Centotrentaquattro miliardi di euro: è l’ammontare di entrate fiscali che i Paesi dell’Unione Europea hanno perso solo nel 2019. A dirlo è il Rapporto 2021 sul divario IVA pubblicato dalla Commissione Europea. Ma quali sono le nazioni dove si evade di più l’IVA? E che cosa si potrebbe realizzare con questa cifra?
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L’Italia è il Paese UE dove si evade di più l’IVA
Se il dato complessivo dell’evasione IVA in Unione Europea ammonta a 134 miliardi di euro nel solo 2019, quali sono gli Stati membri dell’Unione dove questo fenomeno è più diffuso? In prima posizione troviamo l’Italia. Secondo le stime della Commissione Europea l’evasione italiana è superiore ai 30 miliardi di euro: nel 2019 si è arrivati addirittura a 30 miliardi 106 milioni di euro. Una cifra che corrisponde a quasi il 50% dell’ultima manovra fiscale varata dal Governo Draghi. Dietro l’Italia, troviamo la Germania, con 23.443.000.000 euro e in terza posizione il Regno Unito con 17.176.000.000. Anche in Francia – quarta posizione – l’evasione dell’IVA è significativa, quasi 14 miliardi di euro, ma rispetto all’Italia il dato è inferiore di più del doppio.
Cosa si potrebbe realizzare con l’evasione dell’Unione Europea?
L’evasione fiscale generata dall’IVA in Unione Europea è pari a 4.000 euro ogni secondo. Ma quali opere si potrebbero realizzare con i fondi evasi? Con 134 miliardi di euro si potrebbero costruire 250 ospedali all’avanguardia, si riuscirebbero a completare tutti gli interventi del PNRR (nell’arco di tre anni) e realizzare l’intera linea ferroviaria ad alta velocità da Porto (in Portogallo) a Tallinn in Estonia.
Le tasse più evase in Italia
Secondo i dati presenti nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) del 2021 e rielaborati dall’Osservatorio sui conti pubblici, il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia nel 2018 è in calo rispetto agli anni precedenti.
Nel 2018 il totale di tasse evase nel Belpaese è stato di poco inferiore ai 103 miliardi di euro. Nonostante si sia registrato un calo di oltre 5 miliardi rispetto all’anno precedente, l’evasione resta un enorme fardello per un Paese in cui la propensione all’evasione si aggira in media attorno al 30%.
Guardando alle singole imposte, la tassa più evasa è l’IRPEF da lavoro autonomo (quasi il 70% nel 2017). A seguire troviamo l’IVA con il 27,2% e, poi, l’IMU, l’IRES e l’IRAP rispettivamente con il 25,8%, il 24,6% e il 19,2%. In valori assoluti l’evasione IVA nel 2016 valeva quasi 37 miliardi di euro mentre l’IRPEF autonomo e imprese si attestava attorno ai 32 miliardi di euro; l’evasione sui contributi si “fermava” a 11.732 miliardi e l’IRES a 9 miliardi circa.
L’evasione è alta, ma non mancano segnali positivi
Se è vero che in Italia l’evasione fiscale supera i 100 miliardi di euro e che siamo il primo Paese per evasione IVA in Unione Europea, un qualche segnale positivo sembra comunque esserci. Se prendiamo l’IVA, la propensione al gap nell’imposta è passata dal 27,4% del 2014 al 19,9% del 2019. In soli cinque anni l’evasione dell’IVA è quindi calata di 7,5 punti. Anche l’evasione sul Canone Rai è diminuita, passando dal 35,6% al 10,9%. In controtendenza, si è invece alzata la propensione al gap dell’IRPEF da lavoro autonomo e impresa passato dal 63,9% del totale al 69,2%, sempre tra 2014 e 2019.
Sarà interessante vedere nei prossimi anni se alcuni strumenti – come la fatturazione elettronica e gli scontrini elettronici – che hanno prodotto una riduzione a livello percentuale dell’evasione di IVA saranno adottati anche in altri ambiti. Questo potrebbe permettere di ridurre anche l’evasione delle altre imposte.