Nota anche come CU, la certificazione unica costituisce uno dei documenti più importanti per attestare ufficialmente i redditi maturati dai lavoratori dipendenti, da quelli autonomi e per i redditi diversi relativi ad un determinato periodo d’imposta. Ad introdurre la certificazione unica è stato il Decreto Legislativo n. 175/2014, che ha definitivamente mandato in soffitta il vecchio CUD e le varie certificazioni, che si riferivano al lavoro autonomo, alle provvigioni e ai redditi diversi, che venivano attestati in maniera libera.
Indice
Cosa va inserito
All’interno della certificazione unica devono essere inserite alcune voci essenziali, tra le quali vi rientrano:
- l’importo complessivo percepito che deriva direttamente dal lavoro dipendente, assimilato od equiparato, il quale è stato percepito nel corso del periodo d’imposta. Vengono indicati i compensi e i dati relativi alle varie tassazioni a cui sono soggetti: quella ordinaria, quella separata, la ritenuta alla fonte o le imposte sostitutive;
- i redditi maturati nel periodo d’imposta derivante da lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi, così come sono stati definiti direttamente dagli articoli 53 e 67 del TUIR;
- l’ammontare complessivo delle provvigioni, indipendentemente dalla loro eventuale denominazione, che siano state percepite per qualsiasi tipo di prestazione, anche quella occasionale e che siano riconducibili a dei rapporti di commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza commerciale e procacciamento d’affari;
- eventuali importi che sino derivanti da compensi erogati nel corso del periodo d’imposta a seguito di procedimenti di pignoramento presso terzi;
- tutte le ritenute d’acconto che sono state applicate;
- le detrazioni.
Certificazione unica: le novità del 2024
Dal 2024 arriveranno alcune importanti novità relative alla compilazione della certificazione unica, che, come ogni anno, dovrà essere consegnata ai lavoratori entro il 16 marzo. La più importante, senza dubbio, riguarda la sezione dedicata all’assegno unico. Con la risoluzione n. 55 del 3 ottobre 2023, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a fornire le informazioni necessarie per compilare correttamente questa sezione nel 2024.
Da sottolineare che i sostituti d’imposta sono tenuti a compilare questa sezione anche quando il lavoratore ha ricevuto l’assegno unico al posto delle detrazioni. Questa operazione ha una motivazione ben precisa e dettagliata: serve ad identificare gli oneri sostenuti per i figli a carico – con un’età inferiore a 21 anni – per poter predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata.
Assegno unico: le modifiche previste
Attraverso l’articolo 19, comma 6, del Decreto Legge n. 4/2022 sono state introdotte delle modifiche all’articolo 12 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Le novità permettono ai contribuenti che abbiano dei figli con meno di 21 anni a carico, di poter beneficiare delle detrazioni e delle deduzioni relative alle spese sostenute a loro favore. Questo avviene anche quanto non sia più possibile godere delle detrazioni per carichi di famiglia così come stabilito dal D.lgs. n. 230/2021.
La modifica è entrata in vigore dal 1° marzo 2022, contestualmente all’introduzione dell’assegno unico per i figli a carico. Per quanto riguarda il periodo d’imposta 2023, le eventuali detrazioni per i carichi di famiglia relativi a ciascun figlio con un’età inferiore a 21 anni è stata sostituita dall’assegno unico universale, con alcune eccezioni, le quali sono state stabilite dal Decreto Legislativo n. 230/2021.
La risoluzione n. 55 del 3 ottobre 2023 dell’Agenzia delle Entrate ha specificato esplicitamente che i sostituti d’imposta sono tenuti a riportare all’interno della certificazione unica – all’interno della sezione dedicata ai Dati relativi al coniuge e ai familiari a carico – le informazioni relative a quelli che risultano essere stati fiscalmente a carico nel periodo d’imposta. Queste indicazioni devono essere fornite anche se non sono state soddisfatte le condizioni per usufruire delle detrazioni per i familiari a carico. La regola vale indipendentemente dal fatto che gli oneri siano stati riconosciuti o meno dal sostituto d’imposta all’interno della certificazione unica.
L’Agenzia delle Entrate, inoltre, ha messo in evidenza che le eventuali informazioni relative ai figli a carico, per i quali non sia prevista l’applicazione delle detrazioni previste all’interno dell’articolo 12, comma 1, lettera c) del TUIR risultano essere di vitale importanza per effettuare i calcoli delle addizionali regionali Irpef nelle regioni nelle quali ci siano delle specifiche agevolazioni fiscali legate al carico fiscale. Ma anche per la corretta applicazione del welfare aziendale.
Certificazione unica degli sportivi
Importanti novità, inoltre, sono previste per la certificazione unica 2024 prevista per i lavoratori sportivi. La Riforma dello Sport 2023 ha introdotto dei cambiamenti molto importanti all’interno delle varie associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche. Una di queste riguarda l’imputazione del reddito percepito come reddito da lavoro assimilato e non più come reddito diverso.
Dallo scorso 1° luglio 2023 sono entrate in vigore le nuove regole, che devono essere adottate all’interno degli enti sportivi. Nel 2024 i lavoratori sportivi si ritroveranno una doppia gestione degli emolumenti ricevuti: fino al 30 giugno 2023 i compensi vengono considerati come reddito diverso. La certificazione unica emessa dovrà attestare questo tipo di reddito. Dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, invece, gli emolumenti ricevuti costituiscono redditi da lavoro dipendente e assimilati. La certificazione unica, a questo punto, dovrà essere diversa.
Sulla corretta compilazione della documentazione, però, non sono ancora state fornite le linee guida da seguire da parte dell’Agenzia delle Entrate, la quale, come ogni altro anno, provvederà a rilasciare attraverso il proprio portale il modello e le istruzioni per una corretta compilazione.
È bene ricordare che la Riforma dello Sport 2023 ha provveduto ad imputare i compensi che vengono erogati ai lavoratori sportivi come redditi da lavoro dipendente ed assimilati. Per questi importi, quindi, è importante effettuare il calcolo delle detrazioni spettanti.
Prima che la riforma dello sport diventasse operativa veniva applicata una ritenuta d’acconto. Per questi redditi, però, non scaturiva alcuna detrazione d’imposta. Questo è un aspetto particolarmente importante anche sotto il profilo dichiarativo, perché nella dichiarazione dei redditi che il lavoratore presenterà nel corso del 2024, potrà usufruire delle detrazioni d’imposta che vengono applicate sulla base del reddito percepito, sottolineando, comunque, che il reddito soggetto a Irpef è quello superiore a 15.000 euro.