Rimborsi in autostrada per code e cantieri, ma ottenerli è quasi impossibile

Dal 2026 scatta il diritto al rimborso del pedaggio per code prolungate e cantieri. Le scadenze, le soglie minime di ritardo e le eccezioni

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha dato il via libera al rimborso del pedaggio in caso di disagi per cantieri o blocchi prolungati del traffico. Una decisione che risponde a un’esigenza concreta e che mira a offrire maggiori garanzie agli automobilisti che quotidianamente restano bloccati in autostrada. Ma ricevere questi rimborsi non è così semplice come si può pensare.

Le date da ricordarsi

Le misure diventeranno pienamente operative secondo un calendario ben definito:

L’Autorità ha inoltre previsto un periodo di monitoraggio fino al 31 dicembre 2027 per valutare l’efficacia del meccanismo e apportare eventuali modifiche.

A quanto ammonta il rimborso

Il cuore del provvedimento risiede nei criteri specifici per attivare il diritto al rimborso in autostrada, differenziati in base alla tipologia di disagio e alla lunghezza del percorso. Se il traffico è dovuto dai cantieri, la soglia minima di ritardo per l’indennizzo varia:

Per i blocchi del traffico dovuti a incidenti o eventi eccezionali in autostrada, l’indennizzo viene calcolato in percentuale sul pedaggio della tratta bloccata:

Arriva l’app unica per i rimborsi

Il sistema dovrebbe essere il più automatizzato possibile, con l’obiettivo di gestire le informazioni sulla viabilità e i rimborsi attraverso un’app unica per tutti i gestori. Gli utenti che non vorranno o potranno utilizzare l’applicazione avranno comunque a disposizione canali alternativi come numeri verdi e portali web dedicati. Tra le caratteristiche di quest’applicazione c’è:

Perché riceverli è complesso

Tuttavia, il risarcimento presenta significative limitazioni. Sono infatti esclusi:

Il punto più critico riguarda il recupero dei costi da parte dei concessionari. Per gli indennizzi da cantieri è previsto un periodo transitorio (fino al 2030) in cui i gestori possono recuperare gran parte delle somme attraverso aumenti tariffari futuri. Per i blocchi del traffico, il recupero è totale a condizione che i concessionari dimostrino un evento di forza maggiore.

Questo è alla base delle perplessità sollevate da molti: l’automobilista riceve un indennizzo per il disagio, ma il concessionario può recuperare la stessa somma attraverso adeguamenti tariffari. A questo si aggiungono le soglie considerate da molti eccessivamente alte (come le tre ore per il rimborso integrale) e l’esclusione dei cantieri mobili. E in diversi vedono questo nuovo diritto come una tutela più formale che sostanziale, che non produce un giusto risarcimento per la maggioranza dei disagi quotidiani.

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