Eredità alla badante da 700mila euro, ai parenti niente: com’è possibile questa sentenza?

Il recente caso di una badante che in tribunale si è vista riconoscere il diritto ad incassare l'intera, e cospicua, eredità lasciata da un'anziana donna. Il motivo

Pubblicato: 26 Agosto 2024 16:27

Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Quella delle eredità e successioni è una delicata materia in cui gli interessi economici dei familiari della persona deceduta entrano in gioco, spesso generando conflitti o contrapposizioni o acuendo quelli già in atto. D’altronde, quando una persona muore, i suoi beni e diritti devono essere trasferiti agli eredi e ogni caso di successione è unico, potendo coinvolgere un amplissima varietà di beni (immobili, denaro, titoli, ecc.), obbligazioni e debiti.

Non solo. Le distinte situazioni familiari possono essere diversissime tra loro, con la presenza di coniugi, figli, parenti di vari gradi, conviventi, ecc., che rendono il quadro ancora più complesso. Recentemente, in Toscana ha destato clamore la vicenda di un’anziana donna che ha lasciato in eredità ben 700mila euro alla badante, senza riservare nulla ai parenti. Da qui una battaglia legale che ha avuto infine un esito favorevole all’assistente familiare.

Ma com’è stato possibile? Perché i parenti della 78enne non hanno ricevuto nulla? Vediamo insieme più da vicino la questione e cerchiamo di capire quali regole sono state applicate per determinare l’effettivo erede.

Il caso concreto

Ci sono voluti ben dieci anni per trovare una soluzione ad una disputa, che si è trascinata nelle aule di tribunale. Dopo il decesso della donna, vedova e senza figli, tra le carte e i documenti – spiega il Corriere Fiorentino – era stato aperto un testamento olografo (uno delle varie tipologie esistenti) con il quale la badante, in servizio dal 2009, era stata nominata erede universale di tutti i beni.

Una scelta nient’affatto gradita ai parenti, che hanno subito intrapreso le vie legali nella speranza di ribaltare quanto scritto nel testamento e ottenere l’eredità. Le perizie di parte, la denuncia della collaboratrice per circonvenzione d’incapace, la documentazione attestante varie malattie della donna, come pure la richiesta – in sede civile – di annullamento del testamento impugnato per incapacità di intendere e volere al momento della stesura (poche settimane prima del decesso), non hanno però portato al risultato desiderato.

Due i filoni giudiziari. In quello penale i beni dell’anziana deceduta sono stati in un primo tempo sequestrati per poi arrivare, nel 2022, a una decisione favorevole alla badante, assolta dalle accuse «perché il fatto non sussiste». In sede civile, la vera e propria batosta per i parenti che – oltre al versamento di decine di migliaia di euro di spese legali per aver impugnato (invano) il testamento – hanno dovuto rinunciare ai 700mila euro di eredità. Infatti la sentenza della corte civile d’appello di Firenze ha riconosciuto la validità del testamento e l’assistente domestica come unica erede universale. L’anziana l’aveva scelta per legittime ragioni di affetto e gratitudine.

A seguito delle perizie disposte d’ufficio, dell’acquisizione delle cartelle mediche, degli interrogatori dei sanitari che hanno curato negli ultimi anni la donna e dopo aver ascoltato diverse testimonianze, il giudice civile ha così concluso che le volontà della donna erano assolutamente fondate.

Come è stato possibile questo esito

In tale vicenda il testamento olografo, ossia scritto per intero, datato e firmato dal testatore, ha assunto una importanza determinante ai fini della destinazione dell’eredità (che talvolta riserva anche brutte ‘sorprese‘ sul fronte fiscale). Infatti con tale atto una persona è in grado di indicare quale persona o persone saranno destinatarie del patrimonio, dopo la sua morte.

Ecco perché, in tribunale, i familiari hanno contestato il documento, ritenendolo il risultato di una circonvenzione di incapace, messa in atto dalla badante per assicurarsi la cospicua fortuna dell’anziana donna.

Come si può leggere nel sito web ufficiale del Ministero della Giustizia, il testatore può disporre validamente di tutto il suo patrimonio, ma il Codice Civile riconosce a favore di determinati soggetti il diritto ad una quota minima sul patrimonio del defunto, la quota di legittima. Quest’ultima – anche in testamento – va sempre riconosciuta agli eredi definiti ‘legittimari’, ossia:

Inoltre, la quota di legittima valevole per ognuno degli appartenenti a queste categorie cambia in base a come gli stessi concorrono tra loro (uno o più figli, coniuge e figli ecc.). Da notare altresì che fratelli e sorelle non sono eredi legittimari e a loro, quindi, non è riservata una quota di eredità dalla legge.

Nel caso concreto che abbiamo visto sopra, evidentemente nessun parente è stato identificato come erede legittimario e perciò la scelta dell’anziana donna è stata ritenuta valida e giustificata dalla magistratura. In altre parole, in assenza ad es. di figli o genitori, è ben ammissibile che una persona decida di nominare una badante o qualsiasi altra persona come erede universale tramite il testamento olografo, ossia secondo le sue volontà. L’assistente familiare avrà così pieno diritto di ricevere tutto il patrimonio del de cuius, così come indicato dall’esito giudiziario.

Parenti non legittimari e mancanza di testamento

In mancanza di un testamento, i parenti non legittimari del defunto (come ad es. fratelli, sorelle, nipoti) avrebbero potuto ereditare il patrimonio in base alle regole della successione legittima, ossia stabilita dalla legge. Ma se vi è un testamento valido – e perciò non frutto di una circonvenzione di incapace come in questo caso – la volontà del defunto prevale, e i parenti non legittimari non avranno un diritto automatico all’eredità, a meno che non siano stati espressamente nominati nel testamento olografo.

Per completezza ricordiamo infine che, secondo il Codice Civile, nella successione legittima – ossia prevista espressamente dalla legge e senza testamento – l’eredità si devolve al coniuge, ai discendenti, agli ascendenti, ai collaterali, agli altri parenti (fino al sesto grado) e allo Stato, secondo un preciso ordine. I criteri ai quali la legge fa riferimento considerano l’intensità del vincolo che unisce i vari congiunti al defunto e, conseguentemente, quelli che erano più prossimi a lui – e verosimilmente i più cari e per il benessere dei quali la persona aveva accantonato risparmi nel tempo – escludono i più lontani.

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