Meno tasse in Manovra e più fondi alla Sanità, gli interventi del Governo

Il Documento programmatico racconta di un’Italia che prova a crescere tra riduzione Irpef, nuove misure per famiglie e sanità e una linea prudente sui conti pubblici

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza, prende forma la nuova cornice programmatica che apre la strada alla Manovra.

Abbiamo quest’anno alcune novità rilevanti: un ridisegno della tassazione, pensato per alleggerire il carico sui lavoratori, un rafforzamento dei fondi per la sanità e misure mirate a stimolare investimenti e sostenere le famiglie.

Questi interventi non sono scollegati dai numeri macroeconomici: la previsione di un Pil debolmente in crescita dello 0,5% e di un rapporto deficit/Pil al 3% indica infatti lo spazio entro cui il governo può muoversi, e fissano i margini di manovra, è proprio il caso di dirlo, che rendono possibili tali scelte.

Alleggerimento fiscale e risorse per la sanità

Tra i punti chiave del Documento programmatico approvato ieri, spicca la volontà del ministero dell’Economia (più volte paventata nelle scorse settimane) di alleggerire la pressione fiscale, con un occhio di riguardo ai lavoratori dipendenti e a quella che viene identificata come classe media.

Accanto a questo, viene rifinanziato il fondo per il servizio sanitario, così da offrire più risorse a un settore sotto pressione.

Sostegno a imprese, natalità e conciliazione vita-lavoro

Nel pacchetto di interventi figurano anche misure pensate per incentivare gli investimenti privati e rafforzare la competitività del sistema produttivo. Spazio inoltre a strumenti per agevolare le famiglie, con particolare riferimento alla crescita demografica e al bilanciamento tra attività professionale e tempo dedicato ai figli.

A tal fine, il governo ha confermato l’intenzione di proseguire con un rafforzamento progressivo delle misure a sostegno delle nascite e delle politiche familiari.

Scenario programmatico e regole europee

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha parlato della necessità di mantenere una linea prudente e responsabile: da un lato il rispetto obbligatorio delle nuove regole europee sui conti, dall’altro l’impegno a sostenere lavoratori e famiglie. Durante la riunione di Governo avrebbe anche invitato i colleghi a rivedere le spese dei propri ministeri per usare al meglio le risorse disponibili.

Nel medio periodo, l’indebitamento è previsto in discesa al 2,8% nel 2026, 2,6% nel 2027 e 2,3% nel 2028, un percorso, questo, che deve essere necessariamente in linea con le regole comunitarie sulla spesa.

La crescita del Pil dovrebbe rimanere moderata, tra lo 0,7% e lo 0,9% nei prossimi tre anni. Il documento segnala anche un aumento graduale delle spese per la difesa (+0,15% nel 2026, +0,3% nel 2027, +0,5% nel 2028), vincolato però alla chiusura della procedura europea per deficit eccessivo.

Debito e sostenibilità dei conti pubblici

Secondo il Tesoro, le previsioni, giudicate “assai prudenziali” per via dell’incertezza geopolitica, indicano un debito pubblico in progressiva discesa, fino al 136,4% nel 2028, quando sarà ormai svanito l’effetto del Superbonus. Per sostenere questo percorso, il governo punta a un equilibrio fatto di nuove entrate e tagli mirati alla spesa.

Risorse disponibili e taglio dell’Irpef

All’interno del governo si parla di circa 8 miliardi da destinare alle misure principali. Una fetta consistente andrebbe a coprire la riduzione delle aliquote Irpef, che scenderebbero dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro.

In base alle simulazioni, il risultato per il ceto medio sarebbe un piccolo aumento in busta paga, pari a qualche decina di euro al mese.

Quanto rimarrà in più nelle tasche degli italiani?

Durante le valutazioni in Consiglio dei ministri è emersa l’ipotesi di un beneficio medio di circa 400 euro all’anno in più per i lavoratori, anche se stime più caute parlano di incrementi vicini ai 100 euro. Sul fronte delle famiglie, il pacchetto dovrebbe prevedere un bonus per l’acquisto di libri scolastici destinato ai nuclei a basso reddito, insieme a un nuovo sistema che tenga maggiormente conto del numero dei componenti.

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