“Di rottamazione, adesso, non se ne parla”. Intercettato dalla stampa in Transatlantico alla Camera, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha rilasciato una battuta in merito alla possibilità di mettere in cantiere l’ennesimo condono fiscale, quella rottamazione quinquies ipotizzata con alcuni emendamenti sia alla Manovra che al decreto fiscale collegato.
Maurizio Leo, vero perno della riforma fiscale del governo Meloni, si trovava alla Camera dove è iniziato oggi l’esame del decreto Fisco, approvato dal Senato la scorsa settimana.
La Lega puntava a inserire una quinta rottamazione delle cartelle da 120 rate nella Manovra, ma la proposta non ha passato il vaglio dell’ammissibilità. È inoltre arrivato un emendamento da Forza Italia al decreto Fisco per chiedere di includere anche i debiti non ricompresi nella passata rottamazione, ovvero quelli dall’1 luglio 2022 a tutto il 2023. FI puntava a una rottamazione in 18 rate.
I tempi del decreto fiscale
Il 2 dicembre il decreto fiscale collegato alla Manovra è arrivato in Commissione Bilancio della Camera. Il testo è stato “blindato”, come si dice in gergo: al decreto non si possono apportare modifiche e verrà discusso e votato così com’è, senza possibilità di emendamenti e verrà posta la fiducia per fare pressione ai votanti. La presenza dei 175 emendamenti, tutti dell’opposizione, sarà di fatto considerata una pura formalità.
Dopo le comunicazioni di eventuali inammissibilità nella serata di lunedì 2 dicembre, nel pomeriggio di martedì 3 sarà atteso in Aula dove il Governo apporrà il sigillo della fiducia. Il decreto dovrà poi essere convertito in legge entro il 18 dicembre e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. I tempi sono ristrettissimi, come sempre: si pensi, ad esempio, che nel 2022 la Manovra andò all’esame di Palazzo Madama il 27 dicembre.
Il contenuto del decreto
Tra le iniziative più significative contenute nel decreto Fisco ci sono la riapertura della finestra temporale per aderire al concordato preventivo biennale, il bonus Natale da 100 euro una tantum nella tredicesima mensilità, la possibilità di pagare gli acconti per l’anno di imposta 2024 in 5 rate a partire da gennaio 2025 e le modifiche al credito Zes.
Cosa prevedeva la rottamazione quinquies di FI
La rottamazione quinquies spinta dal senatore Claudio Lotito di Forza Italia prevedeva una nuova sanatoria in 18 rate delle cartelle esattoriali emesse tra l’1 luglio 2022 e il 31 dicembre 2023. La rottamazione avrebbe incluso sanzioni amministrative, bollo auto, imposte locali e le multe stradali erogate da carabinieri, polizia e da vigili urbani, ma solo in caso il Comune in questione avesse affidato il recupero all’Ader (Agenzia delle Entrate-Riscossione).
La sanatoria della Lega
L’emendamento a prima firma del leghista Alberto Gusmeroli prevedeva la possibilità di risolvere il mancato pagamento delle imposte con interessi, sanzioni e aggio azzerati, come previsto dalle precedenti rottamazioni. La novità della misura consisteva nel fatto che il debito sarebbe stato spalmato su un massimo di 120 rate mensili, dunque per un periodo massimo di 10 anni. Il doppio rispetto alla rottamazione quater che ha un limite massimo di 5 anni.
Resta attiva la rottamazione quater
Resta intanto attiva la rottamazione quater, la cui sesta rata andava saldata entro il 30 novembre 2024, ma con tolleranza fino al 9 dicembre.