Residenza estera fittizia, si rischiano multe e carcere

Prendere una residenza estera fittizia è un vero e proprio reato che può portare alla galera. Quali sono i controlli che effettua il Fisco

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Residenza estera fittizia: è questo il reato che potrebbe contestare l’Agenzia delle Entrate ai contribuenti che si sono trasferiti oltre il confine, ma non lo hanno fatto correttamente. Si può scegliere di trasferirsi in Grecia o in Tunisia per usufruire delle agevolazioni fiscali previste per i pensionati.

O ci si può spostare la residenza fiscale nel Paese in cui si lavora per poter accedere ai servizi del Paese dove si vive quotidianamente. L’importante è non farlo con la volontà di nascondere al Fisco dei redditi sui quali si devono pagare le imposte.

Come viene accertata la residenza estera fittizia

In quale modo l’Agenzia delle Entrate riesce a contestare a un contribuente la residenza estera fittizia? Quali sono le obiezioni che il Fisco può sollevare?

Nel corso degli ultimi anni i controlli effettuati dagli uffici tributari sono aumentati, grazie alle innumerevoli banche dati a cui possono accedere gli uffici tributari, ma soprattutto grazie agli accordi sullo scambio di informazioni che l’Italia ha sottoscritto in ambito internazionale.

Ormai trasferirsi all’estero o spostare i propri fondi in una banca oltre confine non è più un ottimo modo per nascondere i proventi di qualche attività illecita.

Il nostro Paese ha aperto canali ufficiali di comunicazione con altre nazioni e, con la sola eccezione dei cosiddetti paradisi fiscali, riesce a venire a capo dei movimenti effettuati dai contribuenti. E quindi ad accertare quando ci dovesse essere una residenza estera fittizia.

Quali sono le sanzioni a cui si va incontro

La residenza estera fittizia ha delle conseguenze molto pesanti dal punto di vista sanzionatorio, che possono essere sintetizzate in due modi differenti:

Vediamo in quale modo si concretizzano.

Residenza estera fittizia: rischi e sanzioni
📑 Dichiarazione infedele Sanzione amministrativa pari al 70% dell’imposta evasa
Reclusione da 2 a 4 anni se l’imposta evasa supera 100.000 euro o il 10% del reddito dichiarato
❌ Omessa dichiarazione Sanzione amministrativa pari al 120% dell’imposta evasa, minimo 250 euro
Reclusione da 2 a 5 anni se l’imposta evasa supera 50.000 euro
⚖️ Dichiarazione fraudolenta Reclusione da 3 a 8 anni per uso di documenti falsi, operazioni simulate o altri artifici
Scatta se l’imposta evasa supera 30.000 euro o il 5% degli elementi dichiarati
📌 Quando scatta Se il contribuente risulta formalmente residente all’estero ma non rispetta i criteri dell’art. 2 del Tuir (Dpr 917/86), omettendo redditi prodotti in Italia
🔍 Come avviene l’accertamento Grazie allo scambio internazionale di informazioni fiscali, alle banche dati dell’AdE e al monitoraggio di conti correnti e movimenti finanziari

Dichiarazione dei redditi infedele

La presentazione della dichiarazione dei redditi infedele è una violazione amministrativa, che è stata prevista dall’articolo 1, comma 2, del Dlgs n. 471/97.

Questa situazione si viene a verificare nel momento in cui un contribuente – residente fiscalmente in Italia, ma trasferito all’estero – dichiara nel nostro Paese parte dei propri redditi. O quantomeno per un valore inferiore rispetto a quello accertato dall’Agenzia delle Entrate.

Siamo davanti a una dichiarazione infedele perché quanto comunicato dal contribuente al Fisco non comprende anche i redditi che sono stati percepiti all’estero.

Quando si viene a verificare questa casistica sono previste delle sanzioni amministrative che sono pari al 70% dell’imposta che è stata evasa.

Volendosi soffermare alla fattispecie del trasferimento fittizio della residenza all’estero, queste sanzioni vengono applicate a quanti abbiano trasferito la propria residenza oltre confine senza aver rispettato i criteri previsti dall’articolo 2, del Dpr n. 917/86.

In altre parole sono dei contribuenti che hanno percepito dei redditi in Italia, ma hanno deciso di comunicarne all’Agenzia delle Entrate solo una parte.

Omessa presentazione della dichiarazione dei redditi

L’omessa dichiarazione dei redditi è una violazione amministrativa che è stata prevista dall’articolo 1, comma 1 del Dlgs 471/97.

Questa situazione si viene a verificare nel momento in cui un soggetto residente in Italia, avendo percepito dei redditi imponibili nel nostro Paese, non presenta il Modello 730 o il Modello Redditi PF.

In questo caso la sanzione che viene applicata è pari al 120% dell’imposta che è stata evasa, con un importo minimo di 250 euro.

Volendo applicare la fattispecie della residenza estera fittizia, le sanzioni vengono irrogate nel caso in cui il contribuente abbia trasferito la propria residenza, ma non ha rispettato i criteri previsti dall’articolo 2 del Dpr n. 917/86.

Benché sulla carta vivano all’estero, questi contribuenti hanno dei redditi imponibili in Italia e non hanno provveduto a dichiararli.

Le sanzioni penali della residenza estera fittizia

Purtroppo ai contribuenti che dichiarano una residenza estera fittizia oltre alle sanzioni amministrative possono essere irrogate quelle penali di tipo tributario.

I contribuenti rischiano tra i 2 e i 5 anni di reclusione nel caso in cui, grazie all’omessa dichiarazione, siano riusciti ad evadere delle imposte per un valore pari a 50.000 euro.

Il calcolo dell’imposta evasa viene effettuato tenendo conto:

Anche per la la dichiarazione infedele è prevista una reclusione che oscilla tra i 2 e i 4 anni.

Rischiano il carcere quanti, per evadere il versamento delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indichino all’interno delle dichiarazioni annuali relative alle suddette imposte, degli importi inferiori rispetto a quelli effettivi o indichino dei passivi nella realtà inesistenti.

La reclusione è prevista nei seguenti casi:

Dichiarazione fraudolenta ottenuta attraverso altri artifici

La norma punisce con una reclusione che oscilla tra i 3 e gli 8 anni quanti, in caso di residenza estera fittizia, quanti:

Al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, compiendo operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente ovvero avvalendosi di documenti falsi o di altri mezzi fraudolenti idonei a ostacolare l’accertamento e a indurre in errore l’amministrazione finanziaria, indica in una delle dichiarazioni relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi fittizi o crediti e ritenute fittizi.

La reclusione, q ogni, modo scatta nel momento in cui:

In questo caso l’elemento qualificante della condotta che segna il netto confine con la semplice dichiarazione infedele è la fraudolenza.

L’aggravante è costituita dalla falsa rappresentazione di elementi attivi e passivi delle scritture contabili obbligatorie. Molto semplicemente il dichiarante deve aver modificato le varie voci contabili, in modo da far apparire corretti dei documenti attraverso il quale rendere gli importi dichiarati inferiori.

In questo più ampio contesto il trasferimento fittizio della residenza all’estero è uno dei mezzi per riuscire a centrare l’obiettivo.

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