Concordato preventivo biennale, al via il maxi sconto sulle tasse. Come funziona

Parte ufficialmente la stagione del concordato preventivo biennale e dell'adempimento collaborativo. Ecco come funzionano le due misure

Pubblicato: 7 Agosto 2024 06:00

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il testo correttivo del concordato preventivo biennale e dell’adempimento collaborativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 5 agosto 2024.

Entrato ufficialmente in vigore il 6 agosto 2024, il Decreto Legislativo n. 108/2024 ha introdotto una serie di novità per i contribuenti, tra le quali c’è anche la proroga della quinta rata della rottamazione quater. Di particolare interesse sono le novità relative alle nuove procedure e alle scadenze per aderire all’adempimento collaborativo. Ma non solo: sono state aumentate le tempistiche per effettuare i pagamenti relativi agli avvisi bonari e sono stati introdotti una serie di nuovi limiti per poter uscire dal concordato preventivo biennale. Sono state confermate, inoltre, la flat tax per i contribuenti che operano in regime ordinario e sono sottoposti agli obblighi Isa e quella per quanti hanno optato per il regime forfettario.

Ma soffermiamoci sulle novità più di rilievo che riguardano il concordato preventivo biennale e l’adempimento collaborativo.

Concordato preventivo biennale, la flat tax per gli Isa e i forfettari

Il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale introduce una serie di novità importanti connesse al concordato preventivo biennale. All’interno del testo del decreto correttivo sono state regolamentate dettagliatamente:

I debiti

Il decreto correttivo ha stabilito quali debiti tributari o contributivi debbano essere considerati per non poter accedere al concordato preventivo biennale: unicamente quelli accertati o quelli che derivano da degli atti impositivi non più impugnabili, che abbiano un importo inferiore a 5.000 euro.

Non devono, invece, essere presi in considerazione eventuali debiti che siano stati oggetto di un provvedimento di sospensione o di rateazione. Almeno fino a quando il contribuente non decade dai relativi benefici.

Perdite fiscali ed uscita

Le imprese hanno la possibilità di riportare in avanti le eventuali perdite fiscali dei periodi che rientrano nel concordato preventivo biennale.

Per quanto riguarda, invece, l’uscita dal concordato preventivo biennale, il legislatore ha rivisto al ribasso dal 50 al 30% la percentuale oltre la quale i minori redditi, che siano stati effettivamente percepiti, permettono di abbandonare lo strumento, nel caso in cui si dovessero verificare degli eventi calamitosi.

Gli altri benefici di chi aderisce al concordato preventivo biennale

Ai contribuenti che dovessero aderire al concordato preventivo biennale vengono estesi i benefici Isa relativi all’Iva. Ma non solo: è stata prevista una riduzione della maggiorazione dell’acconto nel caso in cui ci dovesse essere una differenza positiva tra il reddito che è stato concordato e quello effettivamente dichiarato. Le riduzioni previste dal legislatore sono le seguenti:

È previsto il versamento di un’imposta aggiuntiva per la differenza tra il reddito proposto e quello conseguito prima dell’adesione al concordato preventivo biennale. Per i soggetti Isa l’aliquota da applicare è la seguente:

Ovviamente il discorso cambia per i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario, per i quali l’aliquota è al 10% che scende al 3% per quanti hanno iniziato l’attività da meno di cinque anni.

Nel caso in cui dovesse essere rinnovato il concordato biennale preventivo, l’imposta sostitutiva deve essere applicata tra il reddito effettivo dichiarato nel periodo d’imposta e la relativa proposta.

Le cause di cessazione

Il legislatore ha provveduto ad introdurre anche le cause di cessazione del concordato preventivo biennale. Queste si vengono a generare nel caso in cui il contribuente dovesse dichiarare dei ricavi o dei compensi superiori al 50% rispetto al limite previsto per l’applicazione degli Isa o del regime forfettario.

Adempimento collaborativo, le novità introdotte

Alcune novità introdotte attraverso il Decreto Legislativo n. 108/2024 interessano direttamente l’adempimento collaborativo. Una delle più importanti coinvolge la certificazione infedele. Stiamo parlando della documentazione che rientra nei seguenti casi:

Quando si dovessero venire verificare i casi appena elencati, l’Agenzia delle Entrate provvede ad effettuare le comunicazioni del caso al Consiglio Nazionale dell’ordine professionale di appartenenza del certificatore, in modo che vengano effettuati i controlli del caso.

Il nuovo redditometro

Tra le novità arrivate c’è anche il nuovo redditometro. La misura verrà applicata nel caso in cui dovessero essere riscontrate delle evasioni con dei grandi scostamenti: al momento la soglia è fissata al 70.000 euro.

Il reddito accertabile , complessivamente, dovrà superare quello che è stato dichiarato di almeno il 20%. E dovrà essere, ad ogni modo, almeno dieci volte superiore rispetto all’assegno sociale annuo. L’importo viene aggiornato per legge ogni due anni sulla base degli indici forniti dall’Istat.

In sintesi

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo n. 108/2024, dal 6 agosto 2024 il concordato preventivo biennale è diventato legge a tutti gli effetti. Nel testo pubblicato sono state introdotte alcune novità rispetto alle bozze che sono girate all’inizio.

Il concordato preventivo biennale, almeno nella sua veste definitiva, è diventato leggermente più conveniente per quanti operano nel regime forfettario.

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