Sconti fiscali per chi paga con carte di credito, la mossa del Governo contro l’evasione

Un numero sempre più alto di spese dovrà essere eseguito con la carta di credito per essere detraibile

Pubblicato: 19 Ottobre 2024 10:18Aggiornato: 19 ottobre 2024 10:39

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Con una misura proposta nel primo testo della manovra finanziaria del 2025, il Governo ha deciso di estendere l’obbligo della tracciabilità delle spese per ottenere diversi sconti fiscali dedicati sia ai privati che alle aziende. Per alcuni bonus, come quelli edilizi, questo obbligo esiste già da anni, ma ora potrebbe essere esteso a quasi ogni ambito delle detrazioni fiscali.

L’obiettivo principale di questa norma è il contrasto all’evasione. L’Italia è il Paese con più evasione dell’Iva in Ue e la tracciabilità dei pagamenti è uno dei metodi migliori per prevenire questa pratica. Permettere di accedere ai bonus solo tramite pagamenti tracciabili dovrebbe fare da incentivo per il loro utilizzo.

Sconti fiscali solo con la carta di credito, cosa vuole fare il governo

Durante la conferenza stampa di presentazione del testo che farà da base alla manovra finanziaria del 2025, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha introdotto diverse nuove norme che il Governo di Giorgia Meloni vorrebbe approvare per il contrasto all’evasione fiscale. Si tratta soprattutto di incentivi all’utilizzo del pagamento tracciabile, quello fatto tramite carta di credito, di debito o bonifico, che è uno dei metodi migliori per rendere complesso nascondere il proprio reddito all’Agenzia delle Entrate.

La norma fondamentalmente estende alle detrazioni per le aziende quella che è già una norma acquisita per molti bonus dedicati ai privati. Già oggi infatti per accedere alle detrazioni al 19%, come quelle sulle spese mediche, ai bonus edilizi o a quelli su elettrodomestici o mobili, bisogna eseguire il pagamento tramite un metodo tracciabile.

L’evasione dell’Iva in Italia e i pagamenti elettronici

Tutti questi provvedimenti sono fondamentalmente un modo per combattere l’evasione tramite incentivi ad utilizzare pagamenti tracciabili, che rendono molto più difficile nascondere al fisco le proprie entrate. L’evasione fiscale in Italia è molto significativa, in particolare per quanto riguarda le imposte indirette come l’Iva.

L’Iva evasa in Italia è circa un quarto di tutte le imposte simili evase in Unione europea. Questo nonostante di recente ci sia stato un netto miglioramento del prelievo fiscale su questa imposta, che è passata in pochi anni da mancati incassi per oltre 33 miliardi agli attuali 17 miliardi. Si tratta comunque di una percentuale molto importante degli 82 miliardi di euro evasi all’anno che il recente rapporto sull’economia non osservata ha segnalato.

L’Iva è però solo la seconda voce di evasione in Italia. La prima è l’Irpef dei lavoratori autonomi, a quasi 30 miliardi di euro all’anno, il valore della manovra finanziaria 2025. Più lontane l’evasione di Ires, l’imposta sul reddito delle società e dei contributi a carico del datore di lavoro, entrambe attorno agli 8 miliardi. Seguono le tasse sulla casa a 5 miliardi, l’Irap a 4,7 miliardi e l’Irpef dei dipendenti a 4. Nonostante questi dati ancora molto problematici, l’Italia ha raggiunto con largo anticipo gli obiettivi del Pnrr che prevedevano una riduzione dell’evasione fiscale del 15% rispetto ai dati precedenti alla pandemia.

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