Certificazione unica provvisoria, a cosa serve e chi deve richiederla

La certificazione unica provvisoria serve ai dipendenti che cambiano lavoro nel corso dell'anno e voglio evitare di pagare troppe tasse

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Grazie alla certificazione unica provvisoria il lavoratore dipendente può consegnare all’azienda presso la quale ha iniziato un nuovo impiego alcune informazioni importanti, che saranno utili nel momento in cui presenterà la dichiarazione dei redditi. La Cu provvisoria ha uno scopo ben preciso: quello di permettere al nuovo sostituto d’imposta di effettuare i conguagli necessari in busta paga e permettere al diretto interessato di evitare di presentare la dichiarazione dei redditi (se non ha altri introiti oltre a quelli provenienti dal lavoro dipendente).

A cosa serve la certificazione unica provvisoria

Da un punto di vista strettamente fiscale, cambiare lavoro nel corso dell’anno porta a diverse conseguenze, che il contribuente deve tenere a mente. La più importante è l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, all’interno della quale devono essere riportati i guadagni percepiti nel corso dell’anno dai vari datori di lavoro.

Per presentare il Modello 730 o il Modello Redditi PF, il lavoratore deve ricevere la certificazione unica da parte del suo datore di lavoro. È un documento base grazie al quale sarà possibile comunicare i propri guadagni all’Agenzia delle Entrate.

Lo scopo della certificazione unica provvisoria è molto semplice: fornire al datore di lavoro una serie di informazioni che sono indispensabili per la dichiarazione dei redditi.

Al suo interno sono contenute le seguenti informazioni:

La certificazione unica provvisoria può essere consegnata dal precedente datore di lavoro o richiesta direttamente dall’ormai ex dipendente nel momento in cui decide di cambiare azienda.

In linea di principio la Cu viene consegnata entro il 16 marzo dell’anno successivo rispetto a quello nel quale sono stati percepiti i redditi: nel caso in cui il lavoratore la dovesse chiedere, il datore di lavoro ha tempo 12 giorni per inviarla al contribuente, in modo che quest’ultimo la possa consegnare al nuovo datore di lavoro.

In linea di principio la mancata consegna della certificazione unica da parte del sostituto d’imposta può essere denunciata all’Agenzia delle Entrate. Gli inadempienti potrebbero trovarsi nella situazione di versare delle scomode sanzioni per la loro omissione.

Quali sono i vantaggi della Cu provvisoria

È sempre opportuno che il lavoratore si faccia parte attiva nel richiedere la Cu provvisoria: averla gli permette di usufruire di una serie di vantaggi. Grazie a questo documento, prima di tutto, comunica al nuovo datore di lavoro la propria posizione fiscale: quali sono state le imposte che sono state versate a suo nome fino a quel momento.

Altro interessante vantaggio è il conguaglio dell’Irpef. I soggetti che cambiano lavoro potrebbero trovarsi nella situazione di versare un conguaglio più alto nel momento in cui presentano la dichiarazione dei redditi.

Il conguaglio di fine anno

Ma perché la CU provvisoria è così tanto utile? Molto semplicemente perché il nuovo datore di lavoro, grazie a questo documento, è in grado di conoscere le imposte che sono state versate fino a quel momento e, quindi, di procedere con il conguaglio di fine anno.

Questo escamotage permette al lavoratore di suddividere il pagamento delle imposte mese per mese ed evitare un unico versamento.

Grazie al conguaglio delle imposte che viene fatto nel corso dell’anno, all’interno di questa voce ci sono l’Irpef, l’addizionale regionale e comunale – il lavoratore può evitare di versare delle somme importanti nel momento in cui presenta il Modello 730 o il Modello Redditi PF.

Cosa succede svolgendo due lavori contemporaneamente

C’è un’altra situazione nella quale il lavoratore dipendente si può trovare: svolge due lavori part time contemporaneamente. Il contribuente, anche in questo caso, si trova nella situazione di dover dichiarare i redditi che percepisce da entrambi i lavori.

Quando le due attività vengono svolte contemporaneamente non è possibile chiedere il conguaglio delle imposte come abbiamo visto in precedenza. È necessario, ad ogni modo, comunicare ai datori di lavoro le diverse attività svolte per due motivi:

Quando si viene a verificare questo caso, il datore di lavoro riceverà due differenti certificazioni uniche, che serviranno per comunicare al Fisco i redditi che ha percepito nel corso dell’anno.

In questo caso ogni sostituto d’imposta ha applicato l’Irpef sulla base dell’aliquota più bassa: sommando i redditi maturati dai due lavori, il contribuente avrà sicuramente un’aliquota marginale più elevata rispetto a quella che viene applicata in busta paga. A questo punto dovrà versare il saldo d’imposta nel momento in cui presenta la dichiarazione dei redditi.

È bene, quindi, che il contribuente valuti opportunamente questo aspetto e ne tenga conto nel corso dell’anno.

Cerchiamo di chiarire quello che abbiamo visto fino a questo momento con un esempio molto pratico. Poniamo il caso che un lavoratore percepisca un reddito imponibile annuo pari a 15.000 euro, per il quale sono state applicate le aliquote Irpef da parte del datore di lavoro, che avrà versato 3.450 euro.

Il soggetto in questione nelle ore che gli rimangono svolge un’altra attività che gli permette di guadagnare altri 16.000 euro: il secondo datore di lavoro ha applicato le aliquote Irpef previste (sempre quella più bassa al 23%) ed ha versato 3.680 euro.

Quando presenterà la dichiarazione dei redditi il lavoratore deve sommare i due redditi: 31.000 euro. Su questo importo ci sono due tassazioni differenti:

Complessivamente la tassazione dovrebbe essere pari a 7.490 euro, ossia 6.440 + 1.050 euro. Il lavoratore dovrà pagare in dichiarazione dei redditi 360 euro, pari alla differenza tra la tassazione effettivamente dovuta e quella anticipata dai sostituti d’imposta (7.130 euro).

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