Pignoramento conti correnti Agenzia Entrate: chi rischia ora

È stata avviata una nuova fase, l'Agenzia delle Entrate procederà con il pignoramento dei conti correnti privati per recuperare i crediti dopo la notifica del debito

Pubblicato: 4 Luglio 2024 12:56

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

L’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova fase, con l’obiettivo di recuperare i crediti applicando, di fatto, quello che già la normativa italiana prevede, ovvero: il Fisco può bloccare il conto dopo aver notificato il debito e dato opportunità al contribuente di regolarizzare la propria situazione.

Chi rischia

Il pignoramento può colpire chiunque abbia debiti verso l’Agenzia delle Entrate e non sia riuscito a regolarizzare la propria situazione fiscale.

Nel dettaglio, sono a rischio:

Quanto può pignorare l’Agenzia delle Entrate su un conto corrente

L’Agenzia delle Entrate può pignorare fino al 100% dei fondi presenti sul conto del contribuente che risulta debitore, fino all’ammontare del credito che risulta all’Erario.

Tuttavia, esistono alcune eccezioni e limitazioni legate alla natura dei fondi depositati, come stipendi o pensioni, che possono essere parzialmente o totalmente esenti dal pignoramento a seconda delle disposizioni normative. Infatti, secondo la legge italiana (articolo 545 del Codice di Procedura Civile), una parte del salario o stipendio di un lavoratore dipendente è esente dal pignoramento. Si tratta della cosiddetta “cessione del quinto” dello stipendio, che prevede che solo una quota limitata (fino al 20%) del reddito netto possa essere pignorata per il recupero di crediti, inclusi quelli fiscali. Anche le pensioni e altri redditi assimilati, come le rendite previdenziali, godono di una protezione simile, poiché esiste un limite massimo al pignoramento, che può variare a seconda della natura e dell’importo del credito vantato dal Fisco.

Inoltre, prima di procedere al pignoramento, l’Agenzia delle Entrate deve notificare il debito e concedere il tempo necessario per regolarizzare la propria situazione o presentare eventuali opposizioni.

Inoltre, l’eccezione si estende a fondi riconducibili a specifiche finalità, come i fondi pensione o altri fondi vincolati destinati a specifici usi personali o familiari. Queste misure sono progettate per garantire che i cittadini non siano privati dei mezzi essenziali per sostenere sé stessi e le proprie famiglie.

Come sbloccare conto corrente pignorato da Agenzia Entrate

Lo sblocco di un conto corrente pignorato dall’Agenzia delle Entrate può avvenire attraverso diversi passaggi e procedure, a seconda della situazione specifica e delle normative vigenti in Italia.

Per esempio, a partire dalla comunicazione, l’Agenzia delle Entrate è obbligata a notificare il pignoramento al titolare del conto corrente, ma questa notifica include l’importo del debito fiscale e le istruzioni su come procedere per regolarizzare la situazione.

Inoltre, è sempre possibile verificare la validità del pignoramento e, se necessario, presentare un’opposizione. Questo può includere la verifica dei documenti relativi al debito, compreso l’avviso di pagamento e altre comunicazioni ufficiali. Se invece si ritiene che il pignoramento sia stato eseguito in modo non conforme alla legge o se ci sono altre ragioni valide, è possibile presentare un ricorso legale per contestare il pignoramento.

In alcuni casi, si può negoziare un piano di pagamento con l’Agenzia delle Entrate per saldare il debito. Se viene raggiunto un accordo, l’Agenzia potrebbe sospendere o revocare il pignoramento.

Una volta che il debito è stato regolarizzato o che è stato raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate, il conto corrente può essere sbloccato. La banca procederà quindi a rimuovere il pignoramento e a rendere nuovamente disponibili i fondi sul conto.

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