L’evento di schiusa di 81 uova di tartaruga Caretta Caretta sulla spiaggia di Milano Marittima è un evento eccezionale, che rappresenta un importante segnale per la tutela di questa specie a rischio di estinzione.
In Italia, le tartarughe Caretta Caretta si riproducono principalmente in Sardegna, dove si trovano le principali aree di nidificazione. In Emilia-Romagna, la nidificazione di questa specie è un evento molto raro, che si verifica solo in alcuni casi.
La schiusa delle uova è avvenuta in modo rapido e sincronizzato, un fenomeno che si verifica quando le uova sono esposte a condizioni ambientali ottimali. In questo caso, il nido è stato protetto dall’associazione TAO (Turtles of the Adriatic Organization), che ha monitorato costantemente il processo di schiusa e ha creato le condizioni ottimali per favorire la crescita e lo sviluppo delle tartarughine.
Le 81 tartarughine che sono nate sono state successivamente trasferite in mare, dove inizieranno la loro lunga e pericolosa vita in mare aperto. Questo evento è un importante successo per la tutela delle tartarughe marine, e rappresenta un segnale di speranza per la sopravvivenza di questa specie a rischio.
Indice
Tutte le tartarughe hanno raggiungono il mare
Andrea Ferrari, dirigente della Turtles of the Adriatic Organization, con sede a Lido di Spina, condivide il lieto esito dell’evento. L’organizzazione no-profit, in collaborazione con il Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat, ha vigilato per due mesi sul nido di tartaruga, garantendo protezione attraverso l’installazione di recinzioni che hanno agevolato il percorso delle tartarughe verso il mare.
Senza necessità di intervento in incubatrice, tutte le tartarughine sono riuscite a emergere. La schiusa ha avuto inizio poco prima delle 22 e si è completata in appena mezz’ora. Tuttavia, rimangono ancora dieci uova da schiudersi, su un totale originario di 91, il cui processo ci si aspetta si concluda nei prossimi giorni.
Nuove prospettive per una vita marina
I biologi hanno condotto meticolose misurazioni su diverse tartarughe, rilevando che ciascuna di esse presentava un carapace lungo 4 centimetri e un peso compreso tra 14 e 15 grammi. Il prossimo passo sarà l’analisi dei dati relativi alla temperatura del nido, permettendo così di ottenere una stima sul genere prevalente tra le tartarughe.
Queste giovani tartarughe sono ora pronte ad affrontare le sfide del mare aperto e dell’età adulta. Tra circa vent’anni, le più fortunate potrebbero fare ritorno sulla stessa spiaggia in cui sono nate per deporre le proprie uova.
Un pubblico di cento spettatori
Un pubblico di circa cento persone ha avuto il privilegio di assistere al momento della schiusa. Alcuni di loro hanno atteso questo momento per giorni, mentre altri sono giunti sul luogo grazie al passaparola. Andrea Ferrari, responsabile dell’organizzazione, afferma: “Siamo grati per il rispetto e la consapevolezza dimostrati da tutti i presenti in relazione alla delicatezza di questo evento. Desideriamo esprimere il nostro ringraziamento per l’importante ruolo svolto dalle attività di divulgazione condotte dai nostri devoti volontari lungo il percorso del nido.”
Nidificazione e importanza dei mari italiani
La tartaruga marina comune, nota come “Caretta Caretta”, è una specie ampiamente diffusa sia nelle acque degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico che nel bacino del Mediterraneo. Nel Mediterraneo, le zone di deposizione delle uova si concentrano principalmente nella sua parte orientale, includendo paesi come Grecia, Turchia, Cipro e Libia. In Italia, soltanto lungo le coste meridionali avviene la deposizione regolare delle uova da parte di questa specie. Nei recenti cinque anni (2016-2021), è stato registrato un incremento nel numero dei nidi, anche se essi rappresentano solamente alcune decine delle circa 8 mila presenti nell’intero bacino del Mediterraneo.
Tuttavia, i mari circostanti l’Italia svolgono un ruolo fondamentale per la popolazione di Caretta caretta nel bacino mediterraneo. In particolare, il Mar Adriatico emerge come una rilevante area di alimentazione per questa specie.
Minacce umane alla sopravvivenza delle tartarughe marine
L’erosione costiera sta progressivamente riducendo le aree idonee alla nidificazione delle tartarughe. L’uso intensivo delle spiagge da parte dei bagnanti e la presenza di mezzi pesanti per la pulizia possono distruggere interi nidi. L’inquinamento luminoso rappresenta un altro ostacolo critico per le giovani tartarughe appena uscite dal nido, disorientandole e impedendo loro di raggiungere il mare.
Le minacce persistono anche nell’età adulta delle tartarughe marine, con il Mediterraneo che ospita circa 3.760 tonnellate di microplastiche e macroplastiche. Oggetti di plastica, specialmente le buste monouso, vengono erroneamente ingeriti dalle tartarughe, causando danni seri. Rifiuti plastici di grandi dimensioni possono intrappolare le tartarughe sott’acqua, ostacolandone la risalita per respirare e causando affogamento. Questo è particolarmente vero per attrezzi da pesca abbandonati o persi in mare, come lunghe lenze e reti.
Infine, numerose tartarughe adulte cadono vittime della cattura accidentale durante le operazioni di pesca, nota come “bycatch”. Reti a strascico, reti da posta e palangari causano soffocamento e lesioni fatali. In Italia e nel mondo, l’attività di pesca rappresenta la principale minaccia per le tartarughe marine, con oltre 24.000 catture annuali. La protezione di queste affascinanti creature richiede un impegno concertato per ridurre l’impatto delle attività umane sul loro habitat.