Il canone Rai potrebbe di nuovo uscire dalla bolletta della luce, alimentando una evasione fiscale che era stata azzerata dal 2015, poiché la UE ha posto questa come condizione per l’erogazione dei fondi del PNRR, giudicandolo un “onere improprio” a carico delle società elettriche.
Il richiamo della UE
La Commissione Europea ha di recente fatto un richiamo al governo, chiedendo di intervenire anche sullo stralcio del canone Rai dalla bolletta elettrica entro il 2023, dal momento che per accedere ai fondi del PNRR devono essere rimossi tutti gli oneri “impropri” delle varie riscossioni. E così è stato giudicato il contributo per la TV pubblica nella bolletta elettrica che i basa su una presunzione di possesso dell’apparecchio televisivo e pone un onere aggiuntivo a carico dei fornitori di energia.
Ma quanto vale il canone TV?
Il gettito garantito dal canone televisivo, che va a costituire la principale voce di entrata di Viale Mazzini è di circa 1,68 miliardi di euro e, nel 2021, tale cifra è aumentata di 93,7 milioni, grazie anche alla rinuncia dello Stato alle trattenute che faceva sul gettito lordo.
Grazie a questa somma la Rai riesce ad avere un bilancio sostanzialmente in pareggio, come prima non era, dal momento che l’evasione sul canone Rai, prima della sua inclusione in bolletta, ammontava a circa 500 milioni.
Resta alta solo l’evasione sul canone speciale, cioè quello pagato dalle imprese, mai incluso nella bolletta, che però è di importo limitato e, nel 2021, non ha superato gli 82,7 milioni.
L’idea del governo Renzi
L’inclusione del canone TV nella bolletta elettrica risale al 2015, quando il governo Renzi cercò di abbattere l’evasione fiscale, che per il canone era particolarmente alta. Lo fece inserendo questa imposta in bolletta, basandosi su una presunzione di possesso dell’apparecchio TV assieme all’utenza per l’energia elettrica. Lo stratagemma consentì di portare l’evasione sul canone TV dal 27% al 3% e garantì entrate certe e costanti alla Rai per qualche anno.
Cosa succede ora?
Scorporato il canone TV dalla bolletta, il rischio evasione torna a crescere. A partire dal 2023, le possibilità per l’incasso di questa tassa sono molteplici, ma la più accreditata: dal tornare al vecchio bollettino all’inserirla nel 730, cioè nella dichiarazione die redditi dei lavoratori dipendenti. Quest’ultima sarebbe la più accreditata perché consentirebbe di limitare un po’ l’evasione.