Con l’arrivo dell’autunno si avvicina anche il momento di accendere i termosifoni in molte abitazioni italiane. Nella seconda settimana di settembre le temperature sono calate bruscamente e in alcune zone si avverte già il freddo. Tuttavia, salvo situazioni particolari, sarà necessario attendere ancora prima di poter accendere il riscaldamento.
L’uso degli impianti termici domestici è infatti regolamentato dalla legge. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013 stabilisce la gestione dei sistemi di riscaldamento, fissando le date di accensione e spegnimento, oltre alle ore giornaliere, per ciascuna zona climatica.
Quando accendere i riscaldamenti nel 2024: regole e orari
Considerando la varietà climatica del territorio italiano, le città sono suddivise in 6 diverse zone, determinate in base alle temperature medie. Questo sistema garantisce un equilibrio tra la necessità di limitare l’uso dei termosifoni e quella dei cittadini di riscaldare le proprie abitazioni. Le date di accensione del riscaldamento vengono stabilite dai singoli Comuni, che al momento non si sono ancora pronunciati. Tuttavia, possono essere previste deroghe comunali in presenza di condizioni particolari, come è avvenuto in aprile quando alcuni comuni decisero di riaccendere i termosifoni dopo un calo repentino delle temperature.
Di seguito, ecco la divisione delle zone e le date di accensione:
- Zona A: Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa; i termosifoni possono essere accesi dal 1° dicembre per un massimo di 6 ore al giorno e devono essere spenti entro il 15 marzo, secondo quanto stabilito dal decreto.
- Zona B: province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani; il riscaldamento può essere acceso dal 1° dicembre, per un massimo di 8 ore al giorno, con spegnimento previsto entro il 31 marzo.
- Zona C: Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto; i riscaldamenti possono essere attivati dal 15 novembre e rimanere accesi fino al 31 marzo per un massimo di 10 ore giornaliere.
- Zona D: Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo; qui l’accensione dei riscaldamenti è consentita a partire dal 1° novembre per un massimo di 12 ore giornaliere, con spegnimento entro il 15 aprile.
- Zona E: province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza; i riscaldamenti possono essere accesi dal 15 ottobre per un massimo di 14 ore al giorno, con spegnimento previsto per il 15 aprile.
- Zona F: Belluno, Cuneo e Trento, dove non ci sono limiti di orario o di date per l’uso dei riscaldamenti.
Cosa rischia chi non rispetta i limiti sul riscaldamento
La temperatura massima consentita all’interno delle abitazioni riscaldate dai termosifoni è di 19 gradi, con una tolleranza di 2 gradi. Per chi vive in condominio, potrebbero inoltre essere previste regole più specifiche sull’uso del riscaldamento centralizzato, stabilite nel regolamento condominiale, che è importante rispettare per evitare sanzioni.
Chi non rispetta le regole sul riscaldamento rischia una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 500 euro a un massimo di 3mila euro, come previsto dalla direttiva dell’Unione Europea di riferimento. A queste si aggiungono eventuali multe previste dal regolamento condominiale, che possono arrivare fino a 200 euro per singola violazione, aumentando a 800 euro in caso di recidiva. Inoltre, gli enti locali, come i Comuni che emettono le ordinanze, potrebbero stabilire ulteriori sanzioni.