta dei frodatori per oggetti di elevato valore.

Salgono infatti le truffe per gli acquisti di auto e moto (+29,4%), che sfiorano l’11,3% dei casi, e quelle dei consumi, in cui rientrano tra gli altri abbigliamento sportivo e beni di lusso, che registra un incremento del +68,4% delle frodi, attestandosi all’8,4% del totale. A farla da padrone tra le categorie di beni oggetto di più truffe sono però sempre loro, gli elettrodomestici, con una quota del 26,4% sul totale.

In aumento anche le spese per la salute, come quelle mediche o odontoiatriche, che vedono un aumento del +13,7%, e il settore dell’arredamento, con un incremento del +11,9%.

Ecco per quali acquisti si rischia maggiormente di essere truffati:

  1. Elettrodomestici: 26,4% sul totale (-15,2% sul 2022)
  2. Altro: 24,8% (-8,7%)
  3. Auto-moto: 11,3% (+29,4%)
  4. Consumi: 8,4% (+68,4%)
  5. Elettronica-informatica-telefonia: 6,9% (+9,1%)
  6. Arredamento: 5,6% (+11,9%)
  7. Immobili/ristrutturazione: 5,6% (+0,6%)
  8. Finanziarie/assicurazioni: 5,3% (-12,4%)
  9. Spese per la salute: 4,3% (+13,7%)
  10. Viaggi/intrattenimento: 1% (-6,6%)
  11. Spese professionali: 0,6% (+61,5%).

Chi viene truffato di più e dove: l'”identikit della vittima perfetta”

Ma chi sono i più colpiti, e dove? I più colpiti dalla truffe bancarie sono i 41-50 anni (22,5% sul totale delle vittime) seguiti dai 31-40 anni (20,8%). L’aumento percentuale più significativo delle truffe riguarda però gli ultrasessantenni (+9,7%), mentre calano in maniera evidente i raggiri tra gli under 30 (-12,1%).

Guardando invece la ripartizione geografica, le regioni più colpite sono sempre quelle degli ultimi anni, ma in percentuali diverse:

  1. Lombardia: 13,8% sul totale (+19,1% sul 2022)
  2. Sicilia: 13,1% (+5,6%)
  3. Campania: 12,7% (-24,7%)
  4. Lazio: 9,3% (+1,8%)
  5. Puglia: 8,% (-16,9%)
  6. Piemonte: 7,4% (+24,2%)
  7. Emilia-Romagna: 5,6% (+3,3%)
  8. Calabria: 5,5% (-12,5%)
  9. Veneto: 5% (+23,2%)
  10. Toscana: 4,7% (+10,4%)
  11. Sardegna: 3% (+2,5%)
  12. Abruzzo: 2,5%(+10%)
  13. Liguria: 2,3% (-3,6%)
  14. Marche: 1,5% (+4,4%)
  15. Friuli-Venezia Giulia: 1,2% (+28,3%)
  16. Umbria: 1% (+5,5%)
  17. Trentino-Altro Adige: 0,9% (+26,6%)
  18. Basilicata: 0,8 (+17,6%)
  19. Molise: 0,5% (-21,8%)
  20. Non dichiarato: o,3% (-21%)
  21. Valle d’Aosta: 0,1% (-1,3%).

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