Abbiamo vissuto il giorno più caldo di sempre

A causa degli effetti combinati del fenomeno atmosferico El Niño e della crisi climatica, la temperatura media registrata in tutto il mondo è la più alta di sempre

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il 6 luglio 2023 segna un nuovo traguardo nella storia delle temperature globali, poiché è stato il giorno più caldo mai registrato sulla Terra. Ciò che preoccupa maggiormente è che questo è il terzo picco consecutivo in soli pochi giorni. Tutto è cominciato il 3 luglio, quando il pianeta ha raggiunto una “febbre” di 17,01°C, superando per la prima volta la media storica di temperatura superficiale della Terra che oscilla tra i 12°C e poco meno di 17°C durante l’anno, con i valori massimi tipicamente raggiunti nel mese di luglio o nella prima metà di agosto. Il precedente record di 16,92°C era stato stabilito il 14 agosto 2016 e il 24 luglio 2022, ma sembra ormai un ricordo lontano.

Nuovo record di temperatura: il cambiamento climatico non accenna a fermarsi

Dopo il record stabilito il 3 luglio, la temperatura globale ha subito un’ulteriore impennata, raggiungendo i 17,18°C il 4 e il 5 luglio. Nonostante una breve stabilizzazione, si sperava che la curva si abbassasse, ma purtroppo le speranze sono state deluse: il 6 luglio la temperatura ha superato di nuovo il record precedente, arrivando a 17,23°C. Questo costante e allarmante aumento solleva domande sul momento in cui questa tendenza si fermerà, offrendo un’altra prova degli effetti in corso del cambiamento climatico.

Record di temperature globali e europee nel 2023

Il 6 luglio, il giorno più caldo di sempre ha fatto registrare una differenza di 1,01 gradi centigradi rispetto alla media del periodo 1979-2000. Ma si tratta solo del terzo valore più alto registrato quest’anno: il 9 marzo ci sono stati 1,015 gradi centigradi in più del periodo preso a riferimento, il giorno successivo si è arrivati a 1,033. Il giorno in cui più ci è avvicinati alla media di riferimento è stato il 7 aprile, quando la distanza si è ridotta ad appena 0,304 gradi centigradi.

Si tratta, è bene ribadirlo, di medie globali della temperatura registrata a due metri dal suolo. In Europa, la situazione è ancora peggiore: secondo Copernicus, il servizio di rilevazioni satellitari della Commissione e dell’Agenzia spaziale europee, il mese di giugno è stato il più caldo di sempre, al netto delle specifiche precedenti, con una temperatura media mensile superiore di 2 gradi centigradi rispetto alla media del periodo 1991-2010. Soprattutto nella parte finale del mese di giugno, sono stati registrati valori superiori alla media di un intervallo compreso tra i 6 e i 10 gradi in quasi tutta la Germania e la Francia, oltre che nel nord della Spagna e dell’Italia. Ma anche in Svizzera, Austria e Cechia.

Allarme sul cambiamento climatico

Gli scienziati del progetto Climate Reanalyzer del Maine Climate Office – Climate Change Institute dell’Università del Maine, aggiornano quotidianamente i dati sulla temperatura globale. Questi dati si basano sulle rilevazioni del sistema NCEP Climate Forecast System e del CFS Reanalysis. Tanto il CFS che il CFSR sono gestiti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un’agenzia federale statunitense dedicata allo studio e al monitoraggio dei fenomeni climatici e degli oceani. Le temperature sono registrate grazie a satelliti, radiosonde e stazioni meteorologiche distribuite in tutto il mondo. È importante sottolineare che queste informazioni sono ancora considerate preliminari e devono essere confermate sia dalla NOAA che dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WHO). Tuttavia, gli esperti le considerano autorevoli e rivelano un trend che non può essere né ignorato né sottovalutato, dato che siamo di fronte a un’anomalia di circa 1° C rispetto alla media storica di riferimento.

Attività umane responsabili del cambiamento climatico globale

Secondo uno studio di rilievo pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research Letters, il 99% delle ricerche sul tema concorda sull’attribuzione alle attività umane della responsabilità dell’attuale cambiamento climatico e del conseguente riscaldamento globale. Questo fenomeno, caratterizzato da un aumento graduale e apparentemente inarrestabile delle temperature, è causato dalle crescenti emissioni di gas serra, che hanno avuto origine dalla rivoluzione industriale.

È ormai evidente a tutti gli osservatori i danni che il cambiamento climatico sta causando. Le conseguenze di questa situazione si vedono chiaramente e si avvertono sulla nostra pelle. L’aumento significativo della temperatura è stato sostenuto da ondate di calore estremo che hanno colpito diverse parti del mondo. La Cina, ad esempio, ha sperimentato temperature superiori ai 35°C. L’Africa, invece, ha raggiunto cifre pericolose di quasi 50°C. Anche negli Stati Uniti ci sono state temperature che hanno superato i 37°C.

Il riscaldamento globale aggravato da El Niño

I record di temperature attuali sono stati influenzati anche dal ritorno di El Niño, un fenomeno periodico che di solito interessa solo i paesi dell’Oceano Pacifico, ma che a causa dell’attività umana avrà un impatto su tutto il mondo.

L’ultimo episodio di El Niño si è verificato nel 2016, che risulta ancora essere l’anno più caldo mai registrato in media, nonostante i picchi registrati nel 2022. Tuttavia, dati gli attuali scenari causati dalla mancanza di azioni concrete per contenere e ridurre le emissioni di gas serra da parte dei governi globali tra il 2016 e oggi, il nuovo episodio di El Niño prevede un aumento dei record di temperature, un aumento dei fenomeni climatici estremi e, in sostanza, una maggiore devastazione e problematiche per tutte le forme di vita sulla Terra.

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