La rottamazione quinquies non si farà, si va verso la proroga della vecchia sanatoria

La rottamazione quinquies viene bocciata, mentre si valuta la proroga della quater per chi è decaduto. Il 28 febbraio scade la settima rata: ultima chiamata

Pubblicato: 5 Febbraio 2025 09:40

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La rottamazione quinquies si ferma ai blocchi di partenza. La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha silurato l’emendamento di Alberto Gusmeroli, ritenendolo fuori tema rispetto al Milleproroghe. Un’operazione destinata a dare ossigeno a migliaia di contribuenti, che puntava su pagamenti dilazionati in dieci anni e una soglia di decadenza più morbida, è stata dunque cancellata con un tratto di penna. Non è bastata l’idea di concedere otto rate di tolleranza per chi salta i pagamenti: senza un’adeguata copertura finanziaria, la proposta è rimasta sulla carta.

Perché l’emendamento è stato bocciato

Oltre all’estraneità al Milleproroghe, il problema vero è stato il buco nei conti pubblici. Nessuna compensazione adeguata, nessuna copertura finanziaria certa, solo il rischio concreto di un ammanco nelle casse dello Stato. L’idea di spalmarlo nel tempo senza una contropartita concreta ha reso il provvedimento insostenibile, condannandolo a una fine annunciata.

Rottamazione quater, cosa potrebbe cambiare

Mentre la rottamazione quinquies viene accantonata, si riaccende la discussione sulla possibilità di riaprire i termini per chi ha perso i benefici della rottamazione quater. Il Senato potrebbe dare il via libera a una nuova finestra per i contribuenti decaduti, offrendo loro un’opportunità di rientrare nel regime agevolato senza essere travolti dalle sanzioni.

Nel frattempo, il meccanismo della rottamazione delle cartelle fiscali continua a dimostrarsi un’ancora di salvezza per molti italiani. Stando ai dati forniti dall’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nei primi undici mesi dello scorso anno il Fisco ha recuperato 4,6 miliardi di euro attraverso questa misura, portando il totale degli incassi degli ultimi otto anni a 31,6 miliardi. Numeri che confermano come questa strategia sia diventata una leva fondamentale per il bilancio pubblico.

Rottamazione cartelle, settima rata in scadenza il 28 febbraio 2025

Chi ha aderito alla rottamazione quater delle cartelle ha un appuntamento da non mancare: il 28 febbraio 2025 è la data limite per il pagamento della settima rata. Per chi risiede o ha sede legale nei territori di Marche, Toscana ed Emilia Romagna colpiti dalle alluvioni, il calendario è stato adattato, ma l’impegno resta lo stesso.

Cinque giorni di tolleranza, fino al 5 marzo, poi niente più sconti. Chi non rispetta la scadenza perde tutti i vantaggi della definizione agevolata e si trova di fronte alla riattivazione delle procedure di riscossione, con il Fisco pronto a battere cassa senza più sconti o dilazioni.

Nuove ipotesi in discussione sulla rottamazione

Il dibattito sulla ridefinizione agevolata delle cartelle fiscali si riaccende con la conversione in legge del Decreto Milleproroghe. Tra le opzioni in gioco, si discute di un’estensione della misura anche ai debiti del 2023, della riapertura dei termini per chi è decaduto dalla rottamazione quater e dell’introduzione di un maxi-piano decennale per spalmare i pagamenti su un arco temporale più lungo.

La partita è ancora aperta. Il testo dovrà affrontare il passaggio dal Senato alla Camera, dove potrebbero emergere ulteriori correttivi. Al momento, la possibilità di una nuova finestra per i decaduti sembra la strada più percorribile, mentre l’ipotesi di una rottamazione quinquies è già naufragata sotto il peso dei veti e delle coperture finanziarie insufficienti.

Possibili nuove soluzioni per chi è decaduto

Si riapre uno spiraglio per chi ha mancato le scadenze dei pagamenti precedenti. Seguendo il modello della Legge n. 18/2024, che aveva concesso ai contribuenti una chance per saldare le prime tre rate entro il 15 marzo 2024, anche quest’anno potrebbe esserci una proroga strategica per permettere di rientrare nei ranghi fiscali entro l’estate.

Le opzioni al vaglio includono:

Nei prossimi giorni sarà chiaro se il Parlamento concederà un’ulteriore possibilità ai contribuenti o se chi è rimasto indietro dovrà affrontare la piena forza della riscossione senza sconti.

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