Regime dei minimi in scadenza: conviene passare al forfettario?

Dal 2016 non è più possibile accedere al regime dei minimi, che viene applicato solo a chi vi aveva aderito. Ora la scadenza anagrafica è imminente: meglio passare al forfettario?

Pubblicato: 4 Marzo 2025 13:07

Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quali differenze ci sono tra il regime dei minimi e il regime forfettario? Leggendo molti articoli che circolano sul web si può correre il rischio di confonderli, ma in realtà stiamo parlando di due strumenti completamente diversi. Al primo, infatti, non è più possibile accedere dal 2016, ma ne possono usufruire – fino al compimento dei 35 anni di età – ancora quanti vi avevano aderito quando era in vigore. Il regime forfettario, invece, è liberamente accessibile a tutti, purché venga rispettato il limite massimo di 85.000 euro.

Ma perché è importante parlare oggi del regime dei minimi, a cui non è più possibile accedere? Oltre a comprendere le differenze che intercorrono con il regime forfettario, si avvicina il limite d’età dei 35 anni per molti dei titolari di partita Iva che lo avevano adottato. Ed è, quindi, ora di scegliere come proseguire la propria attività, almeno dal punto di vista fiscale.

Come funziona il regime dei minimi

Ancora in vigore per un numero limitato di contribuenti, il regime fiscale dei minimi è riservato ai titolari di partita Iva che svolgono un’attività di lavoro autonomo. È stato introdotto con la Legge n. 244/2007 e trasformato nel regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile attraverso il Decreto Legge n. 98/2011. Nel 2014, con l’introduzione della Legge 190/14 che ha istituito il regime forfettario, il regime dei minimi è stato soppresso, rimanendo in vigore solo per chi vi aveva già aderito.

Al momento, quindi, può essere utilizzato solo da quanti lo avevano scelto in sede di inizio attività entro il 31 dicembre 2015. Può continuare ad essere applicato se vengono rispettati questi requisiti:

Ad ogni modo il regime dei minimi può essere applicato per un periodo limitato: per il primo quinquennio dell’attività o, oltre il suddetto periodo, fino a quando l’imprenditore o il lavoratore autonomo non compiono 35 anni.

Attraverso questo particolare strumento il reddito d’impresa o di lavoro autonomo viene:

Le differenze con il regime forfettario

Considerando che dal 2016 non è più possibile accedere al regime dei minimi, c’è da supporre che in questi giorni siano molti i contribuenti che devono cambiare regime per il limite d’età dei 35 anni. A questo punto è importante comprendere quali siano le differenze con il regime forfettario. Vediamo in estrema sintesi cosa differenzia il primo dal secondo:

Il regime dei minimi prevede:

Le principali caratteristiche del regime forfettario sono le seguenti:

Punto focale è quello relativo alle imposte, che dovranno essere gestite come segue:

Conviene passare al regime forfettario

Non è possibile fornire una risposta univoca che valga per tutti i contribuenti, perché ci sono molti fattori personali da prendere in considerazione.

Indubbiamente al raggiungimento dei 35 anni, quando è necessario fare obbligatoriamente un qualsiasi passaggio, sarebbe più opportuno vedere se conviene il regime ordinario o quello forfettario, ma anche qui tutto è condizionato dalle caratteristiche dell’attività che si sta svolgendo e dai costi che si devono sostenere.

Sono diverse le variabili che devono essere prese in considerazione prima di effettuare il passaggio. Ecco a cosa è importante prestare attenzione:

Come deve essere effettuato il passaggio

È possibile passare dal regime dei minimi al regime forfettario a ogni inizio di anno, attraverso il comportamento concludente. A ogni modo, prima di effettuare qualsiasi tipo di operazione è opportuno interfacciarsi con il proprio commercialista.

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