Pensione estera non dichiarata, come sanare la propria posizione evitando pesanti sanzioni

Non aver dichiarato la pensione estera è un reato tributario, che può portare alla galera nei casi più gravi. Ma con il ravvedimento operoso è possibile sanare la propria posizione

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

La pensione estera deve essere indicata all’interno della dichiarazione dei redditi. Come ogni altro reddito, indipendentemente da dove venga percepito, deve essere comunicato all’Agenzia delle Entrate. Sembra un’ovvietà, ma purtroppo sono in molti a ritenere che, proprio perché l’ente erogatore non ha sede nel nostro Paese, possono evitare di dichiarare quanto percepiscono.

L’errore, spesso e volentieri, non è commesso in malafede: si ritiene semplicemente che sia un importo esentasse. O che, magari, le imposte sono state trattenute direttamente alla fonte. Al di là delle motivazioni che hanno portato a questa scelta tranquillizziamo un po’ tutti: è possibile regolarizzare la propria posizione, prima che l’AdE elevi delle sanzioni che possono arrivare al 120% dell’imposta evase. Nei casi più gravi si rischia anche il penale.

Pensione estera percepita in Italia, chi la deve dichiarare

Sono obbligati a dichiarare la pensione estera le persone che hanno la residenza fiscale in Italia. Stando a quanto prevede l’articolo 2 del Tuir, una persona è tale nel momento in cui trascorre almeno 183 giorni (184 negli anni bisestili) in Italia e soddisfi almeno uno dei seguenti criteri:

Quando ricorre anche uno solo dei requisiti che abbiamo indicato, il soggetto in questione viene tassato in Italia.

Quando è necessario pagare le imposte in Italia

È bene sottolineare che non tutte le pensioni estere sono soggette agli stessi trattamenti fiscali. A determinare le modalità attraverso le quali vengono trattate sono:

Pensioni private estere

Nella maggior parte dei casi le pensioni private – con questa locuzione si intendono quelle che provengono da un lavoro nel settore privato o da enti previdenziali non statali – vengono tassate nel Paese di residenza del beneficiario.

Questo significa che quanti siano residenti in Italia sono tenuti a dichiarare quanto percepito e a versare l’Irpef rispettando le aliquote progressive. In questo caso è possibile detrarre come credito d’imposta eventuali ritenute che siano state effettuate all’estero.

Pensioni pubbliche estere

Le regole diventano leggermente più complesse quando abbiamo a che fare con delle pensioni pubbliche, che vengono erogate da delle amministrazioni statali estere per servizi che sono stati resi a quel determinato Paese. In molti casi le convenzioni bilaterali sottoscritte dall’Italia prevedono che siano sottoposte a delle tassazioni solo nel Paese nel quale sono erogate, sempre che il beneficiario non abbia la residenza in Italia. Nel caso in cui si dovesse configurare questa eventualità, il nostro Erario può chiedere la sua parte di imposte.

Monitoraggio fiscale: le possibili violazioni

I contribuenti che percepiscono una pensione estera devono stare attenti agli obblighi connessi al monitoraggio fiscale: nel caso in cui sia accreditata su un conto estero deve essere compilato il Quadro Rw.

L’omissione può portare a delle sanzioni che oscillano tra il 3% ed il 15% del valore degli asset che non sono stati dichiarati. Nel caso in cui le attività finanziarie siano detenute in Paesi non collaborativi – ossia quelli che rientrano nella black list – le sanzioni raddoppiano.

L’ammontare della sanzione viene calcolato sul valore dell’attività che non è stata dichiarata nel momento in cui si conclude un determinato periodo d’imposta. Gli accertamenti possono essere effettuati entro il 31 dicembre del quinto anno rispetto a quando è stata presentata la dichiarazione.

Quando scatta il reato

Dimenticarsi di dichiarare una pensione estera, nel momento in cui si superano alcune soglie di evasione, può diventare un reato tributario.

Omessa dichiarazione

A definite in modo preciso e dettagliato cosa sia l’omessa dichiarazione è l’articolo 5 del Dlgs. n. 74/2000: si configura questo reato nel momento in cui non viene presentata la dichiarazione dei redditi e vengono evase qualcosa come 50.000 euro di imposto in un solo anno. Si rischiano da 2 a 5 anni di reclusione.

Dichiarazione infedele

Presentare la dichiarazione dei redditi, ma omettere di indicare la pensione estera è una dichiarazione infedele (ai sensi dell’articolo 4 del Dlgs. n. 74/2000). In questo caso il reato scatta nel momento in cui:

In questo caso è prevista una reclusione che va da 2 a 4 anni e 6 mesi.

Pensione estera non dichiarata, come evitare conseguenze penali

Nel caso in cui dovessero essere pagate integralmente le imposte dovute – compresi interessi e sanzioni – non si è più punibili penalmente. Ma è necessario farlo prima che la pubblica autorità venga a conoscenza dei reati commessi.

È importante, quindi, ricorrere immediatamente al ravvedimento operoso per sanare la propria posizione.

Come sanare la propria posizione

Il contribuente che abbia intenzione di sanare una pensione estera non dichiarata deve muoversi come segue:

Nel caso in cui la violazione dovesse comprendere più di una annualità, è necessario fare il ravvedimento operoso per ognuna di loro. Attraverso questa procedura si riescono a sanare le varie violazioni e a ridurre l’importo delle sanzioni dovute.

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