Modello 730: al via il credito d’imposta per i canoni non percepiti

Per i canoni di locazione non percepiti è possibile inserire il credito d'imposta direttamente nel Modello 730. Le istruzioni ufficiali

Pubblicato: 7 Marzo 2024 06:00

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

È necessario pagare le tasse anche sui canoni di locazione non percepiti nel corso del 2023? Quali soluzioni possono adottare i contribuenti per evitare di pagare degli oneri al fisco per degli importi che in realtà non sono mai stati incassati? Il Modello 730/2024 – quello, in estrema sintesi, che deve essere utilizzato per dichiarare i redditi percepiti nel 2023 – permette di indicare il credito d’imposta per i canoni di locazione che non sono stati percepiti.

A permettere di accedere a questa possibilità è l’articolo 26 del TUIR, il quale ha disposto che per i ratei dell’affitto venuti a scadenza e non percepiti venga riconosciuto un credito d’imposta dello stesso importo. Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo come si debbano comportare i diretti interessati per evitare di pagare delle tasse inutili.

Modello 730/2024: i canoni di locazione

All’interno del Modello 730/2024 è possibile indicare il credito d’imposta per i canoni di locazione che non sono stati percepiti nel corso del 2023. Ad introdurre questa possibilità è stato l’articolo 26 del Tuir – modificato dal decreto Legge n. 34 poi convertito in legge – che ha provveduto a disporre che:

I contribuenti hanno la possibilità di indicare il credito d’imposta all’interno della prima dichiarazione dei redditi utile. Ovviamente la stessa deve essere successiva alla conclusione del procedimento giurisdizionale di convalida dello sfratto. L’operazione, ad ogni modo, deve essere effettuata entro il termine ordinario di prescrizione, che è pari a dieci anni.

Nel caso in cui il contribuente non abbia intenzione di avvalersi del credito d’imposta nell’ambito di presentazione del Modello 730 può presentare direttamente agli uffici finanziari competenti istanza di rimborso. Questa deve essere presentata sempre entro i termini di prescrizione previsti in dieci anni.

Canoni di locazione non percepiti: come indicare il credito d’imposta

Ma sostanzialmente i contribuenti come devono indicare all’interno del Modello 730 il credito d’imposta derivante dai canoni di locazione non percepiti? L’operazione deve essere effettuata utilizzando il Quadro G dove è presente il Rigo G1- Credito d’imposta per i canoni di locazione non percepiti, al cui interno è necessario indicare:

A questo punto il contribuente deve procedere alla determinazione del credito d’imposta. Per effettuare questa operazione è necessario andare a calcolare le imposte che risultano essere state pagate in più per i canoni non percepiti e provvedere a riliquidare la dichiarazione dei redditi di ogni anno per il quale il conduttore è risultato essere moroso. E che rientri nel procedimento giurisdizionale di convalida di sfratto.

Le operazioni di riliquidazione devono, inoltre, prendere in considerazione la rendita catastale degli immobili e le successive – ed eventuali – rettifiche ed accertamenti effettuati dagli uffici preposti. Per il credito d’imposta, invece, non risulta avere alcuna rilevanza quanto è stato pagato ai fini del contributo al servizio sanitario nazionale.

Quando arriva le prescrizione

Il credito d’imposta sui canoni di locazione non percepiti può essere indicato nel primo Modello 730 successivo alla conclusione del procedimento giurisdizionale di convalida dello sfratto. È importante, ad ogni modo, non superare il termine ordinario di prescrizione, che risulta essere pari a dieci anni.

Come anticipato in precedenza, il contribuente che non abbia intenzione di avvalersi del credito d’imposta all’interno della dichiarazione dei redditi, ha la possibilità di presentare agli uffici finanziari competenti istanza di rimborso, sempre entro il termine massimo di dieci anni.

Soffermandosi, invece, sui periodi d’imposta utili ai quali fare riferimento per la rideterminazione delle imposte e del conseguente credito vige sempre il termine di prescrizione ordinaria. Quindi è possibile andare indietro fino a dieci anni per recuperare le tasse pagate in sovrappiù per i canoni di locazione non percepiti. In altre parole non sarà possibile andare oltre alla dichiarazione dei redditi relativi al periodo d’imposta 2013. Ovviamente, per ogni annualità, deve essere sempre accertata la morosità del conduttore all’interno del procedimento di convalida dello sfratto conclusosi nel 2023.

Canoni di locazione: a cosa stare attenti

I contribuenti devono prestare attenzione ad un’eventuale successiva riscossione parziale o totale dei canoni di locazione, per i quali si è usufruito del credito d’imposta. Qualora l’inquilino provvedesse al loro saldo in estremo ritardo, il contribuente sarà obbligato a dichiarare tra i redditi soggetti a tassazione separata il maggior reddito imponibile rideterminato.

Gli importi devono essere gestiti come indicato anche quando il contribuente ha deciso di avvalersi dell’opzione della cedolare secca.

Dalla parte dell’inquilino

Ricordiamo che anche nel corso del 2024 gli inquilini hanno la possibilità di portare in detrazione il canone di locazione. Possono accedere a questa possibilità i contribuenti che stipulano dei contratti di affitto per degli immobili adibiti ad abitazione principale, per i quali possono fruire del rimborso Irpef

La detrazione, ad ogni caso, non viene riconosciuta nello stesso modo per tutti i contribuenti, ma è graduata in base al reddito complessivo. Nel caso in cui la detrazione dovesse risultare superiore all’imposta lorda, diminuita delle detrazioni per carichi di famiglia ed altre detrazioni relative a particolari tipologie di reddito, verrà riconosciuto un credito pari alla quota della detrazione che non ha trovato capienza nell’imposta.

In sintesi

Nel Modello 730/2024 i contribuenti hanno la possibilità di inserire il credito d’imposta maturato a seguito della mancata riscossione dei canoni di locazione, per i quali siano già state pagate le tasse. Questa sorta di rimborso può essere richiesto fino al periodo d’imposta 2013.

In alternativa il contribuente può presentare una richiesta di rimborso agli uffici competente per territorio.

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