Condono del lavoro in nero: quanto costa la sanatoria

Sono stati stabiliti i costi della sanatoria per i lavoratori in nero nei diversi settori interessati dal sommerso

Pubblicato: 10 Settembre 2020 22:50Aggiornato: 16 febbraio 2024 15:21

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Un po’ impropriamente viene definita come doppia sanatoria perché, sostanzialmente, prevede due diverse regolarizzazioni. Quella del datore di lavoro e quella del lavoratore. Volendo sintetizzare al massimo il condono del lavoro in nero prevede:

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cosa è previsto.

Condono del lavoro in nero: la distribuzione della cifra

Trecento euro mensili nei settori dell’agricoltura e 156 euro in quello domestico. Ecco quanto costa il condono sul lavoro in nero scaduto il 15 agosto. È il prezzo che devono pagare i datori di lavori che hanno accettato la sanatoria, in forma di retribuzioni e contributi sui periodi di lavoro pregressi regolarizzati. Di questa somma un terzo sarà distribuita al Fisco e due terzi all’Inps, a loro volta divisi in contributi e un’altra parte di retribuzione restituita ai lavoratori. La misura adottata per incentivare l’emersione dei rapporti di lavoro in nero si è declinata in due provvedimenti e ha coinvolto specifici settori storicamente più colpiti dal fenomeno:

La prima sanatoria ha riguardato l’emersione di rapporti di lavoro, tramite la sottoscrizione di un nuovo contratto o regolarizzazione di quello in nero, con cittadini italiani e stranieri che fossero in Italia già prima dell’8 marzo.

Il secondo condono ha interessato il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo soltanto per gli stranieri presenti nel Paese con titolo scaduto al 31 ottobre 2019.

Il piano del governo ha però avuto dei risultati al di sotto delle aspettative: i richiedenti poco più di 200.000, appena un terzo della platea a cui il provvedimento era rivolto. Delle 207.542 domande arrivate al Viminale, l’85 per cento ha riguardato il lavoro domestico e l’assistenza alla persona, mentre solo il 15 per cento l’emersione di rapporti di lavoro subordinato negli altri settori.

Le modalità di versamento

Per poter partecipare, gli interessati hanno fatto richiesta entro il 15 agosto pagando un ticket di 500 euro a lavoratore. Versamento da effettuare col modulo F24 che comunque non bastava in determinati casi a sostenere il costo della sanatoria. Nell’eventualità di denuncia su periodi di lavoro in nero precedenti alla domanda, infatti, al ticket va aggiunto il pagamento di un forfait a titolo retributivo, contributivo e fiscale.

Per la domanda di regolarizzazione della presenza in Italia, che riguardava la seconda sanatoria, occorreva invece pagare un ticket di 130 euro più altri 30 euro di servizio alle Poste.

La somma forfettaria per chiudere le vertenze fiscali passate è stabilita dal decreto del 7 luglio pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 223/2020, dove si dispone che il contributo venga versato prima della convocazione dello sportello unico per l’immigrazione, proprio per esibire le ricevute di pagamento al fine della sottoscrizione del contratto di soggiorno.

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