Startup, le idee green su cui investire per salvare il pianeta

Dall’acceleratore Zero progetti sostenibili e hitech che rivoluzioneranno logistica, ciclo dei rifiuti e produzione industriale

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

La transizione ecologica verso un’economia sempre più verde è oggi una delle sfide più importanti per il futuro del pianeta. Basta un dato per far capire a tutti quanto sia urgente un cambio di passo. Si stima infatti che, per evitare l’incremento della temperatura su scala globale di oltre un grado e mezzo della scala Celsius, il processo di decarbonizzazione debba oggi procedere a un tasso di crescita di quasi il 13%, otto volte superiore a quanto registrato annualmente a partire dal 2020.

Le startup cleantech, quelle cioè che lavorano a tecnologie in grado di rendere più sostenibili tanto i consumi quanto i processi produttivi, svolgono un ruolo centrale nell’accelerare questo processo. Insieme alle pmi innovative sono il motore della crescita occupazionale.

Di sicuro ci credono gli investitori, che solo nel 2021 hanno scommesso oltre 44 miliardi di dollari su queste giovani aziende. Nel primo trimestre 2022 la quota è ancora ferma a 9 miliardi, ma le proiezioni vedono il settore crescere a un tasso superiore rispetto al mercato. Ecco le cinque grandi sfide del comparto secondo l’imprenditore Alberto Mattiello.

Cos’è Zero, l’acceleratore di startup a difesa dell’ambiente

Stimolare la nascita di nuove imprese innovative cleantech e supportarne la crescita è la mission di Zero, l’acceleratore di startup della Rete Nazionale Acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti, la società per azioni controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze e da diverse fondazioni bancarie.

Partner dell’iniziativa l’energivora Eni, la holding LVenture Group e la cooperativa sociale Elis. Supportano la multiutility Acea, il gigante della telefonia Vodafone, la multinazionale dei computer Microsoft e Maire Tecnimont, leader del comparto di impiantistica.

Cos’è Joule, la scuola Eni per startup

In particolare la prima ospita presso i suoi spazi al Gazometro di Roma, il quartier generale della scuola Joule. Con essa Eni conta di formare gli aspirati imprenditori votati alla transizione energetica del Paese. L’ente si occupa anche di supportare anche progetti di valore ma in difficoltà e senza alternative di crescita.

Joule si articola su due direttrici: Human Knowledge (Open e Lab) ed Energizer, dedicati rispettivamente alla formazione degli imprenditori e all’accelerazione di startup, puntando a favorire la crescita di un ecosistema imprenditoriale virtuoso:

Il programma formativo online Human Knowledge è composto da moduli formativi, video e materiali didattici. Ma anche da una community dinamica con cui confrontarsi e innovarsi. Una volta superato il corso la startup entra in un percorso di pre-incubazione itinerante e tematico, durante il quale i team si sfideranno in una challenge specifica che consentirà al progetto più meritevole di vincere un percorso di incubazione erogato tramite il Politecnico di Milano.

Energizer invece è l’acceleratore vero e proprio che supporta concretamente lo sviluppo di imprese sostenibili, promuovendo programmi di incubazione e accelerazione per startup e piccole e medie imprese, fornendo un supporto metodologico, logistico e finanziario.

Zero, la terza edizione

Nella terza edizione dell’acceleratore di imprese Zero, promosso da CDP Venture Capital, 11 startup sono state accelerate, presentando soluzioni innovative nell’ambito della tecnologia pulita (cleantech). Queste soluzioni spaziano dall’efficientamento energetico agli sviluppi di nuovi materiali dai rifiuti industriali, all’implementazione delle comunità energetiche e alla certificazione ESG.

Le 11 startup accelerate nella terza edizione di Zero presentano soluzioni all’avanguardia, dall’infrastruttura digitale per il rifornimento di carburanti a basse emissioni di carbonio, alla piattaforma per i processi ESG, fino alle soluzioni hardware e software per la gestione degli spazi e dei consumi energetici. Queste innovazioni testimoniano l’impegno e il potenziale delle startup cleantech nell’affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo.

Nove idee per salvare l’ambiente

Zero, nato nel 2021, ha selezionato 30 startup cleantech in tre anni, con un alto tasso di internazionalizzazione, provenienti da oltre 50 Paesi. Le startup hanno raccolto complessivamente oltre 3 milioni di euro di finanziamenti, con importanti round pre-seed che hanno coinvolto fondi di venture capital europei.

L’evento “Demo Day: 3 years of Impact Innovation” ha evidenziato i risultati ottenuti, inclusi 7 Proof of Concept (PoC) realizzati. Questi risultati dimostrano la capacità delle startup di generare soluzioni per le esigenze dei grandi player industriali e l’efficacia del modello industry driven di Zero nel favorire la co-innovazione.

Oltre al supporto al modello di business delle startup, Zero si impegna anche nello sviluppo sostenibile delle imprese innovative. Attraverso la “Metodologia di Valutazione dell’Impatto di Circolarità e di Impatto Sociale”, sviluppata da Ergo, insieme a Eni Joule e alla startup Open Impact, è stato creato un modello per misurare l’impatto generato dalle soluzioni innovative delle startup, incluso lo SROI (Social Return on Investment).

 

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