Rinviata la scadenza del secondo acconto Irpef per le partite Iva. La proroga è stata approvata in Senato insieme al decreto fiscale, nonostante lo scontro a colpi di veti incrociati tra i partiti della maggioranza, che ha votato la fiducia al Governo sul testo legato alla Legge di Bilancio. Il pagamento potrà dunque essere corrisposto, dalla platea di contribuenti interessati dalla norma, entro il 16 gennaio 2025.
La proroga nel Dl fiscale
La misura rientra nel Decreto legge, collegato alla manovra 2025 in quanto anticipa al 2024 alcune spese alleggerendo di 1,7 miliardi i conti del prossimo anno, che attende il passaggio in seconda lettura alla Camera, in vista dell’approvazione prima del 18 dicembre.
Con le modifiche del Governo all’emendamento presentato dalla Lega viene riproposta la proroga sperimentata lo scorso anno, che, come sottolineato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, era “stata accolta con grande interesse anche dagli intermediari e dai professionisti, perché ha consentito una maggiore flessibilità nella pianificazione delle spese fiscali per i lavoratori autonomi”.
Il rinvio è rivolto ai lavoratori autonomi e ai professionisti che dichiarano ricavi o compensi non superiori ai 170mila euro, che avranno così la possibilità di pagare le imposte sui redditi il 16 gennaio 2025, anziché per la scadenza attuale del 2 dicembre, in quanto la consueta data del 30 novembre cade di sabato ed è automaticamente differita al primo giorno lavorativo utile.
I contribuenti interessati potranno versare quanto dovuto al Fisco in un’unica soluzione o in cinque rate fissate il 16 di ogni mese fino a maggio.
La misura non riguarda però il rinvio e la rateizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali, per i quali rimane anche per gli aventi diritto il pagamento entro il 2 dicembre.
“L’anno scorso 276mila contribuenti fra Pmi, artigiani, commercianti e liberi professionisti non hanno dovuto contrarre debiti bancari per pagare le tasse a novembre, o rischiare sanzioni e interessi in caso di mancato pagamento” ha dichiarato con soddisfazione il fautore dell’emendamento, il deputato Alberto Gusmeroli, in riferimento ai 83.233 soggetti Irpef e ai 193.044 ripartiti tra minimi e forfettari che nel 2023 hanno beneficiato della norma.
La scadenza per gli esclusi
Entro il 2 dicembre dovranno corrispondere contributi e secondo acconto Irpef tutte le altre partite Iva che non rientrano nella platea dei potenziali destinatari, vale a dire le persone fisiche che superano la soglia dei 170mila euro, le imprese e professionisti, per società ed enti, oltre alla generalità dei lavoratori dipendenti e i pensionati.
Si tratta dei contribuenti per i quali l’imposta dichiarata nell’anno supera i 51,65 euro, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze.
Per questi soggetti le rate previste rimangono due, la prima a giugno (salvo proroghe), per la quale è possibile optare per il pagamento in più quote, la seconda dovuta invece in un’unica soluzione.
L’obbligo di versamento del secondo acconto a fine anno riguarda anche tutte le altre imposte, sulla base di quanto emerso dalla dichiarazione dei redditi: la scadenza interessa in particolare la quota dovuta a titolo di Ires, Irap, così come l’imposta sostitutiva dovuta dai contribuenti che applicano il regime forfettario, ma anche la cedolare secca sugli affitti e l’Ivie e l’Ivafe, le due imposte dovute su immobili e beni finanziari detenuti all’estero.