Nuova sanatoria fiscale: con soli 200 euro via i debiti

La sanatoria per le irregolarità formali passa dal versamento di 200 euro entro ottobre 2023. Ma non tutti gli errori sono "rimediabili". Cosa dice l'Agenzia delle Entrate

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Bastano 200 euro per fare pace col Fisco e sanare le piccole irregolarità formali. La tregua fiscale proroga fino al 31 ottobre 2023 il termine ultimo per effettuare il pagamento e rimediare agli errori. La decisione del Governo Meloni si accompagna a un’altra: l’impunibilità per alcuni reati tributari, a patto che il contribuente trovi un accordo con le Entrate e provveda a versare l’importo pattuito.

Lo “scudo” consente, in caso di definizione delle irregolarità e di versamento dell’importo, di evitare sanzioni penali per IVA e ritenute, con la possibilità di ampliare anche alle indebite compensazioni (tutti i dettagli sulla sanatoria 2023: quali debiti si possono estinguere).

Quali sono gli errori formali sanabili con 200 euro?

Come precisato dall’Agenzia delle Entrate, la sanatoria riguarda irregolarità e omissioni che non incidono sull’imponibile o sull’imposta da versare, ma che possono “ostacolare l’attività di controllo”. Il testo cita “dichiarazioni annuali incomplete, liquidazioni periodiche IVA non presentate ma con l’imposta versata, irregolarità nelle scritture contabili e di omesse comunicazioni in tema di cedolare secca“. Se si vuole aderire, si dovranno pagare 200 euro per ogni periodo d’imposta, in un’unica soluzione (entro il 31 ottobre 2023) o in due rate:

Come stabilito dalla Legge di Bilancio, la sanatoria riguarda le irregolarità o gli inadempimenti di natura formale, vale a dire tutte quelle violazioni per le quali sono previste sanzioni pecuniarie “entro i limiti minimi e massimi o in misura fissa non essendoci un omesso, tardivo o errato versamento di un tributo sul quale riproporzionare la sanzione” (circolare 27.1.2023, n. 2/E). Si tratta di errori che “non pregiudicano l’attività di controllo svolta dall’amministrazione finanziaria” (circolare 3.8.2001, n. 77/E). Ecco alcuni esempi di irregolarità formali:

La norma vale anche per i sostituti d’imposta, gli intermediari e per chi è obbligato a comunicare dati fiscalmente rilevanti. Non sono richiesti adempimenti dichiarativi, è sufficiente effettuare il versamento secondo le modalità e nei termini stabiliti.

Le irregolarità escluse dalla sanatoria

Ci sono però categorie di errori escluse dalla sanatoria. Tra queste figurano gli atti di contestazione o di irrogazione delle sanzioni emessi nell’ambito della procedura di collaborazione volontaria, come anche gli atti relativi all’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute all’estero. Niente colpo di spugna neanche per le violazioni di norme tributarie per le quali non è competente l’Agenzia delle Entrate. Ecco di seguito le altre irregolarità non sanabili col versamento di 200 euro:

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