Spese mediche, occhio ai medici “furbetti”: cosa sapere sull’imposta di bollo

È possibile portare in detrazione dall’Irpef il 19% delle spese sanitarie. Ma attenzione: perché è obbligatoria la marca da bollo e molti medici non la appongono

Pubblicato: 18 Febbraio 2020 13:21Aggiornato: 18 gennaio 2024 17:33

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come sapete, le spese mediche si possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi. È possibile portare in detrazione dall’Irpef il 19% delle spese sanitarie per la parte eccedente la franchigia fissata a 129,11 euro. Alcune spese mediche sostenute per le persone con disabilità sono invece ammesse integralmente alla detrazione del 19%, senza applicare la franchigia.

Come funziona la detrazione Irpef

Oltre alla novità delle detrazioni a rischio per chi paga in contanti, per potere beneficiare della detrazione è fondamentale che sulla fattura del medico specialista a cui vi siete rivolti venga apposta l’imposta di bollo, attualmente pari a 1,81 euro. Questa va applicata sulle fatture esenti da Iva di importo superiore a 77,47 euro, ed è detraibile se pagata dal paziente ed evidenziata a parte sulla fattura.

Prassi vuole che spesso i medici specialisti ne siano sprovvisti, riversando l’onere dell’applicazione ai pazienti. Sono in molti, cioè, a rilasciare le ricevute specialistiche senza apporre la marca da bollo. In questi casi, se la ricevuta supera i 77,47 euro, toccherà a voi pazienti acquistare una marca da bollo di 2 euro da apporre sulla ricevuta.

Piccola nota di consolazione: la marca da bollo può essere detratta nella dichiarazione dei redditi come costo costo accessorio della prestazione e inserita nella detrazione del TUIR alla voce “spese sanitarie”, sia che l’abbiate apposta voi sia che ve l’abbiamo già apposta il professionista.

Come fare per usufruire delle detrazioni

Per usufruire delle detrazioni è necessario, anzitutto, indicare le spese nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state sostenute e documentarle adeguatamente. I giustificativi delle spese devono essere conservati per tutto il tempo in cui l’Agenzia delle entrate può effettuare un accertamento, e cioè il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione.

Per la verifica del sostenimento della spesa, i documenti rilevanti sono costituiti unicamente dalle fatture, dalle ricevute fiscali e dagli scontrini “parlanti”. Non serve cioè che esibiate la prova del pagamento.

Le detrazioni possono essere fruite solo se le spese restano effettivamente a carico di chi le ha sostenute e nel limite dell’imposta lorda annua. L’eventuale eccedenza non può essere chiesta a rimborso né utilizzata nel periodo d’imposta successivo.

La detrazione delle spese sanitarie è ammessa anche per quelle sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico e, in alcuni casi, nell’interesse di familiari non a carico (spese sanitarie per patologie che danno diritto all’esenzione dal ticket sanitario). Un familiare è considerato fiscalmente a carico se possiede un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Solo per i figli di età non superiore a 24 anni, dal 1° gennaio 2019 questo limite è aumentato a 4mila euro.

Le spede mediche detraibili

Le spese sanitarie per le quali si ha diritto alla detrazione Irpef sono quelle relative a:

Le spese di assistenza sanitaria detraibili

Inoltre, sono detraibili le seguenti spese di assistenza sanitaria specifica:

Tutte queste spese possono essere indicate nella dichiarazione dei redditi per l’importo eccedente 129,11 euro. Se sono state sostenute nell’ambito del Servizio sanitario nazionale la detrazione spetta per l’importo del ticket pagato.

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