Sciopero nazionale 12 dicembre, solo treni e bus fermi: gli aerei volano

Dal trasporto ferroviario ai servizi pubblici, sono tanti i settori coinvolti nella protesta Cgil contro la legge di Bilancio definita "ingiusta"

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Venerdì 12 dicembre è stato chiamato uno sciopero generale da parte della Cgil. Incroceranno le braccia i settori pubblici e privati per l’intera giornata. La protesta è stata chiamata contro la legge di bilancio, definita ingiusta.

Per 24 ore sono a rischio trasporti, scuola e servizi sanitari. Come da obblighi previsti dalla legge 146/1990, resteranno operative delle funzioni considerate essenziali.

Per i trasporti sono quindi previste delle fasce di garanzia, mentre lo sciopero dei Vigili del Fuoco è ridotto da 24 ore ad appena 4 ore.

Sciopero generale: chi si ferma il 12 dicembre

La confederazione generale italiana del lavoro, la Cgil, ha chiamato uno sciopero generale di 24 ore contro la Legge di Bilancio. Per 24 ore si fermano tutti i settori pubblici e privati, anche in appalto e strumentali. Nei settori e comparti tenuti al rispetto della legge 146/1990 saranno garantite delle prestazioni indispensabili, come da regolamento di settore.

Si fermano:

Sono invece esentati dall’adesione allo sciopero generale nazionale:

Sciopero dei treni: cancellazioni e ritardi

Il settore dei trasporti su rotaie si ferma. Sarà coinvolto tutto il personale del trasporto ferroviario e la mobilitazione avrà inizio da mezzanotte tra giovedì 11 e venerdì 12, fino alle 21 di venerdì 12 dicembre.

Restano garantiti treni a lunga percorrenza, secondo gli accordi con le aziende, e i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali, le cosiddette fasce di garanzia:

Attenzione: il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ricorda che potrebbero esserci cancellazioni e ritardi e per questo invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione.

Sciopero del trasporto pubblico: le città coinvolte

Si ferma anche il trasporto pubblico, ma le modalità cambiano a seconda del territorio. Per esempio, a Milano l’Atm potrebbe non fornire collegamenti dalle 8:45 alle 15.

A Venezia i servizi minimi saranno garantiti, anche le corse del traghetto, mentre il servizio automobilistico e tranviario sarà garantito dalle 6 alle 8:59 e dalle 16:30 fino alle 19:29.

A Torino il Gruppo Torinese Trasporti ha previsto delle fasce di garanzia dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15 per il servizio urbano-suburbano. Il servizio bus, come la linea 3971, avrà inizio dalle otto e sarà poi garantito dalle 14:30 alle 17:30.

Altre città:

Sciopero autostrade e logistica

Per 24 ore si fermano tutti gli addetti alla viabilità di Autostrade e Anas, anche se sono garantiti servizi minimi per la sicurezza della circolazione stradale. Si fermano anche i lavoratori del trasporto merci e logistica, gli appalti ferroviari, i lavoratori portuali e i taxi, che garantiscono servizi minimi.

Il personale degli scuolabus si ferma per il solo servizio di ritorno all’istituto scolastico.

Restano esenti il personale Atac di Roma, il settore dell’igiene ambientale, il personale del ministero della Giustizia e il trasporto aereo.

Le motivazioni dello sciopero

La Cgil ha chiamato lo sciopero e una serie di piazze in tutta Italia per manifestare contro la Legge di Bilancio definita “ingiusta”. I temi sono la pensione, la sanità, l’istruzione, la casa e la sicurezza sempre più trascurate.

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Gli obiettivi dichiarati sono di sostenere le categorie in tutte le vertenze aperte con le controparti per il rinnovo dei contratti scaduti e lanciare una vera e propria vertenza nei confronti del governo per cambiare la manovra di Bilancio sulla base delle nuove richieste.

Le richieste sono:

E per farlo chiedono di prendere i soldi dai profitti, gli extra-profitti, le grandi ricchezze e l’evasione fiscale, anche chiedendo un contributo di solidarietà all’1% della popolazione più ricca così da finanziare politiche a beneficio del restante 99%.

Secondo i calcoli della Cgil:

La nostra proposta garantirebbe 26 miliardi all’anno in più, per finanziare tutto ciò che rivendichiamo, a partire dalla sanità.

La protesta vuole anche spingere il Governo a rinunciare alla corsa al riarmo e non far parte di quella visione di un’Europa che vuole riconvertire l’economia a un’economia di guerra, sottraendo persone e risorse ad altri obiettivi.

Solo l’Italia, ricordano, entro il 2035 arriverà a spendere quasi 1.000 miliardi di euro per la Difesa (l’obiettivo 5% del Pil in difesa).

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