Scattano le limitazioni alla circolazione a Milano e in altre 8 province lombarde a causa dello superamento per il quarto giorno di fila dei valori limite del Pm10. A partire da lunedì 18 febbraio nell’hinterland del capoluogo meneghino, così come nei territori di Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia, saranno in vigore le misure anti-smog di primo livello, le stesse norme già adottate da sei province lombarde lo scorso 30 gennaio.
Il piano anti smog
Lo sforamento dei livelli di guardia del particolato nell’aria ha fatto scattare l’allarme inquinamento nella Pianura Padana già da alcune settimane, fino ad arrivare all’applicazione delle regole per fare abbassare l’emissione delle polveri sottili.
Le misure temporanee di primo livello del piano anti-smog prevedono, il divieto di circolazione in tutti i giorni della settimana dalle 7:30 alle 19:30 per quanto riguarda di mezzi fino a euro 1 benzina e fino a euro 4 diesel nei Comuni con oltre 30mila abitanti.
Per quanto riguarda Milano, rispetto ai divieti già in vigore in Area B, le restrizioni sul traffico valgono anche nelle giornate di sabato e di domenica, e interessano pure i veicoli Euro 4 diesel commerciali anche se dotati di Filtro Antiparticolato (Fap) e gli Euro 0 e 1 a Gpl e metano.
Le regole di primo livello per fronteggiare l’inquinamento in Lombardia stabiliscono, inoltre, che il riscaldamento non superi i 19 gradi e proibiscono nell’ambito dell’agricoltura di spandere liquami, digestati, fanghi di depurazione, fertilizzanti salvo iniezione e interramento immediato. Vietato accendere fuochi all’aperto e di utilizzare stufe a legna con classe emissiva fino a tre stelle, in presenza di impianto alternativo.
I dati sull’inquinamento
L’allarme smog è tornato all’attenzione della cronaca, in particolare a Milano, dopo che la metropoli meneghina è stata posizionata al terzo posto della classifica delle città più inquinate del mondo dall’azienda svizzera specializzata in tecnologia per la qualità dell’aria, IqAir (qui abbiamo parlato di Milano come terza città più inquinata al mondo).
La società elvetica ha etichettato l’aria del capoluogo lombardo come “non salutare”, preceduta soltanto da Chengdu in Cina e da Dhaka in Bangladesh e davanti a Delhi, in India (qui per conoscere le 18 città italiane fuorilegge per l’inquinamento).
La graduatoria è stata pubblicata su diversi media ed rimbalzata velocemente sui social, scatenando le polemiche tra la stampa e il primo cittadino di Milano.
“Sono rivelazioni estemporanee fatte da un ente privato – ha detto il sindaco Giuseppe Sala rispondendo a un giornalista – io sono anche seccato di dover rispondere a domande su questioni che non esistono. Noi stiamo lavorando per migliorare l’aria, Arpa dice che è migliorata anche se io sostengo che non è abbastanza. Parliamo di cose serie e questa non è una cosa seria“, ha concluso sottolineando che si tratta di notizie da social.
“Le misure sul miglioramento della qualità dell’aria in Lombardia proseguono” ha dichiarato, invece, l’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione commentando lo sforamento dei livelli di polveri sottili in 9 province su 12 in Lombardia (qui abbiamo riportato le misure sul blocco-smog a Milano e in altre città italiane).
“Investiremo anche quest’anno 30 milioni di euro per il rinnovamento degli impianti di riscaldamento e dei veicoli circolanti. In cinque anni – ha ricordato – gli investimenti complessivi legati alla sostenibilità ambientale in Lombardia ammontano a 19 miliardi”.
E inoltre “negli ultimi 20 anni le misure adottate dalla Regione, gli investimenti fatti dalle imprese e i comportamenti virtuosi dei cittadini hanno portato a una riduzione del 39% delle concentrazioni di Pm10 e del 45% delle concentrazioni di No2. Questi sono i dati di sistema sui quali calibrare le politiche ambientali. Nel frattempo, in considerazione delle condizioni meteo che determinano il ristagno degli inquinanti al suolo – ha concluso – attiviamo le misure temporanee previste dalla norma”.