L’inquinamento del suolo è una problematica della quale, purtroppo, si tende a parlare poco. Perché? Perché è sostanzialmente invisibile, silenziosa e in lenta ma inesorabile avanzata. Le sue cause sono potenzialmente disastrose per la salute di ogni abitante della terra, senza eccezioni. Cercheremo ora di fare un po’ di chiarezza su ciò che si intende davvero quando si parla del delicato tema dell’inquinamento ambientale, analizzando poi le conseguenze e provando a prendere in considerazione alcuni rimedi per fermarne l’avanzata.
Cosa si intende con “inquinamento del suolo”?
“Suolo” è un termine che a prima vista potrebbe apparire generico. Provando a dargli una definizione, potremmo definire il suolo come una “mescolanza di materiale inorganico e organico che ricopre la superficie rocciosa della terra”. Si tratta dunque di un sistema ecologico molto complesso, nel quale vivono in equilibrio organismi vegetali e animali, facilmente corruttibile dall’azione sconsiderata dell’uomo.
Quest’ultimo, con le sue attività, appartenenti sia al settore primario, che al secondario che a quello inerente a servizi e comunicazioni, contamina il suolo con sostanze di varia natura: dai prodotti chimici, ai materiali tossici, fino ad arrivare a prodotti di scarto di attività nucleari. Queste nocive sostanze di scarto, che alterano l’equilibrio chimico, fisico e biologico del territorio, non si limitano all’inquinamento del sottosuolo ma, penetrando in profondità, inquinano anche le falde acquifere sotterranee. Queste, congiungendosi poi con fiumi e corsi d’acqua, contribuiscono alla generazione di veri e propri disastri ambientali, spesso irreparabili.
Inquinamento del suolo: le principali cause
Come brevemente accennato, le principali cause dell’inquinamento del suolo sono le attività umane. Non tutte, certo, ma quelle che generano scorie come materiale di scarto. Stiamo quindi parlando delle attività industriali, le quali generano composti chimici di scarto che vengono puntualmente riversati nell’ambiente. Delle attività agricole e relative all’allevamento intensivo, che con i loro fertilizzanti, pesticidi, diserbanti e medicinali di vario genere inquinano il terreno e contribuiscono alla morte della maggior parte degli insetti “buoni” amici dell’ambiente.
Dei trasporti e delle attività di riscaldamento, che producono una massa non ben quantificabile di polveri sottili che si depositano sul suolo, inquinandolo. I fattori che contribuiscono all’inquinamento del suolo sono tanti, vari e non sempre di natura lecita: interramento di rifiuti e scorie radioattive, abbandono di rifiuti elettronici, percolato proveniente da discariche abusive o non controllate.
Le conseguenze sulla salute dell’uomo e degli animali
Non sarà difficile immaginare quanto il frutto di questa sconsiderata e spesso illecita attività umana, volta soltanto al guadagno nel breve termine, possa comportare conseguenze terrificanti per la salute del suolo e dei suoi abitanti: uomini e animali. Gli studi scientifici svolti a riguardo lo dimostrano ampiamente: coloro che sono esposti a contatto con un suolo inquinato, o si cibano di prodotti coltivati/allevati presso un suolo inquinato, possono sviluppare gravi danni alla salute, cronici o acuti.
Mal di testa cronici e ricorrenti, irritazione delle mucose, asma cronica e problemi alle vie respiratorie sono solo i danni meno gravi. È infatti chiaro quanto l’esposizione prolungata a sostanze pericolose come il cromo, il piombo, il mercurio o il benzene, possano provocare gravi danni all’organismo, aumentando l’incidenza di tumori e leucemie potenzialmente letali.
Quali sono i rimedi per l’inquinamento del suolo?
L’unico modo per far sì che un suolo inquinato torni ad essere liberamente frequentabile, risiede nelle attività di bonifica. Le più moderne tecniche per la bonifica di un terreno inquinato, si avvalgono spesso di sistemi elettromeccanici capaci di rimuovere dal sottosuolo le sostanze dannose e inquinanti. Oppure, si riversano nel suolo in questione dei microrganismi capaci di “cibarsi” delle sostanze inquinanti, smaltendole quindi in maniera sicura.
Ma la bonifica è l’ultima spiaggia: il vero “goal” sarebbe la prevenzione. Prevenire l’inquinamento del suolo significa innanzitutto pensare e mettere in atto un radicale cambiamento nell’attuale modello produttivo e di consumo. Significherebbe quindi contrastare le attività illecite e fornire all’industria dei metodi di lavorazione e smaltimento più sostenibili anche a lungo termine.
Significherebbe inoltre impegnarsi, anche nel piccolo del proprio nucleo familiare, alla buona pratica del riciclaggio. Non dimentichiamo, infatti, che la maggior parte dei rifiuti che inquinano il pianeta sono frutto dello sconsiderato utilizzo della plastica e di altri materiali sintetici, sia per incarti e imballaggi, che per vestiti low cost della filiera fast fashion. L’inquinamento del suolo è un problema reale, ma la sua risoluzione passa anche dai piccoli accorgimenti di ogni giorno.
Inquinamento del suolo in Italia
L’Italia ha visto una significativa riduzione del 30% della sua superficie agricola, ora pari a soli 12,8 milioni di ettari, secondo il rapporto nazionale dell’Istituto Ispra sul “Consumo di Suolo, Dinamiche Territoriali e Servizi Ecosistemici”. Questo fenomeno, dovuto principalmente all’urbanizzazione, all’erosione, all’abbandono dei rifiuti e all’inquinamento, è stato confermato preoccupante anche dalla ReSoil Foundation, che avverte che entro il 2050 circa il 90% dei terreni italiani sarà a rischio.
Questa situazione minaccia il benessere del pianeta, dell’uomo e delle sue attività, considerando che il recupero di un suolo danneggiato richiede fino a 1000 anni. Affrontare questa problematica è cruciale, poiché il suolo è una risorsa vitale e limitata, essenziale per la coltivazione degli alimenti, la biodiversità, il ciclo dell’acqua e la mitigazione del clima.