Ogni 100 metri di spiaggia si contano circa 770 oggetti e di questi l’80% è di plastica: i dati (preoccupanti) sono stati rilevati dall’ISPRA e fanno emergere un quadro negativo sulla salute delle nostre spiagge e dei nostri mari.
Bellissime, accoglienti, pulite e sfiorate dalle onde del mare: è questa l’immagine (a quanto pare un po’ utopica) che ci piacerebbe avere delle nostre spiagge, ma purtroppo la realtà è ben diversa.
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La piaga della plastica: un pericolo sui litorali italiani
La plastica è considerata attualmente uno dei materiali più prodotti al mondo, ma anche tra quelli più difficili da riciclare. Di conseguenza rappresenta un pericolo per il futuro del pianeta a causa dell’inquinamento generato. Il risultato è ben visibile agli occhi di tutti: tonnellate di rifiuti riverse nelle acque marine, ma anche sulle spiagge e nello stomaco degli animali. Senza contare i danni che possono provocare le microplastiche sull’uomo, se ingerite per lungo tempo e che hanno inziato a fare capolino in alcuni degli alimenti che portiamo a tavola.
Non si salvano neppure le spiagge italiane. Ad un’analisi effettuata dagli studiosi dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) commissionata dal Ministero dell’Ambiente, è emerso uno scenario dai tratti inquietanti, ovvero ogni 100 metri di sabbia si trovano in media 800 oggetti e di questi, ben l’80% è di plastica. L’analisi è stata svolta su oltre 60 spiagge italiane nell’arco temporale che va dal 2015 al 2017. La plastica presente sulle spiagge comprende bottigliette, sacchetti e tanto altro. Insomma non più spiagge, ma delle discariche a cielo aperto “con vista mare”.
Combattere l’inquinamento marino: iniziative per spiagge e acque più pulite
Tuttavia, non stanno mancando le iniziative a supporto di spiagge più pulite e “libere” dalla plastica. Un esempio concreto è il divieto di utilizzo della plastica monouso sulle spiagge pugliesi, che sarà in vigore già dalla prossima estate.
E se questa è la situazione sulla terraferma, quella relativa alle “acque marine” non è poi così dissimile. Per ogni chilometro quadrato di fondale, sono stati infatti trovati fino a 99 oggetti e di questi il 77% è di plastica, mentre sulla superficie galleggiano circa 3 oggetti di plastica ogni chilometro quadrato. A questo scenario, si aggiungono anche i micro-rifiuti inquinanti. La loro presenza è di ben 28 miliardi e si muovono indisturbati tra le acque.
Ogni 100 metri di spiaggia: uno scenario allarmante
Come abbiamo visto, ogni 100 metri di spiaggia si contano circa 770 oggetti e di questi l’80% è di plastica: i dati (preoccupanti) sono stati rilevati dall’ISPRA e fanno emergere un quadro negativo sulla salute delle nostre spiagge e dei nostri mari. Bellissime, accoglienti, pulite e sfiorate dalle onde del mare: è questa l’immagine (a quanto pare un po’ utopica) che ci piacerebbe avere delle nostre spiagge, ma purtroppo la realtà è ben diversa. La piaga della plastica: un pericolo sui litorali italiani.
Non mancano le iniziative a supporto di spiagge più pulite e “libere” dalla plastica. Un esempio concreto è il divieto di utilizzo della plastica monouso sulle spiagge pugliesi, che sarà in vigore già dalla prossima estate. Se questa è la situazione sulla terraferma, quella relativa alle “acque marine” non è poi così dissimile. Per ogni chilometro quadrato di fondale, sono stati infatti trovati fino a 99 oggetti e di questi il 77% è di plastica, mentre sulla superficie galleggiano circa 3 oggetti di plastica ogni chilometro quadrato.