Arriva l’anonimometro dell’Agenzia delle Entrate per controllare il conto in banca

A cosa serve e come funziona il nuovo anonimometro varato dall'Agenzia delle Entrate. Scopriamo insieme come funziona

Pubblicato: 30 Maggio 2023 10:33

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Cos’è l’anonimometro dell’Agenzia delle Entrate e qual è la sua funziona principale? Attraverso un documento pubblicato lo scorso 19 maggio 2023, l’AdE ha fornito i criteri attraverso i quali verranno effettuati i controlli sul conto corrente dei contribuenti, svelando quelli che sono i criteri per l’analisi del rischio del nuovo anonimometro.

L’Agenzia delle Entrate, in altre parole, ha fornito le regole che determinano il funzionamento degli algoritmi, il cui compito sarà quello di andare ad incrociare i dati che sono contenuti direttamente all’interno dell’archivio dei rapporti finanziari con quelli dell’anagrafe tributaria.

Anonimometro: ecco come funziona

L’Agenzia delle Entrate, lo scorso 19 maggio 2023, ha pubblicato un documento attraverso il quale ha chiarito le regole di funzionamento del cosiddetto anonimometro. Nel dettaglio, l’AdE ha reso noti i criteri che sono alla base del suo funzionamento e le metodologie che vengono adottate per analizzare il rischio evasione. Gli agenti del fisco, in estrema sintesi, andranno ad incrociare i dati che sono contenuti all’interno dell’Archivio dei Rapporti Finanziari e provvederanno ad incrociarli con le altre informazioni che sono in possesso dell’amministrazione tributaria.

L’Agenzia delle Entrate ha dovuto pubblicare il suddetto documento in modo da rendere trasparenti i criteri sui quali si baseranno i nuovi controlli sul conto corrente dei contribuenti. Una pubblicazione resasi necessaria a seguito di un’esplicita richiesta effettuata dal Garante della Privacy, in modo da poter dare il via libera al nuovo strumento di analisi del rischio evasione, che è stato introdotto direttamente dalla Legge di Bilancio 2020.

Sono dieci, fondamentalmente le fasi del processo di analisi del rischio fiscale, che partirà direttamente dall’individuazione della platea di riferimento e dalla scelta dei dati che dovranno essere utilizzati. Ed arriverà, alla fine, alla predisposizione di una serie di liste selettive, grazie alle quali verranno fatti partire i controlli fiscali veri e propri. Ad ogni modo, l’analisi effettuata dagli algoritmi verrà supportata dagli interventi umani, in modo che vengano evitati fastidiosi automatismi, che potrebbero ledere i diritti dei contribuenti.

Il nuovo algoritmo

Attraverso l’anonimometro l’Agenzia delle Entrate ha introdotto un complesso algoritmo, il cui scopo è quello di andare ad identificare gli eventuali evasori fiscali. Ma come funziona l’anonimometro? Questo nuovo strumento, in estrema sintesi, provvede ad effettuare una vera a propria analisi del rischio basandosi sui dati che sono contenuti all’interno dell’Anagrafe dei Conti Correnti. Questo è un maxi database del fisco, nel quale sono contenuti i dati di ogni singolo conto corrente dei contribuenti italiani. Al suo interno sono riportati tutti gli estratti conto, le movimentazioni in entrata ed in uscita e qualsiasi altro rapporto che il cliente mantiene con l’istituto di credito, come, ad esempio, la gestione titoli e le cassette di sicurezza.

Questa enorme banca data viene alimentata regolarmente dalle informazioni che vengono fornite direttamente dalle banche all’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima, periodicamente, provvede a controllare i dati che vi sono contenuti, riuscendo, in questo modo, a selezionare i soggetti che sono ritenuti a più alto rischio di evasione fiscale.

Il perché di un nome così complesso

Ma perché si chiama proprio l’anonimometro? Per rispondere a questa domanda è necessario comprendere nel dettaglio come funziona questo strumento. Una delle sue peculiarità, infatti, è quella di trattare i dati in maniera anonima: i dati analizzati vengono analizzati senza collegarli immediatamente al loro titolare. Spieghiamoci meglio: i dati sensibili vengono sostituiti con dei codici fittizi. In questo modo viene garantita la protezione dei dati personali dei contribuenti che non vengono sottoposti a dei controlli fiscali.

L’operazione ha un unico scopo: individuare i soggetti che in base al loro volume d’affari e al tipo di operazioni che stanno svolgendo, potrebbero essere a rischio evasione fiscale.

Come funziona l’anonimometro

Come abbiamo anticipato in precedenza, il funzionamento dell’anonimometro si struttura in dieci differenti fasi, che partono da una prima identificazione del pubblico di riferimento, per arrivare ad una vera e propria creazione degli elenchi selezionati.

L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che il presupposto di questa operazione è la prevenzione, non la repressione. Il controllo prende di mira i soggetti a maggior rischio evasione fiscale andando a ridurre i costi che le regolari attività di controllo andrebbero a gravare su imprese e cittadini.

È importante sottolineare, comunque, che l’anonimometro non è completamente automatizzato. Sicuramente una delle caratteristiche più importanti è la presenza costante delle persone, che possono intervenire in qualsiasi momento durante il processo di analisi. Questa soluzione evita l’uso di un processo decisionale che sia completamente automatizzato: viene garantita, in questo modo, una gestione più accurata e attenta.

Gli obiettivi che si vogliono raggiungere

Grazie all’anonimometro l’Agenzia delle Entrate ha intenzione di recuperare una somma importante dell’evasione fiscale. Questo strumento, comunque, ha un valore che va ben oltre al semplice recupero delle tasse e delle imposte evase: rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione dei dati e delle informazioni. È, infatti, in grado di rispettare l’anonimato dei contribuenti e di riuscire, comunque, a gestire ed utilizzare in maniera massiva le informazioni in suo possesso.

L’anonimometro costituisce una vera e propria rivoluzione nella lotta all’evasione fiscale. In un certo senso costituisce una svolta epocale, che permette all’Agenzia delle Entrate di gestire in maniera efficiente ed efficace i dati in suo possesso.

Questo strumento permetterà di sfruttare al massimo le potenzialità che derivano dall’incrocio di miliardi di dati, ma rispettando, allo stesso tempo, tutte le norme e le regole sulla privacy.

È bene ricordare che il Garante della Privacy ha già fornito il proprio parere positivo: benché vengano effettuata un’intensa analisi dei dati, l’anonimometro pone una grande attenzione alla privacy dei contribuenti. Per rispettare le normative sulla protezione dei dati, tutti i contribuenti vengono anonimizzati, a partire dai dati contenuti nella superanagrafe dei conti correnti. A ogni soggetto viene assegnato un numero, che sarà poi utilizzato nei vari database e piattaforme a disposizione del Fisco.

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