Stop al pesce fresco a tavola dopo la conferma del fermo pesca e del blocco delle attività in alcune regioni d’Italia, dal 1° al 30 ottobre le operazioni si sospendono in diversi porti.
Vediamo dove e cosa cambia.
Fermo pesca dal 1° al 30 ottobre: i porti italiani coinvolti
Stop al pesce fresco a tavola nel mar Tirreno a seguito del fermo pesca confermato e che bloccherà le attività delle marinerie da Genova a Livorno, da Napoli a Gioia Tauro, da Palermo a Cagliari.
A darne notizia è Coldiretti Impresapesca in occasione dell’avvio del provvedimento che dal 1° al 30 ottobre ferma le operazioni nei porti di:
- Liguria;
- Toscana;
- Campania;
- Calabria;
- Sicilia;
- Sardegna.
Dal 3 ottobre riprendono, invece, quelle nel tratto di costa tra mar Ionio e Tirreno che va da Brindisi a Reggio Calabria. Esente la zona di Roma dove le attività di erano già fermate nel mese di giugno.
“Il fermo cade quest’anno in un momento difficile – denuncia Coldiretti Impresapesca – per la flotta con l’impennata del prezzo del gasolio che negli ultimi tre mesi ha fatto registrare un incremento del +25%, fino a 90 centesimi al litro. Ma a pesare son anche le nuove linee di indirizzo della Commissione Ue a partire dal divieto del sistema di pesca a strascico e dalla restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, denuncia Coldiretti Impresapesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030. Senza dimenticare l’invasione del granchio blu che sta danneggiando gravemente le attività di acquacoltura lungo tutta la Penisola”.
Quale pesce è consigliato consumare a tavola
Nonostante l’interruzione dell’attività sulle tavole delle regioni interessate, Coldiretti Impresapesca ha precisato che sarà comunque possibile pescare pesce azzurro come le alici e le sarde, pesce spada, ma anche spigole, orate, sogliole, cannocchie, vongole e cozze provenienti dalle barche della piccola pesca, dalle draghe e dall’acquacoltura.
Il consiglio, spiegano gli esperti, è comunque quello di verificare bene le informazioni in etichetta sui banchi di pescherie e supermercati, anche se per assicurare reale trasparenza occorrerebbe arrivare all’etichettatura obbligatoria dell’origine anche al ristorante.
Se viene spacciato come pesce fresco qualcosa di proveniente dai luoghi in cui non si può pescare in questo periodo, a meno che non si tratti di attività di pesca piccole, c’è ovviamente qualcosa che non va. Per cui, o non è chiara l’origine o non è chiaro il venditore.
Dove si può ancora pescare
Torna il pesce fresco a tavola lungo tutto l’Adriatico invece con lo stop al fermo pesca nel tratto di costa da San Benedetto e Termoli, dopo la fine, dal 24 settembre, del blocco che era scattato il 19 agosto scorso. Restano, invece, fermi in porto i pescherecci nella fascia di costa da Brindisi a Reggio Calabria.
Via libera dunque – sottolinea la Coldiretti – lungo la costa adriatica a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero della stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano.
Il consiglio è comunque, rimane anche in questo caso è quello di verificare bene le informazioni in etichetta sui banchi di pescherie e supermercati.