Donazione, quando può essere revocata. Come annullare l’operazione e quali conseguenze ci sono

Una donazione può essere revocata nel momento in cui si verificano determinate situazioni. L'operazione ha delle conseguenze ben precise

Pubblicato: 12 Luglio 2024 09:08

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

La donazione può essere revocata. Grazie a questo istituto il donante può annullare un precedente atto, attraverso il quale ha trasferito gratuitamente un bene ad un’altra persona. Con la donazione il passaggio della proprietà o il trasferimento di un qualsiasi diritto viene effettuato gratuitamente, senza che il donante riceva dei compensi in cambio. La normativa permette di annullare questa operazione.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quando è possibile revocare una donazione e come debba essere effettuata questa operazione.

Cos’è la donazione

Il primo passo per comprendere come funzioni la revoca è quello di analizzare cosa sia la donazione e come debba essere effettuata. Oggetto di questo istituto può essere una somma di denaro, un immobile o un qualsiasi altro oggetto: si può parlare di donazione nel momento in cui non siano previsti dei compensi in denaro o di qualsiasi altro tipo una volta che l’operazione sia stata conclusa.

Volendo definire in maniera ufficiale la donazione è possibile affermare che si tratta del contratto attraverso il quale una persona – che viene definito donante – decide di arricchire un’altra. Un’operazione effettuata per puro spirito di liberalità. Nel momento in cui il donatario accetta la donazione, la pratica si ritiene conclusa e perfezionata.

La donazione viene effettuata attraverso un vero e proprio contratto, che è, però, a titolo gratuito. Deve essere predisposto rispettando una serie di requisiti molto importanti: il primo – e più importante – è che ci sia una persona che voglia trasferire un bene ad un altro soggetto. Nella maggior parte dei casi le donazioni avvengono all’interno dello stesso nucleo familiare: il caso più emblematico in tal senso è costituito dal passaggio di proprietà di una casa da un genitore ad un figlio.

È importante che il soggetto che effettua la donazione sia in possesso della capacità decisionale e che sia maggiorenne. L’operazione deve essere documentata attraverso un contratto con atto pubblico redatto davanti ad un notaio. Devono essere presenti dei testimoni. Normalmente la donazione, una volta conclusa, risulta essere irrevocabile: ribadiamo, ad ogni modo, che per la sua validità è necessaria la sottoscrizione di un atto pubblico davanti ad un notaio. E alla presenza di due testimoni. A questa regola generale, però, ci sono delle eccezioni.

Le donazioni obbligatorie

La normativa prevede anche le donazioni obbligatorie, che sono costituite da delle prestazioni alimentari, nel caso in cui si dovessero venire a verificare determinate situazioni.

La revoca e l’annullamento di una donazione

La donazione può essere revocata o annullata. L’esempio più banale e semplice per il quale è possibile ricorrere a questo istituto è che sia stato effettuato un errore. È bene precisare, però, che revoca e annullamento non costituiscono due sinonimi. L’operazione può essere annullata nel momento in cui:

Trasferimento del bene, quando si commette un errore

Come anticipato in precedenza è possibile che si realizzi un errore nel momento in cui si trasferisce un qualsiasi bene. Il caso più semplice che si può verificare è che si venga a generare un errore di forma nella donazione. L’articolo 787 del Codice Civile, in questo caso, prevede che la donazione possa essere impugnata se l’errore sta nella motivazione per cui è stato effettuato il trasferimento. Ma solo e soltanto nel caso in cui si dovesse venire a verificare questa situazione:

La donazione può essere impugnata per errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, quando il motivo risulta dall’atto ed è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità.

La donazione può essere considerata nulla anche quando su un trasferimento dovesse sussistere un illecito. È il caso in cui il donante dovesse decidere di trasferire un bene di diversa natura per un motivo illecito: il contratto, per questo motivo, non viene ritenuto valido. La donazione, quando si vengono a verificare queste situazioni, può essere annullata.

Donazione: quando può essere revocata

La normativa permette di revocare la donazione anche quando è già conclusa e risulti essere valida ed efficace a tutti gli effetti. Sono due le ipotesi per le quali si può procedere con la revoca:

La revoca per ingratitudine può essere effettuata quando si verificano alcuni fatti che legittimano la decisione e più precisamente:

Le conseguenze della revoca della donazione

La revoca della donazione ha una conseguenza ben precisa: determina l’annullamento dell’operazione. Molto pragmaticamente il ricevente è obbligato a riconsegnare i beni ricevuti in donazione al proprietario. Nel momento in cui scatta la revoca il proprietario deve consegnare il bene ricevuto per intero, compresi gli eventuali frutti derivati dalla proprietà o dai beni.

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